Acquedotto romano della Val Rosandra

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In Val Rosandra rimangono resti evidenti delle frequentazioni di età romana, quando da qui partiva l’acquedotto, lungo circa 17 chilometri, che portava l’acqua del torrente Rosandra, in sloveno Glinščica, fino al centro dell’antica Tergeste, nell’odierna piazza Cavana. L’acqua passava all’interno di una condotta scavata nel terreno, rivestita da cocciopesto per impermeabilizzarla e protetta da una copertura a volta. Sulla sommità si aprivano delle botole, necessarie a pulire l’interno dell’acquedotto. La conduttura era in grado di trasferire circa 5800 metri cubi d’acqua al giorno alla città di Trieste. Rimase in attività dal I secolo a.C. fino al VII secolo d.C.
Attualmente i resti meglio conservati di tutto il percorso dell’acquedotto si possono osservare proprio in Val Rosandra, poco sopra il rifugio Premuda sul fianco destro del pendio, seguendo il sentiero che conduce all'abitato di Bottazzo.

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