44.586548Castelliere di Slivia IINelle immediate vicinanze del castelliere di Slivia I intitolato a Carlo Marchesetti, si erge, sulla cima dell’altura Podgrešc, un altro di minori dimensioni, ma anche meno studiato. Il sito è formato da un muraglione, sempre di pietre locali giustapposte a secco, lungo 300 metri e largo 3. Il castelliere fu abitato nel primo millennio avanti Cristo, con degli episodi di frequentazione successiva, in età romana, nel I secolo a.C e tra IV - V secolo d.C.POI44.586548Vedetta d'ItaliaNelle immediate vicinanze del Santuario di Monte Grisa si trova oggi la vedetta d’Italia. Da qui come dalla terrazza del santuario la vista sul golfo è splendida e specialmente in occasione della Barcolana è una delle mete più ambite per osservare le bianche vele darsi battaglia. In origine però la vedetta era collocata vicino a dove c’è ora la palestra di arrampicata, in direzione di Prosecco. Nel 1908 il Club Touristi Triestini edificò una torre di bianco calcare locale per celebrare i 60 anni di regno dell’imperatore Francesco Giuseppe. Nel 1922 la vedetta cambiò nome e assunse quello attuale, divenendo anche la meta preferita degli escursionisti triestini. Il suo alto grado di visibilità la rese però un bersaglio ben individuabile dall’aeronautica degli Alleati, e per tal motivo i tedeschi la smontarono e fecero sparire tutte le pietre che la componevano.POI44.586548Vedetta d'ItaliaNelle immediate vicinanze del Santuario di Monte Grisa si trova oggi la vedetta d’Italia. Da qui come dalla terrazza del santuario la vista sul golfo è splendida e specialmente in occasione della Barcolana è una delle mete più ambite per osservare le bianche vele darsi battaglia. In origine però la vedetta era collocata vicino a dove c’è ora la palestra di arrampicata, in direzione di Prosecco. Nel 1908 il Club Touristi Triestini edificò una torre di bianco calcare locale per celebrare i 60 anni di regno dell’imperatore Francesco Giuseppe. Nel 1922 la vedetta cambiò nome e assunse quello attuale, divenendo anche la meta preferita degli escursionisti triestini. Il suo alto grado di visibilità la rese però un bersaglio ben individuabile dall’aeronautica degli Alleati, e per tal motivo i tedeschi la smontarono e fecero sparire tutte le pietre che la componevano.POI44.586548Vedetta AlicePoco al di sotto di Padriciano alla fine dell’Ottocento i soci delle Società Alpina delle Giulie costruirono una vedetta panoramica utilizzando le pietre provenienti dalla distruzione di una fontana dell’attuale piazza Vittorio Veneto. All’epoca della costruzione la vegetazione era molto rada e la vista spaziava su un’ampia porzione del golfo. La vedetta è stata distrutta durante le due Guerre Mondiali e quella che sorge ora riporta solo poche delle pietre originarie.POI44.586548Valico di Basovizza (SP 10)Dall'abitato di Basovizza si segue le Strada Provinciale n. 10 che conduce sino al valico di Basovizza. Con la caduta dei confini tra l'Italia e la Slovenia, avvenuta nel dicembre 2007, i posti di blocco permanenti sono stati ormai smantellati ma saltuariamente si verificano controlli da parte delle autorità competenti di entrambi i Paesi. Attraversato il valico, mantenendo la destra, si procede in direzione dell'abitato di Lokev, mentre, svoltando a sinistra è possibile raggiungere Lipizza (Lipica in Sloveno), conosciuta sin dal periodo Asburgico per essere la sede dell'allevamento di cavalli lipizzani.POI44.586548Tramvia Trieste-OpicinaA Trieste c’è un modo molto caratteristico per spostarsi dal centro all’Altipiano carsico, ed è sferragliando sulle rotaie a bordo del vecchio "tram de Opcina", vera e propria istituzione cittadina.Inaugurato nel 1902 come linea elettrica con locomotori a cremagliera che spingevano delle carrozze a due assi sul tratto Piazza Scorcola-Vetta Scorcola (due vetture ancora marcianti sono custodite presso il deposito di Opicina), è uno dei mezzi di trasporto più amati dai triestini.Il percorso attuale, come quello originario, congiunge la centrale Piazza Oberdan con la località di Opicina, mentre dal 1906 al 1936 la tratta fu prolungata fino alla stazione ferroviaria dell'abitato stesso.Nel 1928 il sistema di trazione a cremagliera venne sostituito dal sistema a funicolare, unico nel suo genere in Europa: le vetture tranviarie, attualmente a carrelli ed a due testate, si appoggiano a due carri-scudo vincolati ai capi di una fune traente che scorre in mezzo al binario. Mentre un carro scudo frena un tram in discesa, l’altro ne spinge uno in salita.Salendo piano piano, mentre si superano anche pendenze del 26%, si ha l’opportunità di godere di scorci sul Golfo e sul costone carsico davvero spettacolari.ATTENZIONE: Il servizio tram è momentaneamente sospeso.POI44.586548Strada CostieraDa Sistiana a Miramare corre per 11 km la strada statale 14, nota come la Costiera. È una strada altamente panoramica che partendo sulla costa alta digrada lentamente fino ad arrivare a lambire il mare sul lungomare di Barcola. Lungo il tracciato di questa strada numerosi slarghi consentono di parcheggiare ed ammirare il panorama. Particolarmente in estate è splendido scendere a piedi lungo una delle tortuose stradine che scendono fino al mare, dove si raggiungono spiaggette isolate e tratti di mare in cui è magnifico immergersi come: Costa dei Barbari, Canovella de' Zoppoli, i Filtri di Aurisina, Grignano. La strada fu costruita negli anni '20 del Novecento e data la sua bellezza richiamò da subito il primo turismo automobilistico. Al giorno d’oggi la Costiera è apprezzata anche come tracciato per marce o corse ciclistiche, Giro d’Italia in primis.POI44.586548Stazione ferroviaria di MiramareAll’epoca delle costruzione del Castello di Miramare, nella seconda metà dell’Ottocento, si sentì la necessità di creare una stazione ferroviaria sulla linea che collega Trieste a Monfalcone, e così venne realizzata la stazione che oggi è per lo più frequentata dagli studiosi del Centro di Fisica Teorica. La sua costruzione fu voluta proprio dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo, tant’è che si può ancora vedere la rimessa delle sue carrozze nella zona sotto la stazione e una statua che ricorda lo sfortunato regnante. A seguito dell’azione di vandali si è reso necessario un restauro durante il quale è stato però eliminato il glicine che abbelliva la pensilina esterna. Sopra la stazione i vigneti di Contovello incantano per la loro armonia.POI44.586548Stazione Ferroviaria Centrale di TriesteIl principale e unico scalo ferroviario della città è una stazione di testa, capolinea dei collegamenti verso Venezia, Udine e Vienna. Il primo treno arrivò a Trieste il 27 luglio 1857 con a bordo Francesco Giuseppe. L’imperatore austriaco inaugurò la nuova linea ferroviaria, la meridionale, che congiungeva Trieste a Lubiana, dove era già attiva la linea diretta a Vienna e Zagabria. La prima stazione fu sostituita alcuni decenni dopo dalla seconda il 19 giugno 1878. Quest’ultima presentava il vantaggio di essere posta ad un livello più basso, corrispondente a quello delle rive, dove approdavano le navi mercantili. Negli anni seguenti la stazione fu modificata più volte: fu asportata la copertura metallica durante la II Guerra Mondiale, nel 1954, quando Trieste fu restituita all'Italia, i binari furono arretrati e la biglietteria cambiò posto. L'allestimento attuale è frutto di un recente restauro, dal 2005 al 2007, ora la stazione ospita al suo interno vari esercizi commerciali.POI44.586548Stagno e conca del PercedolIl microclima della conca è progressivamente più freddo e più umido rispetto a quello esterno, cambiamento che si riflette anche sulla vegetazione, tanto che dal carpino nero e dal frassino posti sui margini esterni, si passa scendendo al cerro e al carpino bianco. Sul fondo della conca si incontra lo stagno, il più conosciuto di tutto il Carso, sulle cui sponde si alterna una grande varietà di piante spontanee, come ninfea e mestolaccia, o piantate dall’uomo, come abete bianco, greco, rosso, salice caprino e piangente.Lo stagno, amato in passato anche come pista di pattinaggio invernale, ha una profondità di 3 metri e un'ampiezza massima di 38 metri. La sua formazione è probabilmente dovuta alla presenza di un letto impermeabile formato da flysch e da accumulo di terra rossa compattata.La conca di Percedol per il suo clima fresco risulta meta ideale per escursioni nel periodo estivo. Dal 1984 l’area è soggetta a tutela ambientale per le numerose rarità faunistiche rappresentate soprattutto da anfibi e libellule.POI44.586548Stagno di ContovelloLo stagno di Contovello è posto in linea d'aria tra il Castello di Miramare e l’abitato di Prosecco, presso un punto panoramico da cui si può ammirare il panorama sottostante. Il laghetto, formato da una piccola sorgiva e dalle meteoriche trattenute dal substrato di arenaria, era un tempo una preziosa riserva idrica su di un altipiano privo di fiumi superficiali. Lo stagno nell’ultimo periodo ha perso le sue caratteristiche di naturalità carsica, divenendo purtroppo rifugio di anatre domestiche, testuggini americane e pesci rossi liberati dagli acquari.Nelle vicinanze merita una visita la vicina chiesa di Santa Maria della Salvia del XV secolo.Lo stagno di Contovello, per la presenza di tavoli attrezzati e di un buon parcheggio, risulta meta ideale per escursioni e pic-nic nel periodo estivo.POI44.586548Sentiero ResselIl sentiero didattico naturalistico dedicato a Josef Ressel (inventore boemo vissuto tra il 1793 e il 1857, tra Linz, Vienna, Trieste e Montona; ebbe l’idea rivoluzionaria di svincolare il moto delle navi dalla spinta del vento, nel 1821 depositò il più famoso dei suoi brevetti: l'elica per la propulsione), è stato il primo tracciato europeo attrezzato con la tecnologia a raggi infrarossi rivolto ad un pubblico di non vedenti. I trasmettitori a raggi infrarossi, fissati su pali di legno posti lungo il percorso, inviano dei segnali che sono captati dagli appositi ricevitori forniti al pubblico. Dal ricevitore, che viene in tal modo attivato, parte una voce preregistrata che fornisce informazioni naturalistiche, storiche e turistiche, disponibili in lingua italiana, slovena e inglese, che accompagnano la persona lungo tutto il tracciato.Il ricevitore è disponibile presso il Centro didattico naturalistico del Corpo Forestale Regionale a Basovizza.Il sentiero, che attraversa una secolare pineta tra doline carsiche e grotte nascoste, è molto frequentato in tutte le stagioni dell'anno dai ciclisti, corridori e sportivi che qui si mantengono in forma seguendo i diversi tracciati che si perdono nel bosco.POI44.586548Sentiero ResselIl sentiero didattico naturalistico dedicato a Josef Ressel (inventore boemo vissuto tra il 1793 e il 1857, tra Linz, Vienna, Trieste e Montona; ebbe l’idea rivoluzionaria di svincolare il moto delle navi dalla spinta del vento, nel 1821 depositò il più famoso dei suoi brevetti: l'elica per la propulsione), è stato il primo tracciato europeo attrezzato con la tecnologia a raggi infrarossi rivolto ad un pubblico di non vedenti. I trasmettitori a raggi infrarossi, fissati su pali di legno posti lungo il percorso, inviano dei segnali che sono captati dagli appositi ricevitori forniti al pubblico. Dal ricevitore, che viene in tal modo attivato, parte una voce preregistrata che fornisce informazioni naturalistiche, storiche e turistiche, disponibili in lingua italiana, slovena e inglese, che accompagnano la persona lungo tutto il tracciato.Il ricevitore è disponibile presso il Centro didattico naturalistico del Corpo Forestale Regionale a Basovizza.Il sentiero, che attraversa una secolare pineta tra doline carsiche e grotte nascoste, è molto frequentato in tutte le stagioni dell'anno dai ciclisti, corridori e sportivi che qui si mantengono in forma seguendo i diversi tracciati che si perdono nel bosco.POI44.586548Sentiero ResselIl sentiero didattico naturalistico dedicato a Josef Ressel (inventore boemo vissuto tra il 1793 e il 1857, tra Linz, Vienna, Trieste e Montona; ebbe l’idea rivoluzionaria di svincolare il moto delle navi dalla spinta del vento, nel 1821 depositò il più famoso dei suoi brevetti: l'elica per la propulsione), è stato il primo tracciato europeo attrezzato con la tecnologia a raggi infrarossi rivolto ad un pubblico di non vedenti. I trasmettitori a raggi infrarossi, fissati su pali di legno posti lungo il percorso, inviano dei segnali che sono captati dagli appositi ricevitori forniti al pubblico. Dal ricevitore, che viene in tal modo attivato, parte una voce preregistrata che fornisce informazioni naturalistiche, storiche e turistiche, disponibili in lingua italiana, slovena e inglese, che accompagnano la persona lungo tutto il tracciato.Il ricevitore è disponibile presso il Centro didattico naturalistico del Corpo Forestale Regionale a Basovizza.Il sentiero, che attraversa una secolare pineta tra doline carsiche e grotte nascoste, è molto frequentato in tutte le stagioni dell'anno dai ciclisti, corridori e sportivi che qui si mantengono in forma seguendo i diversi tracciati che si perdono nel bosco.POI44.586548Sentiero DerinLasciato alle spalle il parcheggio del Monte Belvedere si intraprende il sentiero Derin, in prossimità del primo bivio occorre svoltare a sinistra e seguire la direttrice NW-SE. Il sentiero si mantiene quasi sempre in quota e consente al visitatore di optare per diverse alternative di percorrenza che conducono tutte alla stessa meta (l’area parcheggio del Parco Globojner).Lungo questo sentiero, una pista forestale che sovrasta la città di Trieste, sono possibili interessanti osservazioni geologico-paleontologiche e approfondimenti di carattere naturalistico e botanico.Nelle belle giornate di sole, immersi nel verde della vegetazione carsica, sono disponibili splendidi scorci e vedute della città e del golfo di Trieste: le propaggini del Carso, i versanti coperti da una fitta vegetazione, i solchi vallivi, i rilievi spianati, gli ambienti costieri del golfo e, ovviamente, le aree antropizzate.L’ambiente carsico, sul quale si sviluppa il sentiero è dominato dai calcari e in parte dal flysch;i rilievi sono costituiti dalle arenarie e marne del flysch (termine di derivazione svizzero-tedesca), su cui sorgono la città di Trieste e le sue periferie.I calcari grigiastri che affiorano lungo il sentiero si sono originati 45-50 milioni di anni fa (periodo Eocene medio). Le macchioline bianche di qualche millimetro di diametro sono fossili di animali…POI44.586548Sentiero DerinLasciato alle spalle il parcheggio del Monte Belvedere si intraprende il sentiero Derin, in prossimità del primo bivio occorre svoltare a sinistra e seguire la direttrice NW-SE. Il sentiero si mantiene quasi sempre in quota e consente al visitatore di optare per diverse alternative di percorrenza che conducono tutte alla stessa meta (l’area parcheggio del Parco Globojner).Lungo questo sentiero, una pista forestale che sovrasta la città di Trieste, sono possibili interessanti osservazioni geologico-paleontologiche e approfondimenti di carattere naturalistico e botanico.Nelle belle giornate di sole, immersi nel verde della vegetazione carsica, sono disponibili splendidi scorci e vedute della città e del golfo di Trieste: le propaggini del Carso, i versanti coperti da una fitta vegetazione, i solchi vallivi, i rilievi spianati, gli ambienti costieri del golfo e, ovviamente, le aree antropizzate.L’ambiente carsico, sul quale si sviluppa il sentiero è dominato dai calcari e in parte dal flysch;i rilievi sono costituiti dalle arenarie e marne del flysch (termine di derivazione svizzero-tedesca), su cui sorgono la città di Trieste e le sue periferie.I calcari grigiastri che affiorano lungo il sentiero si sono originati 45-50 milioni di anni fa (periodo Eocene medio). Le macchioline bianche di qualche millimetro di diametro sono fossili di animali…POI44.586548Sentiero DerinLasciato alle spalle il parcheggio del Monte Belvedere si intraprende il sentiero Derin, in prossimità del primo bivio occorre svoltare a sinistra e seguire la direttrice NW-SE. Il sentiero si mantiene quasi sempre in quota e consente al visitatore di optare per diverse alternative di percorrenza che conducono tutte alla stessa meta (l’area parcheggio del Parco Globojner).Lungo questo sentiero, una pista forestale che sovrasta la città di Trieste, sono possibili interessanti osservazioni geologico-paleontologiche e approfondimenti di carattere naturalistico e botanico.Nelle belle giornate di sole, immersi nel verde della vegetazione carsica, sono disponibili splendidi scorci e vedute della città e del golfo di Trieste: le propaggini del Carso, i versanti coperti da una fitta vegetazione, i solchi vallivi, i rilievi spianati, gli ambienti costieri del golfo e, ovviamente, le aree antropizzate.L’ambiente carsico, sul quale si sviluppa il sentiero è dominato dai calcari e in parte dal flysch;i rilievi sono costituiti dalle arenarie e marne del flysch (termine di derivazione svizzero-tedesca), su cui sorgono la città di Trieste e le sue periferie.I calcari grigiastri che affiorano lungo il sentiero si sono originati 45-50 milioni di anni fa (periodo Eocene medio). Le macchioline bianche di qualche millimetro di diametro sono fossili di animali…POI44.586548Napoleonica o Strada VicentinaPercorso: Obelisco di Opicina - Borgo San Nazario (Prosecco).La più amata dai triestini è la Napoleonica: un percorso di circa 5 km che si mantiene in quota collegando l’obelisco di Opicina all'abitato di Prosecco. Lungo tutto il tracciato si gode di un panorama mozzafiato che abbraccia la città di Trieste e il suo Golfo.La facilità di percorrenza e la vista spettacolare rendono ideale la passeggiata per le mamme con bambini, anziani e turisti ma non mancano gli sportivi che si allenano con la corsa o i rocciatori che si arrampicano lungo le pareti verticali nei pressi di Prosecco. Il nome ufficiale del percorso è Strada Vicentina, dal nome dell’ingegnere che disegnò il tracciato nell’Ottocento, ma secondo la tradizione popolare la strada fu aperta dalle truppe napoleoniche e da qui il nome più diffuso tra la gente del luogo. Poco più a nord, ma con il tracciato all’interno del bosco, corre il Sentiero Cobolli. Nelle vicinanze e sempre raggiungibile dal sentiero troviamo la Vedetta d’Italia e il Santuario di Monte Grisa.POI44.586548Santuario di MontegrisaDa nessun punto del ciglione carsico si possono ammirare panorami così suggestivi come dallo slargo sotto il Tempio Mariano di Montegrisa. Ideale anche per osservare le candide vele durante la Barcolana, è un punto panoramico che consente di osservare in un unico abbraccio la costa dall’Istria fino oltre Aquileia. Il tempio fu voluto alla fine della II Guerra Mondiale come voto per la salvezza di Trieste. Nel 1959 Papa Giovanni XXIII decise di dedicare il futuro tempio a Maria Madre e Regina, come implorazione all’unità dei popoli, orientali e occidentali nello specifico. Nel 1960 il vescovo di Fatima regalò una statua copia del Santo Simulacro della Madonna di Fatima, in considerazione dell’affetto che i triestini avevano dimostrato verso l’originale che era stato oggetto di un pellegrinaggio l’anno precedente. La prima Messa solenne venne celebrata nel 1966 dal Cardinal Urbani, Patriarca di Venezia e presidente della C.E.I., assistito da due Cardinali e venti vescovi.Il primo maggio del 1992 Papa Giovanni Paolo II visitò il Tempio di Maria Madre e Regina.POI44.586548Santuario di MontegrisaDa nessun punto del ciglione carsico si possono ammirare panorami così suggestivi come dallo slargo sotto il Tempio Mariano di Montegrisa. Ideale anche per osservare le candide vele durante la Barcolana, è un punto panoramico che consente di osservare in un unico abbraccio la costa dall’Istria fino oltre Aquileia. Il tempio fu voluto alla fine della II Guerra Mondiale come voto per la salvezza di Trieste. Nel 1959 Papa Giovanni XXIII decise di dedicare il futuro tempio a Maria Madre e Regina, come implorazione all’unità dei popoli, orientali e occidentali nello specifico. Nel 1960 il vescovo di Fatima regalò una statua copia del Santo Simulacro della Madonna di Fatima, in considerazione dell’affetto che i triestini avevano dimostrato verso l’originale che era stato oggetto di un pellegrinaggio l’anno precedente. La prima Messa solenne venne celebrata nel 1966 dal Cardinal Urbani, Patriarca di Venezia e presidente della C.E.I., assistito da due Cardinali e venti vescovi.Il primo maggio del 1992 Papa Giovanni Paolo II visitò il Tempio di Maria Madre e Regina.POI44.586548Risiera di San SabbaNel 1913 ai margini della città di Trieste fu costruito uno stabilimento per la pilatura del riso. Dall’8 settembre 1943 la sua funzione però mutò drammaticamente: i nazifascisti lo trasformarono in un campo di prigionia e di smistamento dei prigionieri diretti ai lager della Germania e della Polonia. In seguito qui furono eliminati ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Nei locali della risiera furono depositati anche i beni sottratti alle vittime. Nella notte fra il 29 ed il 30 aprile 1945 il forno crematorio e la ciminiera vennero fatti saltare con la dinamite dai nazisti nella convinzione di poter cancellare le prove dei loro crimini.Rimasero però le pareti delle celle su cui erano visibili le scritte, ora ormai quasi illeggibili, lasciate dai prigionieri. Queste preziose testimonianze furono trascritte da Diego de Henriquez nei sui diari ora conservati nel Civico Museo di guerra per la pace che da lui prende il nome.Dichiarata Monumento Nazionale nel 1965, nel 1975 la Risiera è stata trasformata, secondo il progetto dell’architetto Romano Boico, nel Civico Museo della Risiera di San Sabba. Ospita una mostra fotografica permanente e oggetti appartenenti agli ebrei triestini, donati dalla Comunità Ebraica di Trieste e dall’Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei…POI44.586548Risiera di San SabbaNel 1913 ai margini della città di Trieste fu costruito uno stabilimento per la pilatura del riso. Dall’8 settembre 1943 la sua funzione però mutò drammaticamente: i nazifascisti lo trasformarono in un campo di prigionia e di smistamento dei prigionieri diretti ai lager della Germania e della Polonia. In seguito qui furono eliminati ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Nei locali della risiera furono depositati anche i beni sottratti alle vittime. Nella notte fra il 29 ed il 30 aprile 1945 il forno crematorio e la ciminiera vennero fatti saltare con la dinamite dai nazisti nella convinzione di poter cancellare le prove dei loro crimini.Rimasero però le pareti delle celle su cui erano visibili le scritte, ora ormai quasi illeggibili, lasciate dai prigionieri. Queste preziose testimonianze furono trascritte da Diego de Henriquez nei sui diari ora conservati nel Civico Museo di guerra per la pace che da lui prende il nome.Dichiarata Monumento Nazionale nel 1965, nel 1975 la Risiera è stata trasformata, secondo il progetto dell’architetto Romano Boico, nel Civico Museo della Risiera di San Sabba. Ospita una mostra fotografica permanente e oggetti appartenenti agli ebrei triestini, donati dalla Comunità Ebraica di Trieste e dall’Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei…POI44.586548Porto di Trieste - Molo IVMolo IV è un terminal passeggeri posto nell’area occupata dal Porto Vecchio, ed è composto da un'area coperta di circa 4.000 mq adibita a sala esposizioni, incontri culturali e colorite feste cittadine. Vi è poi un’area scoperta di oltre 16.000 mq adibita in parte a parcheggio di imbarcazioni e natanti da diporto, ma soprattutto alle operazioni di imbarco sulle navi veloci e su quelle piccole da crociera. Ha qui sede infatti la Nuova Stazione Marittima.Durante i mesi estivi le banchine sono anche utilizzate come capolinea per la navigazione locale e per il traffico passeggeri a corto raggio diretti in Istria.POI44.586548Porticciolo e pineta di BarcolaGrazie alla sua posizione affacciata sul mare ma protetta dalla bora, la riviera di Barcola ha attratto le popolazioni fin dall’epoca romana (vedi descrizione Borgo di Barcola), per poi divenire luogo ideale di residenza per i pescatori, e dall’Ottocento in poi dei triestini abbienti, che costruirono qui ville di prestigio. Oggi il porticciolo e la pineta sono la dependance più amata dai triestini di ogni età che da aprile ad ottobre, tempo permettendo, vi si trasferiscono per giornate intere, armati di tavolini da pic-nic, carte da gioco, giornali e creme solari.POI44.586548Porticciolo di Santa CroceIl piccolo porticciolo di Santa Croce dispone di un scalo alaggio ed è protetto da un molo dalla forma articolata, interamente banchinato. All’esterno del porticciolo le coltivazioni di mitili contraddistinguono il lungomare su entrambi i lati. Il porticciolo è generalmente trascurato dai bagnanti che in genere preferiscono raggiungere le attigue spiagge dei Filtri di Aurisina o il lungomare nei dintorni di Miramare.POI44.586548Porticciolo di GrignanoIl piccolissimo porticciolo di Grignano si compone di una diga foranea e di un piccolo pontile, posto al limite dell’Area Marina Protetta di Miramare, riserva gestita dal WWF Italia Oasi con il contributo dell'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU. In questo tratto di mare le norme per la navigazione seguono le regole dettate dalla vicina riserva e anche l’accesso al mare è disciplinato e concesso solo se all’interno di una visita subacquea guidata o attività di snorkeling con accompagnatore.POI44.586548Porticciolo del CedasVicino ad uno dei locali più in voga tra i giovani del lungomare tra Barcola e Miramare si apre il porticciolo del Cedas, dalla caratteristica forma ad U. Il porticciolo è posizionato sopra ad un più antico molo romano, ora scomparso, ma molto ben descritto da Ireneo della Croce, storico triestino del XVII secolo, e da Pietro Kandler, studioso ottocentesco.Sulla destra del porticciolo, guardando il mare, si può godere di un raro tratto di costa con fondale sabbioso.POI44.586548Porticciolo dei Filtri di AurisinaProseguendo da Trieste lungo la strada Costiera, subito dopo la galleria di Grignano, s’incontra sulla sinistra la via Piccard, che conduce sino alla spiaggia libera dei Filtri.Alla fine della via Piccard, occorre imboccare i gradini seguendo un ripido passaggio che conduce fino alla piccola spiaggia di ciottoli, i Filtri di Aurisina. Qui scorrono freschissime le acque dolci che sgorgano da uno dei rami sotterranei del fiume Timavo e che vengono raccolte nell’edificio ottocentesco ben visibile dal piccolo porticciolo e comunemente definito “Castelletto”.Un articolato sistema di vasche sotterranee e pompe raccoglie l'acqua dolce che dopo diversi filtraggi depurativi (da qui si ipotizza derivi il nome della spiaggia), contribuisce ad approvvigionare la città.In prossimità della spiaggia dei Filtri si trova anche l'omonimo porticciolo che ospita alcune decine di natanti per lo più appartenenti alla gente del posto. Superato il porticciolo, seguendo la linea di costa, si raggiunge un graziosa insenatura, luogo di incontro per gli amanti del naturismo.POI44.586548Piazza OberdanLa centralissima Piazza Oberdan si trova lungo la principale arteria che conduce alla Stazione Centrale, via Carducci e fa da sfondo all’intero Borgo Teresiano. Un tempo qui si apriva una caserma austriaca dove fu imprigionato e poi giustiziato, tra i molti altri, Guglielmo Oberdan, acceso sostenitore dell’irredentismo italiano. Negli anni Venti-Trenta si rimodernò il lato della piazza che dà le spalle all’entroterra, demolendo la caserma e costruendo al suo posto una serie di edifici porticati in stile razionalista disegnati da Umberto Nordio. Il luogo continuò ad assolvere a funzioni dolorose, essendo l’edificio di destra, ex palazzo Ras, sede del comando delle SS tra 1943-45 e luogo di prigionia e di tortura. La statua "Cantico dei Cantici", che si staglia nell’aiuola centrale è opera di Marcello Mascherini e raffigura una coppia di amanti, quasi a riaccendere una luce positiva in questo posto peraltro ora fulcro degli incontri dei giovani triestini e capolinea dell’amatissimo tram che sale fino ad Opicina. Ad un lato della piazza, nell'edificio appositamente costruito
dall'architetto Umberto Nordio nel 1934, e decorato con affreschi di
Carlo Sbisà è ospitato il Museo del Risorgimento. Sono qui visibili
documenti, fotografie, divise, cimeli, dipinti raffiguranti fatti e
personaggi delle vicende risorgimentali locali,…POI44.586548Parco di GlobojnerL’entrata principale al parco Globojner del monte Calvo si trova al Valico di monte Spaccato in cui convergono alcune importanti direttrici della viabilità escursionistica carsica: la strada romana che sale dalle città e i sentieri verso Basovizza - monte Spaccato e quelli verso Banne e Opicina tra cui la panoramica passeggiata De Rin, ultimamente dotate di tabelle informative . I boschi del parco sono proprietà degli abitanti di Padriciano che fondarono nel 1898 un apposito Consorzio boschivo per la gestione di tutti i boschi comuni. La strada romana, secondo alcuni ricercatori, collegava Trieste con Postumia e, a sua volta, molto probabilmente ricalcava un percorso preistorico. Infatti sul soprastante monte Calvo (455 m), a poche centinaia di metri dalla panoramica Vedetta Alice, sono stati ritrovati i resti del muro di cinta di un castelliere, tipico villaggio fortificato dell’età del bronzo e del ferro. La strada che porta a Trieste viene ricordata come uno dei passaggi obbligati per gli abitanti di Padriciano che scendevano a San Giovanni e poi in città con le loro mercanzie, latte, frutta e ortaggi.POI44.586548Palestra arrampicata della CostieraLa palestra della Costiera è forse la migliore falesia della provincia di Trieste; essa si colloca sulla parete esterna della galleria naturale in cui passa la famosa strada costiera che collega Sistiana a Trieste percorrendo tutto il costone dell’altopiano carsico. Le pareti ospitano lunghi itinerari di tutte le difficoltà (dal 5a all’8c+), tutti ottimamente attrezzati. La roccia, compattissima, è modellata dall’azione del carsismo ed offre diversi stili di arrampicata; le placche appoggiate e verticali si alternano a forti strapiombi spesso ridisegnati da colate calcitiche multiformi. La vista sul golfo di Trieste si apprezza a pieno quando, in cima agli itinerari, ci si volta per un istante verso il mare: i bagnanti incuriositi sulle spiagge poco sotto alla falesia spesso salutano il climber giunto in cima alla via come per complimentarsi con lui per l’impresa compiuta. Ma anche in questo caso, come per le pareti della Napoleonica, si viene rapiti dalla natura mediterranea, dalla brezza marina, dal tramonto che dipinge con mille colori le pareti della falesia. È qui, senza dubbio, che ci si innamora dell’arrampicata. POI44.586548Osservatorio astronomicoL’Osservatorio Astronomico di Basovizza oltre a concentrarsi sugli obiettivi scientifici specifici si rivolge anche al mondo della scuola, offrendo la possibilità di osservare, rimanendo a scuola, il Sole e le stelle via internet attraverso telescopi a controllo remoto posti nella Stazione Osservativa di Basovizza. Sia gli studenti che gli appassionati possono collegarsi anche all’Osservatorio virtuale, consultando i maggiori archivi di immagini professionali del mondo, a testimoniare come nella città di antichi naviganti le stelle siano rimaste fino al giorno d’oggi un elemento di profondo interesse. Il primo nucleo dell’osservatorio, come parte della Scuola Nautica, fu voluto da Maria Teresa nel 1753, ed era ubicato nel centro cittadino. Nei secoli successivi l’osservatorio ha cambiato sede più volte, fino agli inizi degli anni ’70, quando sotto la direzione di Margherita Hack si scelse di spostarlo a Basovizza, per provare a sfuggire dall’inquinamento luminoso del centro cittadino. In quegli stessi anni l’Osservatorio Astronomico di Trieste è divenuto un moderno istituto di ricerca a carattere internazionale, grazie proprio alla direzione di Margherita Hack.POI44.586548Monumento ai caduti di BasovizzaFerdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič, quattro antifascisti di etnia slovena, furono fucilati nel 1930, a seguito dell’attentato da loro compiuto ai danni della redazione del giornale fascista "Il Popolo di Trieste", costato la vita ad una persona e il ferimento di altre tre. Negli anni ’40 del Novecento i quattro divennero il simbolo della lotta slovena contro il fascismo, con il nome di "eroi di Basovizza". Il nome stesso del paese, nella sua versione slovena: Bazovica, divenne simbolo della resistenza slovena. Il monumento attuale è stato voluto dalle locali associazioni slovene per ricordare i quattro caduti. Ogni anno vengono celebrate delle commemorazioni presso il monumento a cui presenziano autorità slovene ed italiane.POI44.586548Comprensorio di San GiovanniUn vivace parco cinto da un alto muro, una serie di edifici dal gusto antico tra i quali spicca la statua di un cavallo spigoloso: ecco come appare oggi l’ex Ospedale Psichiatrico Provinciale nel rione cittadino di San Giovanni. Il parco misura 22 ettari, e conta 40 edifici. Da qui Franco Basaglia diede avvio a quella che divenne la legge 180/78 che apriva le porte agli ospedali psichiatrici e che concepiva in modo tutto nuovo e non più solo repressivo il disagio psichiatrico. La cittadella aprì quindi le sue porte e così cambio definitivamente la vita degli abitanti originali. Oggi il Comprensorio, grazie ad un sapiente lavoro di ripristino operato dalla Provincia di Trieste è parte integrante del tessuto urbano, è servito da una linea di bus, e ospita al suo interno ben otto palazzine universitarie, un bar, un ristorante, diverse palazzine occupate dall’Azienda Sanitaria e un teatrino intitolato a Franco e Franca Basaglia, in grado di accogliere 250 persone. Dal 2009 nell'area Nord-Est del parco è presente un roseto con quasi 2000 varietà di rose diverse. Ogni anno nel parco di San Giovanni si tengono numerosi eventi tra i quali vogliamo ricordare "Horti Tergestini" - Mostra mercato di piante…POI44.586548Grotta di PriamoModestissimo vano che si apre sul fianco di una modesta dolina. Nota da sempre, la cavità durante le guerre è stata oggetto di lavori per adattarla a ricovero, tanto che la parte finale della grotta, estesa complessivamente poco più di 20 metri, è costituita da una camera quasi del tutto artificiale. In un profondo scavo effettuato a ridosso della parete terminale è stata rinvenuta una mandibola umana di età incerta.Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Grotta di PriamoModestissimo vano che si apre sul fianco di una modesta dolina. Nota da sempre, la cavità durante le guerre è stata oggetto di lavori per adattarla a ricovero, tanto che la parte finale della grotta, estesa complessivamente poco più di 20 metri, è costituita da una camera quasi del tutto artificiale. In un profondo scavo effettuato a ridosso della parete terminale è stata rinvenuta una mandibola umana di età incerta.Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Grotta di BacLa grotta ha due imbocchi che si aprono in una zona prativa, oltre all'ingresso a caverna, un breve pozzo conduce ad un vano laterale limitato da rozzi muretti: estesa circa 130 metri è profonda appena 16. Il primo tratto è costituito da una spaziosa galleria in declivio lungo la quale si notano grandi fosse derivate dallo scoppio di residuati bellici qui distrutti dai rastrellatori. Dopo una brusca svolta il soffitto si innalza, il suolo diviene argilloso ed appaiono imponenti panneggi e massicci gruppi stalagmitici anneriti e danneggiati.Accessibile, con attenzione, a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Grotta di BacLa grotta ha due imbocchi che si aprono in una zona prativa, oltre all'ingresso a caverna, un breve pozzo conduce ad un vano laterale limitato da rozzi muretti: estesa circa 130 metri è profonda appena 16. Il primo tratto è costituito da una spaziosa galleria in declivio lungo la quale si notano grandi fosse derivate dallo scoppio di residuati bellici qui distrutti dai rastrellatori. Dopo una brusca svolta il soffitto si innalza, il suolo diviene argilloso ed appaiono imponenti panneggi e massicci gruppi stalagmitici anneriti e danneggiati.Accessibile, con attenzione, a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Grotta del Bersaglio MilitareE’ un modesto vano rischiarato dalla luce che penetra dai due ampi ingressi che si aprono, mascherati da fitti roveti, nella pineta che digrada verso mare dal Monte S. Primo. Una serie di rozzi gradini porta nella disadorna caverna in cui sono stati rinvenuti numerosi resti di vasi ed altri oggetti preistorici. Durante la Prima Guerra Mondiale è stata utilizzata come ricovero occasionale durante manovre ed esercitazioni, donde il nome.Accessibile a tutti.POI44.586548Grotta del Bersaglio MilitareE’ un modesto vano rischiarato dalla luce che penetra dai due ampi ingressi che si aprono, mascherati da fitti roveti, nella pineta che digrada verso mare dal Monte S. Primo. Una serie di rozzi gradini porta nella disadorna caverna in cui sono stati rinvenuti numerosi resti di vasi ed altri oggetti preistorici. Durante la Prima Guerra Mondiale è stata utilizzata come ricovero occasionale durante manovre ed esercitazioni, donde il nome.Accessibile a tutti.POI44.586548Foiba di Basovizza"Onore e cristiana pietà a coloro che qui sono caduti. Il loro sacrificio ricordi agli uomini le vie della giustizia e dell'amore sulle quali fiorisce la vera pace". Questa la preghiera incisa sul monumento dedicato alle vittime gettata all'interno di questo pozzo, originariamente scavato nella roccia a inizi Novecento per scopi minerari. Il carbone che si riusciva ad estrarre era però troppo poco e così il pozzo, profondo 300 metri e lungo 700, fu parzialmente colmato gettandovi residuati bellici austriaci della I Guerra Mondiale. Durante la II Guerra Mondiale il pozzo fu utilizzato come un luogo funesto dove far sparire chi si opponeva alle truppe titine. Il numero delle persone che qui trovarono la morte non è tuttora noto. Dal 1992 il sito è stato dichiarato monumento nazionale per Decreto del Presidente della Repubblica. POI44.586548Faro della VittoriaAlla fine della I Guerra Mondiale si avvertì la necessità di dotare Trieste di un faro più importante rispetto alla Lanterna posta all’estremità delle rive e al contempo di ricordare i marinai caduti in guerra. Nel 1927 fu così inaugurato il faro posto all’ingresso della città dal re Vittorio Emanuele III. Il faro si erge sopra ad un precedente forte austriaco, il Forte Kressich, e fu disegnato dall’architetto Arduino Berlam e abbellito con la statua della Vittoria alata sulla sua parte superiore, ad opera di Giovanni Mayer e Giacomo Sebroth, e del Marinaio Ignoto in quella inferiore, ad opera congiunta di Giovanni Mayer e Regolo Salandini. Il faro nella parte inferiore è realizzato con la pietra carsica di Gabria, e in quella superiore con la pietra istriana di Orsera. Ad aumentare il valore commemorativo del faro, sulla sua parte bassa sono incastonati, sul davanti l’ancora del cacciatorpediniere Audace, la prima nave italiana entrata a Trieste il 3 novembre 1918, e ai lati dell’ingresso due proiettili della corazzata austriaca Viribus Unitis. Su una pietra bianca centrale capeggia il monito: “A.D. MCMXXVII Splendi e ricorda i Caduti sul mare MCMXV – MCMXVIII”.Attualmente, grazie a una convenzione fra l'ex Provincia di Trieste, oggi…POI44.586548Centro storico di TriesteTrieste è una città storicamente posta al crocevia, punto di incontro e commistione di genti, lingue e religioni diverse. Queste profonde differenze sono divenute la ricchezza e l’identità stessa della città che già dall’impostazione della sua piazza principale, Piazza dell'Unità d’Italia proclama il suo legame profondo con il mare e le sue genti. Il momento di maggior sviluppo della città si ebbe a partire dal 1719 quando l’imperatore Carlo VI rese Trieste il maggior porto franco dell’intero Impero Austriaco. Questo fatto determinò lo sviluppo del porto, la costruzione di nuove linee ferroviarie ed un ampliamento urbanistico della città stessa. L’espansione edilizia in centro città ebbe il suo apice con la costruzione del Borgo Teresiano, area prima adibita a saline che per volere di Maria Teresa fu convertita in area urbana con strade tra loro perpendicolari di egual larghezza. Nel Borgo Teresiano si affiancavano sobri edifici con magazzini al piano terra e abitazioni ai piani superiori. L’eclettismo degli stili architettonici, dettato molte volte dalle varie provenienze dei committenti, è ben visibile negli edifici che si affacciano sulle Rive e nei palazzi che incorniciano tre lati di Piazza dell'Unità. Liberty, neoclassico ed eclettismo ottocentesco sono gli stili che dominano i palazzi del…POI44.586548Centro storico di TriesteTrieste è una città storicamente posta al crocevia, punto di incontro e commistione di genti, lingue e religioni diverse. Queste profonde differenze sono divenute la ricchezza e l’identità stessa della città che già dall’impostazione della sua piazza principale, Piazza dell'Unità d’Italia proclama il suo legame profondo con il mare e le sue genti. Il momento di maggior sviluppo della città si ebbe a partire dal 1719 quando l’imperatore Carlo VI rese Trieste il maggior porto franco dell’intero Impero Austriaco. Questo fatto determinò lo sviluppo del porto, la costruzione di nuove linee ferroviarie ed un ampliamento urbanistico della città stessa. L’espansione edilizia in centro città ebbe il suo apice con la costruzione del Borgo Teresiano, area prima adibita a saline che per volere di Maria Teresa fu convertita in area urbana con strade tra loro perpendicolari di egual larghezza. Nel Borgo Teresiano si affiancavano sobri edifici con magazzini al piano terra e abitazioni ai piani superiori. L’eclettismo degli stili architettonici, dettato molte volte dalle varie provenienze dei committenti, è ben visibile negli edifici che si affacciano sulle Rive e nei palazzi che incorniciano tre lati di Piazza dell'Unità. Liberty, neoclassico ed eclettismo ottocentesco sono gli stili che dominano i palazzi del…POI44.586548Centro didattico naturalistico di BasovizzaIl Centro didattico naturalistico di Basovizza, realizzato e gestito dal Corpo forestale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, è un moderno centro visite costruito con alcuni criteri di bioedilizia, dotato di una sala conferenze che può ospitare una cinquantina di persone e di un settore dedicato alle mostre temporanee. La visita si svolge lungo un coinvolgente percorso tra diorami, materiali didattici interattivi - sensoriali e supporti multimediali. Attraverso tematiche storico-naturalistiche, illustra la biodiversità del Carso, l’importanza delle foreste, il rapporto uomo - bosco - legno e affronta temi di valenza globale, quali l’ecosostenibilità dei comportamenti. Il Centro didattico naturalistico partecipa e realizza specifici progetti didattici per scuole di vario grado (anche in lingua slovena) e organizza escursioni ed eventi di carattere naturalistico. La struttura è anche punto di partenza per una vasta scelta di escursioni sul territorio carsico spaziando attraverso tutti i suoi ambienti caratteristici. Un itinerario di notevole interesse (segnavie CAI 44) è il Sentiero didattico naturalistico Josef Ressel, attrezzato a raggi infrarossi per non vedenti che, attraversando il Bosco Igouza, raggiunge, in territorio sloveno, il noto Equile di Lipizza.POI44.586548Centro didattico naturalistico di BasovizzaIl Centro didattico naturalistico di Basovizza, realizzato e gestito dal Corpo forestale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, è un moderno centro visite costruito con alcuni criteri di bioedilizia, dotato di una sala conferenze che può ospitare una cinquantina di persone e di un settore dedicato alle mostre temporanee. La visita si svolge lungo un coinvolgente percorso tra diorami, materiali didattici interattivi - sensoriali e supporti multimediali. Attraverso tematiche storico-naturalistiche, illustra la biodiversità del Carso, l’importanza delle foreste, il rapporto uomo - bosco - legno e affronta temi di valenza globale, quali l’ecosostenibilità dei comportamenti. Il Centro didattico naturalistico partecipa e realizza specifici progetti didattici per scuole di vario grado (anche in lingua slovena) e organizza escursioni ed eventi di carattere naturalistico. La struttura è anche punto di partenza per una vasta scelta di escursioni sul territorio carsico spaziando attraverso tutti i suoi ambienti caratteristici. Un itinerario di notevole interesse (segnavie CAI 44) è il Sentiero didattico naturalistico Josef Ressel, attrezzato a raggi infrarossi per non vedenti che, attraversando il Bosco Igouza, raggiunge, in territorio sloveno, il noto Equile di Lipizza.POI44.586548Castello e parco di MiramareBianca perla che spicca sul litorale triestino, il Castello di Miramare è un luogo simbolo della città. La residenza, protesa verso il Golfo di Trieste in una posizione panoramica incantevole, fu costruita tra il 1856 e il 1860 per l'arciduca Massimiliano d'Asburgo e la moglie Carlotta del Belgio. Perfetta sintesi tra natura e arte, fu progettata dall’ingegnere austriaco Carl Junker in stile eclettico, fondendo armoniosamente elementi gotici, medievali e rinascimentali, secondo la moda architettonica dell’epoca. Più volte visitata anche dalla principessa Sissi, la lussuosa dimora, oggi museo, conserva all’interno i suoi arredi originari, a firma degli artigiani Franz e Julius Hofmann. Il pianoterra, più intimo, era destinato agli appartamenti privati dell’arciduca, mentre al primo piano ci sono le splendide sale di rappresentanza, ornate da sontuose tappezzerie e stemmi imperiali.Nel rigoglioso parco del castello, decorato con sculture e ricco di pregiate specie botaniche, si possono visitare le serre tropicali e il centro WWF, gestore dell’Area Marina Protetta di Miramare. Poco prima dell’ingresso al parco ci sono le Scuderie, divenute sede espositiva, e il Castelletto.POI44.586548Castello e parco di MiramareBianca perla che spicca sul litorale triestino, il Castello di Miramare è un luogo simbolo della città. La residenza, protesa verso il Golfo di Trieste in una posizione panoramica incantevole, fu costruita tra il 1856 e il 1860 per l'arciduca Massimiliano d'Asburgo e la moglie Carlotta del Belgio. Perfetta sintesi tra natura e arte, fu progettata dall’ingegnere austriaco Carl Junker in stile eclettico, fondendo armoniosamente elementi gotici, medievali e rinascimentali, secondo la moda architettonica dell’epoca. Più volte visitata anche dalla principessa Sissi, la lussuosa dimora, oggi museo, conserva all’interno i suoi arredi originari, a firma degli artigiani Franz e Julius Hofmann. Il pianoterra, più intimo, era destinato agli appartamenti privati dell’arciduca, mentre al primo piano ci sono le splendide sale di rappresentanza, ornate da sontuose tappezzerie e stemmi imperiali.Nel rigoglioso parco del castello, decorato con sculture e ricco di pregiate specie botaniche, si possono visitare le serre tropicali e il centro WWF, gestore dell’Area Marina Protetta di Miramare. Poco prima dell’ingresso al parco ci sono le Scuderie, divenute sede espositiva, e il Castelletto.POI44.586548Colle di San GiustoDalla sommità del colle di San Giusto si può abbracciare con lo sguardo tutta la città moderna che brulica ai nostri piedi, ma qui è anche possibile rivivere le atmosfere più antiche che hanno coinvolto la storia cittadina, da forte protostorico al foro della colonia romana di Tergeste, al fulcro della cittadina medioevale, il tutto essendo accompagnati da guide d’eccezione: i gatti di San Giusto. Le maggiori tracce di epoca romana rimaste sono: i resti della basilica forense nel piazzale antistante il castello, le porte monumentali (i propilei) ora inglobate nel campanile della cattedrale, e le numerose lapidi incastonate nei muri di quest’ultima. Scendendo le pendici del colle si incontra il teatro, il maggiore tra i resti romani conservatisi. Il periodo medievale ha pure lasciato tracce evidenti, come l’attuale chiesa di San Giusto, fabbrica in evoluzione per molti secoli, il castello e le mura di cui oggi rimane integra solo una torre: Tor Cucherna. Sulle pendici del colle si possono infine vedere le lapidi commemorative dei molti soldati che hanno perso la vita nel corso della I Guerra Mondiale, ricordati anche da un monumento posto sulla sommità del piazzale.POI44.586548Colle di San GiustoDalla sommità del colle di San Giusto si può abbracciare con lo sguardo tutta la città moderna che brulica ai nostri piedi, ma qui è anche possibile rivivere le atmosfere più antiche che hanno coinvolto la storia cittadina, da forte protostorico al foro della colonia romana di Tergeste, al fulcro della cittadina medioevale, il tutto essendo accompagnati da guide d’eccezione: i gatti di San Giusto. Le maggiori tracce di epoca romana rimaste sono: i resti della basilica forense nel piazzale antistante il castello, le porte monumentali (i propilei) ora inglobate nel campanile della cattedrale, e le numerose lapidi incastonate nei muri di quest’ultima. Scendendo le pendici del colle si incontra il teatro, il maggiore tra i resti romani conservatisi. Il periodo medievale ha pure lasciato tracce evidenti, come l’attuale chiesa di San Giusto, fabbrica in evoluzione per molti secoli, il castello e le mura di cui oggi rimane integra solo una torre: Tor Cucherna. Sulle pendici del colle si possono infine vedere le lapidi commemorative dei molti soldati che hanno perso la vita nel corso della I Guerra Mondiale, ricordati anche da un monumento posto sulla sommità del piazzale.POI44.586548Colle di San GiustoDalla sommità del colle di San Giusto si può abbracciare con lo sguardo tutta la città moderna che brulica ai nostri piedi, ma qui è anche possibile rivivere le atmosfere più antiche che hanno coinvolto la storia cittadina, da forte protostorico al foro della colonia romana di Tergeste, al fulcro della cittadina medioevale, il tutto essendo accompagnati da guide d’eccezione: i gatti di San Giusto. Le maggiori tracce di epoca romana rimaste sono: i resti della basilica forense nel piazzale antistante il castello, le porte monumentali (i propilei) ora inglobate nel campanile della cattedrale, e le numerose lapidi incastonate nei muri di quest’ultima. Scendendo le pendici del colle si incontra il teatro, il maggiore tra i resti romani conservatisi. Il periodo medievale ha pure lasciato tracce evidenti, come l’attuale chiesa di San Giusto, fabbrica in evoluzione per molti secoli, il castello e le mura di cui oggi rimane integra solo una torre: Tor Cucherna. Sulle pendici del colle si possono infine vedere le lapidi commemorative dei molti soldati che hanno perso la vita nel corso della I Guerra Mondiale, ricordati anche da un monumento posto sulla sommità del piazzale.POI44.586548Bosco BazzoniIl Bosco Bazzoni, assieme al contiguo Bosco Venezian, appartiene al demanio forestale regionale che ha posizionato sui percorsi escursionistici alcune tabelle informative. L’ambiente più rappresentativo è il rimboschimento di fine ‘800 a pino nero e di altre conifere come l’abete greco, il cedro dell’Atlante, il cedro dell’Himalaya, l’abete di Spagna, l’abete del Caucaso, il tasso e la tuia gigante a cui erano dedicate delle apposite particelle sperimentali. Queste particelle, percorse da una facile viabilità, si compenetrano al bosco di latifoglie carsiche relegando residue aree di landa, ad alto contenuto di biodiversità, in zone marginali della proprietà. Buona la presenza faunistica.POI44.586548Bosco BazzoniIl Bosco Bazzoni, assieme al contiguo Bosco Venezian, appartiene al demanio forestale regionale che ha posizionato sui percorsi escursionistici alcune tabelle informative. L’ambiente più rappresentativo è il rimboschimento di fine ‘800 a pino nero e di altre conifere come l’abete greco, il cedro dell’Atlante, il cedro dell’Himalaya, l’abete di Spagna, l’abete del Caucaso, il tasso e la tuia gigante a cui erano dedicate delle apposite particelle sperimentali. Queste particelle, percorse da una facile viabilità, si compenetrano al bosco di latifoglie carsiche relegando residue aree di landa, ad alto contenuto di biodiversità, in zone marginali della proprietà. Buona la presenza faunistica.POI44.586548Borgo di TrebicianoIl borgo carsico di Trebiciano dista 8,5 km da Trieste, è posto a 344 metri s.l.m. Il piccolo nucleo di Trebiciano, sorto come centro agricolo e citato per la prima volta nel 1330, è formato perlopiù da case ristrutturate o moderne. Si possono scorgere però ancora alcuni scorci che ci fanno immaginare come potesse essere il villaggio fino a metà Novecento: frutto di un recente restauro si può ammirare una casa monocellulare con camino absidato e con la copertura costituita da lastre di pietra calcarea locale. Un altro luogo in cui si concentra la storia è la chiesa di Sant’Andrea apostolo, risalente al 1865 nella sua versione ultima ma probabilmente già esistente alla fine del Seicento. All’interno troviamo una statua settecentesca dedicata a San Giusto, originaria della cattedrale triestina, e la base dell'altare dedicato alla Madonna del 1766.POI44.586548Borgo di Santa CroceIl borgo carsico di Santa Croce dista 13 km da Trieste, è posto a 208 metri s.l.m. Il piccolo villaggio di Santa Croce fu uno dei punti di passaggio delle antiche vie percorse dai pellegrini, come lo testimoniano le pietre decorate della casa n. 140 posta nel centro del borgo. L’edificio a pianta rettangolare fu realizzato in grossi blocchi di calcare tra Tre e Quattrocento e riporta gli altorilievi della conchiglia di San Giacomo e del bordone, il bastone del pellegrino, motivi animali e ornamentali scolpiti in diversi punti dell’edificio. Si pensa infatti che l’edificio fosse adibito a ricovero per i pellegrini diretti ai luoghi sacri e transitanti per qualche porto dell’alto Adriatico, forse proprio per quello di Santa Croce o di Grignano. La chiesa centrale, dedicata all’Invenzione della Santa Croce, è ricordata già in documenti della metà del Trecento, anche se nella sua forma attuale risale alla fine del Cinquecento. La chiesetta posta all’estremità del paese è invece dedicata a San Rocco, protettore dei viandanti, ed è del 1646. La particolarità di quest’ultima è la statua del questuante sul lato sinistro della facciata nel 1895: ponendo una moneta nella borsa questa arrivava direttamente in una cassettina posta all’interno della chiesa.…POI44.586548Borgo di ProseccoIl borgo carsico di Prosecco dista 9 Km da Trieste, è posto a 235 metri s.l.m.Il toponimo Prosecco, compare in diverse varianti già dalla fine del 1200 e significa “bosco tagliato”, come ad indicare un’area destinata alle coltivazioni. La zona è storicamente famosa per la coltivazione di vari vitigni, primo fra tutti la glera, da cui si produce anche lo spumante Prosecco, seguito poi da malvasia, terrano e vitovska.Tuttora attive varie rivendite locali, le osmize, dove è possibile assaggiare questi vini dal sapore deciso accompagnati da salumi e verdure sottolio.Prosecco si compone ora di due parti: il nucleo più antico che riflette ancora le caratteristiche dell’abitato originario formato da contadini, pescatori e cavatori di pietre, ingranditosi con la costruzione della Ferrovia Meridionale nella seconda metà dell’Ottocento e un nuovo nucleo: Borgo San Nazario, sorto dopo il 1950, con l’arrivo degli esuli istriani.POI44.586548Borgo di PadricianoIl borgo carsico di Padriciano dista 5,6 km da Trieste, è posto a 360 metri s.l.m. Padriciano, citato per la prima volta nel XIV secolo, fu fino alla metà del Novecento un borgo di contadini e pastori immerso nella calma e nella quiete, caratterizzato dalla classica cisterna per l’acqua e da una piccola chiesetta dedicata ai Santi Cirillo e Metodio. Dagli anni '50 Padriciano divenne uno dei principali centri di accoglienza degli esuli italiani in fuga dall’ex Jugoslavia, specialmente nel 1954-55, dopo la spartizione territoriale tra Zona A, all’Italia, e zona B, alla Jugoslavia. Il centro di raccolta profughi fu dismesso negli anni ’70 anche se rimane tuttora integro e visitabile, al suo interno è stato costituito infatti il Museo di Carattere Nazionale Centro Raccolta Profughi di Padriciano. Per informazioni www.padriciano.org.Dal 1978 a Padriciano è stato realizzato "AREA Science Park", il più grande parco scientifico italiano.POI44.586548Borgo di OpicinaIl borgo carsico di Opicina dista 6 km da Trieste, è posto a 320 metri s.l.m. Opicina è il maggiore centro abitato del Carso, divenuto ormai sede abitativa di molte delle persone che lavorano a Trieste. Il borgo è un punto di partenza ideale per le passeggiate sull’altipiano: sotto l’obelisco parte la Napoleonica, ufficialmente Strada Vicentina dal nome del costruttore, la passeggiata più amata dai triestini: tre chilometri pianeggianti con splendidi panorami. Storicamente Opicina è sempre stata un punto in cui confluivano strade provenienti da direzioni opposte e che qui portarono a stabilirsi pastori e contadini sloveni, a cui si aggiunsero varie popolazioni provenienti dai Balcani. Da qui passava la strada carraia, proveniente da Duino e diretta a Basovizza, la strada commerciale che congiungeva il ricco porto franco di Trieste con l’altipiano e sempre da qui partiva poi la strada per Vienna. Qui c’è anche la grande stazione della ferrovia meridionale, linea ora quasi in disuso, un tempo la principale direttrice verso Vienna. Il tram che congiunge Opicina con il centro di Trieste è invece sempre attivo e particolarmente amato dalla popolazione. ATTENZIONE: Il servizio tram è momentaneamente sospeso.POI44.586548Borgo di GropadaIl borgo carsico di Gropada dista 6,5 km da Trieste, è posto a 400 metri s.l.m.Piccolo centro carsico, nominato la prima volta in un documento del 1278, formato da un gruppo di case rimodernate disposte lungo la strada principale. Nello slargo centrale sono posizionati il monumento alla Resistenza e il tipico pozzo carsico, ma di recente fattura.La Chiesa di San Rocco sembra sia stata costruita nel XVI secolo, come ex voto in seguito ad una delle epidemie che hanno colpito l’altipiano nel corso dei secoli.POI44.586548Borgo di ConconelloIl borgo carsico di Conconello dista 4 km da Trieste, è posto a 370 metri s.l.m. Salendo lungo la strada che da Trieste porta a Conconello si ha una ottima vista sul golfo e sulla città di Trieste.Superato il borgo, al termine della salita, si incontra un parcheggio non asfaltato dal quale inizia il sentiero Derin.POI44.586548Borgo di BasovizzaIl borgo carsico di Basovizza dista 7,5 km da Trieste e si trova a quota 377 metri s.l.m. La derivazione del nome ha un forte legame con la natura: Basovizza, che in sloveno
significa “luogo dei sambuchi” compare per la prima volta in un
documento del 1308. Di poco successiva è la prima costruzione della Chiesa di Santa Maria Maddalena, nel 1336, rimaneggiata e riedificata più volte nel corso dei secoli, fino ad arrivare alla grande
costruzione attuale, ultimata nel 1862, che la ha resa la maggiore per dimensioni di tutto il Carso triestino.Il centro del paese conserva ancora le tipiche stradine strette e tortuose, mentre le case sono state quasi tutte rimodernate.Basovizza è un borgo particolarmente importante e ricco di prati,
situato alle pendici del Monte Cocusso in un'area di interventi per il
ripristino dell'antica landa carsica con la reintroduzione dei pascoli stabili e degli armenti. Da non perdere un'escursione fino alla vetta del Monte Cocusso, passeggiando lungo i sentieri all'interno del Bosco Bazzoni per poi visitare il Centro Didattico Naturalistico del Corpo Forestale Regionale, situato nelle immediate vicinanze del paese.Di particolare interesse naturalistico è il Sentiero J. Ressel che dall'abitato di Basovizza conduce all'interno del Bosco Igouza, primo…POI44.586548Borgo di BarcolaLa località di Barcola dista 3,4 km dal centro di Trieste ed è posta a 14 metri s.l.m. Il lungomare di Barcola, oggi amatissima passeggiata estiva ed invernale dei triestini, fu apprezzato fin dall’epoca romana con il nome Vallicula, Piccola Valle.Qui nel I secolo a.C. fu costruita una villa tra le più importanti della regione, composta da ambienti termali, strutture a mare, una palestra, un ninfeo, e giardini che si estendevano su tutti i 200 metri lungo costa occupati dalla villa. Qui si rinvennero preziosi mosaici e decorazioni pregiate, tra tutte la migliore è la statua in marmo di un atleta. Per i secoli successivi il lungomare fu abitato principalmente dai pescatori, fintanto che la zona divenne sede di molte ville di prestigio dei triestini abbienti. In Viale Miramare 229, vi è uno strano edificio, localmente conosciuto come Villa delle Cipolle, che fu la residenza di un chiacchierato pope russo, Anton Jakic, secondo voci insistenti, una spia al servizio dello Zar. L’edificio risale al 1896, ma negli anni cambiò più volte funzione, divenendo pure una casa d’appuntamenti e poi una bisca di grande fama. Da visitare: Chiesa di San Bartolomeo, eretta nel 1785, arricchita da un rosone del Trecento proveniente…POI44.586548Borgo di BanneIl borgo carsico di Banne dista 4 km da Trieste ed è posto a 366 metri s.l.m.POI44.586548Area Marina Protetta di MiramareTra il porticciolo di Grignano e la riviera di Barcola si apre l’Area Marina Protetta di Miramare, istituita nel 1986 e gestita da WWF Italia Oasi, con un contributo annuale della Provincia di Trieste. La riserva si estende per 30 ettari e ha dei fondali rocciosi, che via via approfondendosi di livello divengono prima sassosi e poi fangosi. All’altezza della scogliera del Castello di Miramare vi è un tratto di costa dove vengono organizzate visite guidate subacquee con autorespiratore. Nell’area restante è proibita ogni forma di immersione o navigazione per preservare l’ecosistema naturale. Turisti e scolaresche sono accolti dai biologi e naturalisti che li guidano alla scoperta della costa e del mondo sommerso, coinvolgendoli anche in attività di campionamento e monitoraggio di flora e fauna.Sito webPOI44.586548Abisso di TrebicianoL'abisso di Trebiciano è una cavità molto nota del Carso triestino per le indagini sulla continuità del corso del fiume Timavo. In questa cavità, infatti, riappare per un breve tratto l'acqua del Timavo che si inabissa nelle Grotte di San Canziano (SLO). Il dislivello totale è di 329 metri ed è quasi interamente costituito da una sequenza di pozzi verticali con al fondo una vasta caverna su cui scorre, come detto, un ramo del fiume Timavo. Durante le piene maggiori la caverna, alta circa 90 metri, si riempie velocemente e completamente d’acqua.POI44.586548Abisso di TrebicianoL'abisso di Trebiciano è una cavità molto nota del Carso triestino per le indagini sulla continuità del corso del fiume Timavo. In questa cavità, infatti, riappare per un breve tratto l'acqua del Timavo che si inabissa nelle Grotte di San Canziano (SLO). Il dislivello totale è di 329 metri ed è quasi interamente costituito da una sequenza di pozzi verticali con al fondo una vasta caverna su cui scorre, come detto, un ramo del fiume Timavo. Durante le piene maggiori la caverna, alta circa 90 metri, si riempie velocemente e completamente d’acqua.POI44.586548Abisso di TrebicianoL'abisso di Trebiciano è una cavità molto nota del Carso triestino per le indagini sulla continuità del corso del fiume Timavo. In questa cavità, infatti, riappare per un breve tratto l'acqua del Timavo che si inabissa nelle Grotte di San Canziano (SLO). Il dislivello totale è di 329 metri ed è quasi interamente costituito da una sequenza di pozzi verticali con al fondo una vasta caverna su cui scorre, come detto, un ramo del fiume Timavo. Durante le piene maggiori la caverna, alta circa 90 metri, si riempie velocemente e completamente d’acqua.POI44.586548Palestra arrampicata di ProseccoLe palestre di roccia di Prosecco si sviluppano lungo e sotto la Strada Vicentina, meglio conosciuta dai triestini come Strada Napoleonica. Queste pareti sono tra le più frequentate della zona da un lato per la comodità d’accesso ma soprattutto per lo splendido panorama che abbraccia quasi interamente il nord adriatico dalle coste dell’alta Istria, passando per la città di Trieste, fino a raggiungere, nelle giornate più terse, la laguna di Venezia. Tutti gli itinerari di arrampicata risultano ottimamente attrezzati ed
adatti sia ai principianti che ai top climber; non è raro, infatti,
osservare i neofiti arrampicare accanto ai grandi campioni
dell’arrampicata moderna, in un clima di amicizia e di reciproco
rispetto. I settori che si sviluppano sul versante al di sotto della Strada Napoleonica sono immersi in un ambiente unico: i profumi di salvia e rosmarino, il calcare bianco ed il mare blu, la poiana ed il corvo reale che sorvolano la boscaglia, tutti questi elementi contribuiscono a rendere l’arrampicata un momento di integrazione profonda con la natura circostante. Le pareti sulla strada offrono la possibilità di arrampicare anche senza attrezzatura o compagno di cordata; è infatti nata in questa falesia la disciplina del traverso che consiste nell’arrampicare a pochi…POI44.586548Grotta VerdeE’ un tratto lungo appena 70 metri di un’ampia galleria, cui si accede o da un pozzo di circa 20 metri, creato dal crollo della volta che si apre in mezzo ad una radura, o da uno stretto pozzetto vicino. La varietà degli ambienti che la compongono e l'agevole accesso, ne hanno fatto una delle più frequentate del Carso, ed è anzi consuetudine che i neofiti della speleologia abbiano qui il primo incontro con le difficoltà ed il fascino del mondo sotterraneo. I numerosi visitatori poco rispettosi delle bellezze ipogee hanno purtroppo rovinato molte concrezioni minori insudiciando, con scritte e firme, le pareti un tempo scintillanti di cristalli. Tuttavia la grotta è ancora suggestiva per la presenza di grandi gruppi colonnari che nella zona illuminata sono rivestiti da un sottile velo vegetale la cui diffusa colorazione verde ricca di sfumature si estende con effetto pittoresco sulle pareti, giustificando il nome attribuito alla cavità dai primi esploratori. Si trova nei pressi della Grotta dell'Alce.POI44.586548Grotta Monte San LeonardoSi tratta di una piccola caverna d'interstrato che si apre alla base di una parete coperta d'edera. La volta si abbassa con brevi gradini verso il suolo terroso che digrada con crescente inclinazione; il vano quindi si riduce ad un basso passaggio che presto diviene impraticabile.Nel 1965, nella parte iniziale della cavità, l'allora Soprintendenza alle Antichità (oggi Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Archeologici, Artistici e Storici del Friuli Venezia Giulia) eseguì uno scavo profondo circa 3 metri (che sembra abbia raggiunto il fondo della cavità ) che dette interessanti reperti risalenti al periodo mousteriano.Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Grotta Monte San LeonardoSi tratta di una piccola caverna d'interstrato che si apre alla base di una parete coperta d'edera. La volta si abbassa con brevi gradini verso il suolo terroso che digrada con crescente inclinazione; il vano quindi si riduce ad un basso passaggio che presto diviene impraticabile.Nel 1965, nella parte iniziale della cavità, l'allora Soprintendenza alle Antichità (oggi Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Archeologici, Artistici e Storici del Friuli Venezia Giulia) eseguì uno scavo profondo circa 3 metri (che sembra abbia raggiunto il fondo della cavità ) che dette interessanti reperti risalenti al periodo mousteriano.Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548La landa CarsicaLa landa carsica è una formazione semi-naturale di prati aridi e semiaridi su terreni calcarei. Il nome, introdotto a inizio ‘900 dai botanici austriaci, deriva dal tedesco Karstheide, usato per indicare i fondi adibiti al pascolo della collettività cui fa riferimento anche il termine gmajna, adottato dalle popolazioni slovene del Carso.La landa ospita un’elevata ricchezza floristica, dominata da graminacee e carici (Ciperacee). La fioritura inizia a fine febbraio coi crochi (Crocus reticulatus), raggiunge l’apice in primavera e si conclude a inizio autunno con le profumate santoregge (Satureja montana subsp. variegata e Satureja subspicata subsp. Liburnica). Il mammifero più comune è la lepre mentre tra gli invertebrati presenti spicca la Saga pedo, la più grande cavalletta del Carso. Ci sono rettili quali il ramarro, il biacco maggiore e la vipera dal corno. La landa è territorio di caccia per uccelli rapaci come il gheppio e la poiana, il biancone, il succiacapre e il gufo reale. In questa zona, attraverso il Progetto di recupero ambientale della Landa Carsica dell'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU attuato in convenzione con la Cooperativa pascolo sociale di Basovizza, s’intende recuperare l’area ed utilizzare il pascolo ovino, caprino e bovino quale strumento di…POI44.586548Grotta dell'OrsoLa grotta si apre con un imponente ingresso sul fondo di una dolina alberata e consiste in un'ampia galleria poco inclinata dalla forma regolare, lunga circa 175 metri, interessata da due brusche svolte. Nella parte terminale un cumulo di formazioni calcitiche chiude ogni passaggio. Intenso è lo stillicidio che rende alcuni tratti del pavimento argilloso piuttosto fangosi. Nel tratto iniziale sono stati effettuati, in varie epoche, numerosi scavi archeologici che hanno rinvenuto resti murari e vasellame preistorico e romano. Il nome deriva dai resti di Ursus spelaeus rinvenuti nei depositi di fondo. Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Grotta dell'OrsoLa grotta si apre con un imponente ingresso sul fondo di una dolina alberata e consiste in un'ampia galleria poco inclinata dalla forma regolare, lunga circa 175 metri, interessata da due brusche svolte. Nella parte terminale un cumulo di formazioni calcitiche chiude ogni passaggio. Intenso è lo stillicidio che rende alcuni tratti del pavimento argilloso piuttosto fangosi. Nel tratto iniziale sono stati effettuati, in varie epoche, numerosi scavi archeologici che hanno rinvenuto resti murari e vasellame preistorico e romano. Il nome deriva dai resti di Ursus spelaeus rinvenuti nei depositi di fondo. Accessibile a tutti purché dotati di una lampada.POI44.586548Giardino botanico CarsianaCarsiana, un giardino botanico di 5000 metri quadrati posto in comune di Sgonico, ospita più di seicento specie vegetali rappresentative della flora di tutta l’area circostante italiana e slovena. Gli studiosi e gli appassionati che ne hanno voluto la creazione nel 1964 hanno optato per contestualizzare tutte le piante nei loro rispettivi ambienti, montano e lacustre, una dolina, un bosco e la boscaglia, la landa, i ghiaioni, una grotta e altri fenomeni carsici come le grize e i campi solcati. Il visitatore può conoscere le caratteristiche di ogni ambiente e le caratteristiche di ogni singola pianta, come ad esempio il periodo di fioritura, leggendo i pannelli che sono disposti su tutta l’area. Carsiana, divenuta proprietà dell'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU, dal 2002, offre la possibilità di effettuare visite guidate individuali, per i gruppi o per scolaresche, per le quali sono disponibili anche attività didattiche e ludico educative per i più giovani. Di recente, a questi habitat si è aggiunta una sezione dedicata al giardino mediterraneo, realizzato dall'ex Provincia di Trieste, UTI Giuliana – Julijska MTU grazie ai fondi del Progetto SIGMA 2, cofinanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia–Slovenia 2007–2013, dal Fondo europeo…POI44.586548Dolina RiselceLa Dolina Riselce, con una profondità di oltre 40 metri ed una imboccatura di circa 160 m per 160 m è senza ogni dubbio una delle depressioni carsiche più interessanti del panorama triestino.La sua origine è con tutta probabilità da ricondurre al crollo della volta di una antica grotta che si era formata in prossimità della superficie. L'acqua, infatti, scorrendo all'interno della roccia calcarea aveva scavato nell'arco di milioni di anni una ampia galleria il cui pavimento corrisponde all'attuale fondo della dolina.Sul fianco della dolina di Riselce sono ancora visibili blocchi di roccia non ancora ricoperti completamente dalla vegetazione. L'età di queste rocce può essere ricostruita a partire dai fossili contenuti al suo interno. Osservando un pezzo di roccia affiorante, con un po' di fortuna, è
possibile vedere conchiglie allungate che assomigliano ad un grande
canino: le rudiste. Si tratta di un mollusco bivalve ormai estinto,
formato da una valva di forma conica, mentre l’altra - simile ad un
coperchietto - chiude il cono.
Questo animale è vissuto soltanto in un periodo di tempo
limitato (da 140 a 60 milioni di anni fa).POI44.586548Castelliere di RupinpiccoloLa cinta esterna del castelliere è lunga ben 240 metri ed è contraddistinta dalla presenza di due varchi d’accesso. L’imponenza dei resti murari ha indotto la locale Soprintendenza a restaurare il sito in considerazione della sua importanza. Il profilo originariamente ellittico del muro del castelliere è oggi interrotto nella sua parte occidentale dalla cava sottostante, ma dalla sezione se ne percepisce ancora bene la robustezza della cinta formata da un muro costruito a secco, con i paramenti esterni formati da grossi blocchi di calcare e il riempimento interno costituito da sassi e terra, per conferire maggior stabilità alla struttura. Il castelliere aveva infatti una funzione prettamente difensiva e di controllo del territorio: sono quasi tutti posti su alture che godono di un’ottima visuale sul territorio circostante e in genere riescono a vedersi l’un l’altro, lasciando pensare che nell’epoca in cui furono utilizzati, il secondo millennio a.C., fosse attiva una sorta di rete di segnalazioni tra un castelliere e l’altro, in modo da formare una vera e propria linea di difesa.POI44.586548Borgo Grotta GiganteIl borgo carsico di Borgo Grotta Gigante dista 10 km da Trieste, è posto a 270 metri s.l.m. La principale attrattiva della località è la Grotta Gigante, la cavità turistica più vasta al mondo; per maggiori dettagli si rimanda alla scheda di approfondimento presente all'interno di questa guida.POI44.586548Borgo Grotta GiganteIl borgo carsico di Borgo Grotta Gigante dista 10 km da Trieste, è posto a 270 metri s.l.m. La principale attrattiva della località è la Grotta Gigante, la cavità turistica più vasta al mondo; per maggiori dettagli si rimanda alla scheda di approfondimento presente all'interno di questa guida.POI44.586548Borgo di SgonicoIl borgo carsico di Sgonico dista 13 km da Trieste ed è posto a 278 metri s.l.m.Sgonico è un paese posto quasi al centro dell’altipiano carsico, in una posizione privilegiata anche per la vicinanza con due stazioni di forte interesse turistico: la Grotta Gigante e il Giardino Botanico Carsiana.La zona fu frequentata nel II millennio avanti Cristo, quando furono costruiti i castellieri su quattro alture del circondario - Sales, Monte San Leonardo, Monte Coste, Rupinpiccolo - due delle quali vennero frequentate anche in epoca romana. La prima citazione del borgo risale invece al 1309, nella forma Swonich, che in sloveno significa campanile. L’attestazione indica come all’epoca vi fossero già una chiesa e relativa torre campanaria di rilievo, cosa peraltro perdurata fino ad oggi, dato che il campanile della chiesa di San Michele Arcangelo è uno dei più alti dell’intero altipiano.POI44.586548Borgo di SamatorzaIl borgo carsico di Samatorza dista 15 km da Trieste, è posto a 250 metri s.l.m.Il borgo di Samatorza è composto da più gruppi di case sparpagliate lungo la strada. La prima citazione del borgo risale al 1327, ma le più antiche frequentazioni risalgono alla preistoria. Tre grotte naturali, la più importante delle quali è la Grotta Azzurra, furono frequentate dagli uomini preistorici che lasciarono tracce del loro passaggio fin dal paleolitico, nonostante i resti più importanti risalgano alle successive fasi mesolitiche e neolitiche. Anche nell’età dei metalli continuarono a rifugiarsi nelle grotte, anche se in questa fase fu costruito nelle vicinanze un castelliere carsico con una doppia cinta di mura perimetrali. Un’altra traccia della storia è rintracciabile ai margini del borgo, dove immersa nel verde, si trova la chiesa di San Ulderico del XV secolo, una delle più antiche del Carso. È una chiesetta con facciata decorata da un piccolo rosone sormontata da un campanile a vela con tre campane. Sul retro della chiesa un piccolo cimitero ospita oltre alle persone del luogo anche un soldato polacco morto nel 1917. Subito al disotto della chiesa si apre una grande dolina che con buona probabilità è stata l’elemento naturale che…POI44.586548Borgo di SalesIl borgo carsico di Sales dista 15 km da Trieste, è posto a 252 metri s.l.m.Come la maggior parte dei borghi carsici, anche Sales ha un passato in cui la pastorizie e l’agricoltura erano le due attività principali. Le prime frequentazioni risalgono all’età del ferro, momento in cui fu costruito il castelliere che si trova nelle vicinanze dell’abitato, il cui toponimo è invece citato per la prima volta nel 1319.POI44.586548Borgo di RupinpiccoloIl borgo carsico di Rupinpiccolo dista 12 km da Trieste, è posto a 297 metri s.l.m. La prima citazione del toponimo Repen è degli inizi del milletrecento e pare derivi dal nome di un tale Rjepa o Repa, che costruì tra XI e XII secolo un primo nucleo corrispondente all’attuale Repen, già Rupingrande. Da un documento tedesco del 1494 si legge per la prima volta il toponimo di Gros Repen, fatto che di per sé determinò la denominazione dell’abitato più piccolo come Rupinpiccolo. Il borgo è famoso per il suo castelliere protostorico, posto all’estremità del paese, sopra la strada che conduce a Repen. Questo castelliere, assieme a quello di Slivia I o castelliere Marchesetti, è quello meglio conservato dell’intera zona e riesce a restituire l’idea di imponenza e controllo del territorio circostante. L’unico lato ora mancante della cinta di mura è stato asportato a fine 1800 durante i lavori nella sottostante cava di pietra calcarea a grana fine e ricchissima di fossili.Il paese ha dato anche il nome alla pietra ornamentale, Repen classico, qui estratta ed esportata in tutto il mondo per la sua bellezza.POI44.586548Borgo di GabrovizzaIl borgo carsico di Gabrovizza dista 12 km da Trieste, è posto a 228 metri s.l.m.Il cuore di Gabrovizza è costituito dalla piazzetta centrale dove si trovano il monumento ai caduti per la Resistenza, sormontato da una pietra carsica dall’aspetto tormentato, e dalla stirna, il pozzo carsico presente in ognuno di questi piccoli borghi dell’altipiano. La mancanza di fiumi superficiali sul Carso ha reso questi pozzi uno degli elementi essenziali di ogni borgo. Sulla ghiera del pozzo di Gabrovizza un’iscrizione riporta la data di costruzione, 1870, e quella del restauro, 2002. La prima citazione del toponimo risale al 1313, e deriva molto probabilmente dal carpino, in sloveno gáber.POI44.586548Borgo di ColludrozzaIl borgo carsico di Colludrozza dista 15 km da Trieste, è posto a 278 metri s.l.m.Colludrozza è un piccolo borgo carsico a vocazione agricola dominato da lunghe serre, e caratterizzato dalle tipiche case carsiche che si dispongono su strette viuzze dall’andamento imprevedibile. Le prime notizie circa l’esistenza del borgo risalgono al 1327.POI44.586548Vedetta di MoccòLa vedetta di Moccò è il miglior punto di osservazione del lato settentrionale della Val Rosandra, per il lato opposto la migliore è quella di San Lorenzo.Per raggiungerla bisogna recarsi a Sant’Antonio in Bosco, e da qui seguire la vecchia strada che conduce a San Michele e poi prosegue fino alla vedetta, posta poco più in alto delle rovine dell’omonimo castello che controllava i traffici della valle durante il medioevo. La valle stupisce ora per il suo fascino di natura incontaminata,per la ricchezza di fenomeni carsici, per gli aspetti della vegetazione e per l’abbondanza di testimonianze storiche del passaggio dell’uomo per questo corridoio naturale.POI44.586548Vedetta CrogoleIl Comune di San Dorligo della Valle, conscio della bellezza del suo territorio, ha voluto la costruzione di una vedetta panoramica posta sul ciglione carsico tra Dolina e Crogole. Da qui la vista spazia sulla parte bassa della Val Rosandra, e sulla piana di Zaule, ormai deturpata dai serbatoi dell’oleodotto e dalla zona industriale di San Dorligo. Vi si accede seguendo il sentiero CAI n. 1, come per tutte le altre vedette.POI44.586548Valico di Prebenico (SP 11)Il miglior modo per raggiungere il panoramico castello di Socerb, in italiano San Servolo, è quello di attraversare il valico che da Prebenico conduce fino al castello, e da qui a Kastelec. La strada è caratterizzata da tornanti e salite, ed è adatta agli amanti della guida sportiva.POI44.586548Valico di Pesek (SS 14)Raggiunto l'abitato di Basovizza, in prossimità del curvone che svolta a destra, mantenersi sulla strada principale lasciandosi l'abitato sulla sinistra. Percorre la Strada Regionale 14 che attraversa una folta pineta per circa 4 km fino a raggiungere la località di Pesek e il Confine di Stato. Anche qui, a seguito del trattato di Schengen, a partire dal dicembre 2007, sono stati smantellati i posti di blocco; è obbligatorio portare con sè un documento di identità in corso di validità poiché saltuariamente si verificano controlli da parte delle autorità competenti. Il confine di Pesek è la via preferenziale (E61) per raggiungere la città di Fiume (Rijeka) in Croazia, tagliando così tutta la costa della penisola Istriana.POI44.586548Sentiero Paola RizziPercorso: San Dorligo della Valle/Dolina, Caresana, Valle delle Noghere.Il percorso si snoda tra il confine sloveno e l’area industriale di San Dorligo, ma riesce comunque a consentire un’immersione nella natura molto piacevole, portando l’escursionista ad attraversare boschi di pini e di querce, alcune talmente vecchie da aver assunto notevoli dimensioni. In primavera il sottobosco stupisce per la ricchezza delle fioriture. Lungo il percorso si possono ammirare il monte Carso, il castello di Socerb o San Servolo, in Slovenia, il monte Cocusso e infine salendo sul monte d’Oro si passa vicino all'area del castelliere protostorico.Il percorso è facile da seguire grazie anche alla presenza di numerosi segnavia.POI44.586548Sentiero Paola RizziPercorso: San Dorligo della Valle/Dolina, Caresana, Valle delle Noghere.Il percorso si snoda tra il confine sloveno e l’area industriale di San Dorligo, ma riesce comunque a consentire un’immersione nella natura molto piacevole, portando l’escursionista ad attraversare boschi di pini e di querce, alcune talmente vecchie da aver assunto notevoli dimensioni. In primavera il sottobosco stupisce per la ricchezza delle fioriture. Lungo il percorso si possono ammirare il monte Carso, il castello di Socerb o San Servolo, in Slovenia, il monte Cocusso e infine salendo sul monte d’Oro si passa vicino all'area del castelliere protostorico.Il percorso è facile da seguire grazie anche alla presenza di numerosi segnavia.POI44.586548Sentiero Paola RizziPercorso: San Dorligo della Valle/Dolina, Caresana, Valle delle Noghere.Il percorso si snoda tra il confine sloveno e l’area industriale di San Dorligo, ma riesce comunque a consentire un’immersione nella natura molto piacevole, portando l’escursionista ad attraversare boschi di pini e di querce, alcune talmente vecchie da aver assunto notevoli dimensioni. In primavera il sottobosco stupisce per la ricchezza delle fioriture. Lungo il percorso si possono ammirare il monte Carso, il castello di Socerb o San Servolo, in Slovenia, il monte Cocusso e infine salendo sul monte d’Oro si passa vicino all'area del castelliere protostorico.Il percorso è facile da seguire grazie anche alla presenza di numerosi segnavia.POI44.586548Pista ciclopedonale Giordano CotturLa pista ciclabile, inaugurata nel 2010, conduce dal centro della città di Trieste fino a Draga Sant’Elia, in Val Rosandra, coprendo una lunghezza di circa 12 chilometri. Il percorso segue il tracciato della ex ferrovia Trieste-Hrpelje (Erpelle) attiva tra il 1887 e il 1959 e smantellata nel 1966. Il tracciato collegava la città portuale con la linea ferroviaria Transalpina che congiungeva l’Istria con Gorizia, per poi risalire verso il cuore dell’allora Impero Austro-Ungarico. Attualmente sono state conservate, anche se spesso utilizzate per altri scopi, molte delle originarie stazioni e delle strutture ferroviarie come le gallerie scavate nella roccia, rendendo il tracciato un percorso interessante anche dal punto di vista dell’archeologia industriale. La pista ciclabile, intitolata a Giordano Cottur, ciclista triestino ai tempi di Coppi e Bartali e cultore dello “sport pulito”, è stata recentemente ripristinata grazie al contributo della Provincia di Trieste.Nel corso del 2016, con la normativa di riordino del sistema Regione - Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia, il sito è passato alla gestione della Regione Friuli Venezia Giulia, Direzione Centrale Infrastrutture e Territorio – Servizio Paesaggio e Biodiversità, Via Sabadini 31 UD.POI44.586548Palestra arrampicata Bagnoli della Val RosandraLa Val Rosandra, o più semplicemente la Valle, è la palestra di roccia storica di Trieste; i fianchi del canyon sono stati presi d’assalto dai più arditi arrampicatori triestini fin dagli inizi del ventesimo secolo ed hanno rappresentato l’avanguardia dell’alpinismo moderno a livello mondiale.Le pareti della Valle ospitano itinerari che soddisfano tutto il pubblico di appassionati, dal principiante che muove i primi passi sulla roccia al climber esperto che trova nella difficoltà la massima espressione del gesto sportivo. La parete più nota è senza dubbio quella che sovrasta il paese di Bagnoli denominata “Falesia dei Canarini”; qui la roccia, lavorata nei millenni dal torrente Rosandra, presenta inclinazioni che sfiorano i 45° richiedendo, così, un impegno fisico notevole. Alcuni splendidi settori si sviluppano sulle pareti che si ergono lungo il percorso della vecchia strada ferrata sulle pendici settentrionali della Valle; qui le difficoltà degli itinerari sono spesso contenute ed unitamente ad una splendida vista su tutto il corso d’acqua rendono l’arrampicata piacevole e rilassante. Per approcciarsi all’arrampicata da non perdere il “Sentiero dell’Amicizia”
(percorso pedonale che parte da Bagnoli e, addentrandosi nel canyon,
raggiunge il paese di Beka, in Slovenia) per muoversi tra gli spuntoni di
roccia e le pareti scoprendo i…POI44.586548Monte CocussoL’ascesa al monte Cocusso (Kokos, 660 m) e quella al vicino monte Castellaro Maggiore (Veliko Gradišče, 742 metri) situato in territorio sloveno, rappresenta una delle escursioni più impegnative e affascinanti nel comprensorio di Basovizza. La vegetazione è molto ricca e varia in quanto la landa delle sue falde, oggetto di un recupero per il reinserimento del pascolo, si alterna ai boschi naturali e a rimboschimenti di pini e abeti in grado di ospitare una gran quantità di specie animali diverse e caratteristiche di altri ambienti. La cima del monte Cocusso permette un'ampia vista sulla regione istriana, sulla laguna veneta e su tutto l’arco alpino. A lato dei numerosi sentieri che collegano tutti i versanti del monte sono presenti alcune testimonianze del passato come i resti di un castelliere protostorico, cippi confinari, cisterne e stagni artificiali per la raccolta dell’acqua, particelle sperimentali di abete greco e rosso, ruderi di un poligono di tiro e diverse cavità naturali. Notevoli alcuni alberi di grosse dimensioni, come un imponente faggio in prossimità della cima.POI44.586548Monte CarsoL’ascesa al monte Carso (al confine tra il Carso classico e l’Istria montana e con una quota massima di 455 m) e al retrostante altipiano di San Servolo situato in territorio sloveno, rappresenta una delle escursioni più impegnative e affascinanti nel comprensorio della Val Rosandra. La vegetazione è ricca e varia per la presenza di ambienti molto diversi. Qui ritroviamo, infatti, aree con abbondanza di acqua corrente (torrente Rosandra) e acqua temporanea (sorgenti di trabocco come l’Antro di Bagnoli), ghiaioni detritici, ex cave abbandonate, zone pianeggianti, vallecole interne dal diverso microclima ed esposizione alla bora, dove si possono osservare alcune tra le più vecchie querce del Carso e i rimboschimenti a pino nero e pino d’Aleppo. La zona ospita una grande quantità di specie animali ed è ultimamente frequentata assiduamente da orso e lupo. A lato dei sentieri che si snodano lungo il monte sono visibili alcune testimonianze del passato come i resti di un castelliere protostorico, iscrizioni confinarie (Grotta delle antiche iscrizioni) e alcune grotte tra cui la grotta di Crogole e la Caverna degli Orsi abitata dall’ Ursus spelaeus e sucessivamente dall’uomo migliaia di anni fa.POI44.586548Grotta Martina CucchiScoperta recentemente in seguito a scavi speleologici, è molto interessante e particolare dai punti di vista morfologico e idrogeologico, fa parte dell’articolato complesso di cavità che si aprono all'interno del Monte Stena, in destra del torrente Rosandra. Lunga quasi 2 km, profonda una sessantina di metri, consiste in articolate e talora strette gallerie, variamente concrezionate, ricche di interessanti depositi fluviali, con laghi e sifoni che rendono la vista affascinante anche se faticosa. L’accesso alla cavità è soggetto a regolamentazione (www.boegan.it).Si apre nell'ambito del Parco della Val Rosandra, geosito di eccezionale interesse, dalle peculiari caratteristiche biologico naturali e storiche.POI44.586548Grotta Gualtiero Savi o Grotta dei SogniE’ una delle più belle ed interessanti grotte del Carso e fa parte dell’articolato complesso di cavità che si aprono all’interno del M. Stena, in destra del torrente Rosandra. Lunga più di tre chilometri e profonda solo una cinquantina di metri, consiste in ampie gallerie e grandi sale, riccamente concrezionate e morfologicamente particolari: gruppi concrezionari, gours, crolli, soffitti a cassettoni, scallops, cannule, eccentriche, colate calcitiche, rendono la vista affascinante. La cavità è una delle trenta protette in Regione, l’esplorazione è soggetta a regolamentazione (www.boegan.it).Si apre nell’ambito del Parco della Val Rosandra, geosito di eccezionale interesse, dalle peculiari caratteristiche biologico naturali e storiche.POI44.586548Chiesetta di Santa Maria in SiarisUna piccola chiesa di pietra si erge in modo inaspettato e quasi acrobatico sul ciglione scosceso della Val Rosandra: è Santa Maria in Siaris, le cui origini sono sconosciute e forse proprio per questo vengono tradizionalmente legate a Carlo Magno. Una leggenda vuole che fu proprio il grande re a volere la chiesa e che ora esso riposi su di un trono di pietra all’interno di una grotta lì vicino, attendendo il Giudizio Universale. La chiesa, probabilmente eretta nel XIII secolo, ha struttura rettangolare, con abside, portico e un piccolo campanile a vela, e nel corso dei secoli è stata restaurata molte volte. Santa Maria in Siaris è meta di pellegrinaggi fin dal 1367, quando vi si recavano i bestemmiatori appartenenti alla Confraternita dei Battuti. Successivamente divenne consuetudine dei triestini recarsi qui in pellegrinaggio il 3 maggio, mentre le genti delle vicine campagne il 15 di agosto.POI44.586548Centro visite della Riserva della Val RosandraA Bagnoli della Rosandra si trova il Centro visite della Riserva Naturale della Val Rosandra - Dolina Glinščice. Questo è il luogo ideale per avere una panoramica d’insieme, grazie alla presenza di diorami, video, testi e immagini, di una valle di estremo interesse sia dal punto di vista storico che naturalistico. La valle è solcata dall’unico fiume che scorre in superficie nell’intera provincia di Trieste ed è un ambiente particolarmente interessante per l’abbondanza di fenomeni carsici, per l’alto livello di biodiversità della flora, e per la moltitudine di tracce lasciate dall’uomo dalla preistoria in poi. Sono ancora visibili le tracce lasciate dagli uomini nelle grotte, ripari di fortuna dalla preistoria, fino al medioevo, sulle cime del Monte Carso e del Monte San Michele, dove si ergono i castellieri protostorici, i resti dell’acquedotto romano nel fondovalle, i castelli medioevali per il controllo del territorio a varie altezza della valle e la chiesetta di Santa Maria in Siaris. Da non perdere il percorso lungo l’antica ferrovia che costeggia tutta la valle e che è ora divenuta una pista ciclabile, e le due vedette di Moccò e di San Lorenzo, dalle quali si ammira un panorama splendido che spazia fino al mare. Il…POI44.586548Centro visite della Riserva della Val RosandraA Bagnoli della Rosandra si trova il Centro visite della Riserva Naturale della Val Rosandra - Dolina Glinščice. Questo è il luogo ideale per avere una panoramica d’insieme, grazie alla presenza di diorami, video, testi e immagini, di una valle di estremo interesse sia dal punto di vista storico che naturalistico. La valle è solcata dall’unico fiume che scorre in superficie nell’intera provincia di Trieste ed è un ambiente particolarmente interessante per l’abbondanza di fenomeni carsici, per l’alto livello di biodiversità della flora, e per la moltitudine di tracce lasciate dall’uomo dalla preistoria in poi. Sono ancora visibili le tracce lasciate dagli uomini nelle grotte, ripari di fortuna dalla preistoria, fino al medioevo, sulle cime del Monte Carso e del Monte San Michele, dove si ergono i castellieri protostorici, i resti dell’acquedotto romano nel fondovalle, i castelli medioevali per il controllo del territorio a varie altezza della valle e la chiesetta di Santa Maria in Siaris. Da non perdere il percorso lungo l’antica ferrovia che costeggia tutta la valle e che è ora divenuta una pista ciclabile, e le due vedette di Moccò e di San Lorenzo, dalle quali si ammira un panorama splendido che spazia fino al mare. Il…POI44.586548Centro visite della Riserva della Val RosandraA Bagnoli della Rosandra si trova il Centro visite della Riserva Naturale della Val Rosandra - Dolina Glinščice. Questo è il luogo ideale per avere una panoramica d’insieme, grazie alla presenza di diorami, video, testi e immagini, di una valle di estremo interesse sia dal punto di vista storico che naturalistico. La valle è solcata dall’unico fiume che scorre in superficie nell’intera provincia di Trieste ed è un ambiente particolarmente interessante per l’abbondanza di fenomeni carsici, per l’alto livello di biodiversità della flora, e per la moltitudine di tracce lasciate dall’uomo dalla preistoria in poi. Sono ancora visibili le tracce lasciate dagli uomini nelle grotte, ripari di fortuna dalla preistoria, fino al medioevo, sulle cime del Monte Carso e del Monte San Michele, dove si ergono i castellieri protostorici, i resti dell’acquedotto romano nel fondovalle, i castelli medioevali per il controllo del territorio a varie altezza della valle e la chiesetta di Santa Maria in Siaris. Da non perdere il percorso lungo l’antica ferrovia che costeggia tutta la valle e che è ora divenuta una pista ciclabile, e le due vedette di Moccò e di San Lorenzo, dalle quali si ammira un panorama splendido che spazia fino al mare. Il…POI44.586548Borgo di San Lorenzo-JezeroIl borgo carsico di San Lorenzo-Jezero dista 11 km da Trieste, è posto a 377 metri s.l.m. San Lorenzo è un posto ideale per le escursioni naturalistiche a piedi o, per i più atletici, anche in mountain bike. Dalla vedetta omonima infatti si ha proprio l’impressione di dominare l’intera Val Rosandra, che si apre subito sotto il borgo. L’abitato è formato da due trattorie dal forte richiamo e da una serie di costruzioni dal tipico sapore carsico. Il centro del borgo può essere identificato nella chiesetta di San Lorenzo, originaria della metà circa del millequattrocento, di forma rettangolare, con il campanile a vela e al cui interno si conserva una statua lignea dedicata al santo del 1660. Il tetto della chiesa è formato dalle tipiche scaglie di pietra.POI44.586548Borgo di GrozzanaIl borgo carsico di Grozzana dista 14 km da Trieste, è posto a 228 metri s.l.m.POI44.586548Borgo di Draga Sant'EliaIl borgo carsico di Draga Sant’Elia dista 13 km da Trieste, è posto a 341 metri s.l.m. Draga Sant'Elia è una delle varie frazioni del Comune di San Dorligo della Valle, la principale attrazione turistica di questo territorio è la Val Rosandra. Si tratta di una valle incisa dall'unico torrente superficiale di tutto il Carso triestino e, vista la sua funzione di direttrice dei traffici dalla costa all'entroterra, è stata frequentata e contesa in tutte le epoche: dalla preistoria fino all'epoca contemporanea. Il castello di Moccò, anche chiamato dei Fünfenberg, aveva proprio la funzione di controllo dei traffici sottostanti. Lungo la Valle veniva infatti trasportato il sale prodotto dalle saline lungo costa verso le zone più interne dell’Impero Austroungarico, e si macinavano i cereali nei mulini posti lungo il torrente. Successivamente fu anche costruita la linea ferroviaria Trieste-Hrpelje (Erpelle), ora trasformata in pista ciclopedonale (vedi scheda relativa). POI44.586548Borgo di BottazzoIl borgo carsico di Bottazzo dista 13 km da Trieste, è posto a 200 metri s.l.m. Le poche case che formano il borgo di Bottazzo fino a pochi anni fa erano raggiungibili solo a piedi, diventando così uno dei posti più amati dai rocciatori e dagli escursionisti che frequentano la Val Rosandra. La presenza di un'osteria sul fondo della valle è stimolo e richiamo per visitare questo luogo meraviglioso nato in rapporto ai molti mulini che popolavano la valle dal medioevo fino alla metà del Novecento, ora caduti in disuso. POI44.586548Borgo di BottazzoIl borgo carsico di Bottazzo dista 13 km da Trieste, è posto a 200 metri s.l.m. Le poche case che formano il borgo di Bottazzo fino a pochi anni fa erano raggiungibili solo a piedi, diventando così uno dei posti più amati dai rocciatori e dagli escursionisti che frequentano la Val Rosandra. La presenza di un'osteria sul fondo della valle è stimolo e richiamo per visitare questo luogo meraviglioso nato in rapporto ai molti mulini che popolavano la valle dal medioevo fino alla metà del Novecento, ora caduti in disuso. POI44.586548Acquedotto romano della Val RosandraIn Val Rosandra rimangono resti evidenti delle frequentazioni di età romana, quando da qui partiva l’acquedotto, lungo circa 17 chilometri, che portava l’acqua del torrente Rosandra, in sloveno Glinščica, fino al centro dell’antica Tergeste, nell’odierna piazza Cavana. L’acqua passava all’interno di una condotta scavata nel terreno, rivestita da cocciopesto per impermeabilizzarla e protetta da una copertura a volta. Sulla sommità si aprivano delle botole, necessarie a pulire l’interno dell’acquedotto. La conduttura era in grado di trasferire circa 5800 metri cubi d’acqua al giorno alla città di Trieste. Rimase in attività dal I secolo a.C. fino al VII secolo d.C. Attualmente i resti meglio conservati di tutto il percorso dell’acquedotto si possono osservare proprio in Val Rosandra, poco sopra il rifugio Premuda sul fianco destro del pendio, seguendo il sentiero che conduce all'abitato di Bottazzo.POI44.586548Acquedotto romano della Val RosandraIn Val Rosandra rimangono resti evidenti delle frequentazioni di età romana, quando da qui partiva l’acquedotto, lungo circa 17 chilometri, che portava l’acqua del torrente Rosandra, in sloveno Glinščica, fino al centro dell’antica Tergeste, nell’odierna piazza Cavana. L’acqua passava all’interno di una condotta scavata nel terreno, rivestita da cocciopesto per impermeabilizzarla e protetta da una copertura a volta. Sulla sommità si aprivano delle botole, necessarie a pulire l’interno dell’acquedotto. La conduttura era in grado di trasferire circa 5800 metri cubi d’acqua al giorno alla città di Trieste. Rimase in attività dal I secolo a.C. fino al VII secolo d.C. Attualmente i resti meglio conservati di tutto il percorso dell’acquedotto si possono osservare proprio in Val Rosandra, poco sopra il rifugio Premuda sul fianco destro del pendio, seguendo il sentiero che conduce all'abitato di Bottazzo.POI44.586548Valico di Santa Barbara (SP 16)Il valico congiunge la piccola località di Santa Barbara all'entroterra dei paesi di Premancan-Premanzano e Božiči-Bosici.POI44.586548Valico di San Bartolomeo (SP 14)Seguendo al Strada Provinciale 14 che attraverso la città di Muggia, lungo la Strada per Lazzaretto incontriamo prima sulla destra il complesso residenziale e darsena San Rocco e poi il Lazzaretto di Trieste. Quella che attualmente è una base militare fu nella seconda metà dell'Ottocento il lazzaretto dove uomini e merci scontavano la quarantena prima di poter sbarcare liberamente. Si segue lungo la costa la strada principale per circa 5 km (centro di Muggia - Valico di S. Bartolomeo) fino a raggiungere il confine di stato.Dal valico si raggiungono in pochi minuti l'abitato di Ancarano (Ankaran) e seguendo la strada principale la città di Capodistria (Koper in sloveno).POI44.586548Valico di Rabuiese (SS 15)Rabuiese è uno dei principali valichi della provincia di Trieste e dalla periferia industriale di Muggia permette di raggiungere tramite una veloce e moderna autostrada tutte le località dell'Istria, ma anche Rijeka-Fiume. Il valico è particolarmente frequentato durante i periodi dell'esodo estivo verso le località balneari.POI44.586548Valico di Chiampore (SP 25)Dal Colle di Muggia Vecchia il modo più veloce per raggiungere la Slovenia è attraverso il valico di Chiampore, che porta alla località di Kolomban-Colombano e da qui a Sv. Brida-S.Brigida e poi a Hrvatini-Crevatini. POI44.586548Traversata MuggesanaPercorso: Lazzaretto (Punta Sottile), Chiampore, Muggia, Santa Barbara, Valico di Rabuiese, Valle delle Noghere.La Traversata Muggesana è un percorso di circa 10 km che si snoda lungo tutta la penisola di Muggia e consente di ammirare ambienti differenti sia in prossimità della costa che nell'entroterra. Si consiglia di prestare attenzione alla segnaletica verticale, recentemente installata lungo tutto il percorso della traversata, per evitare di uscire dal tracciato e percorrere un altro sentiero che si incrocia in più punti: quello della Vertikala. Percorrendo la Traversata Muggesana ci si immerge in una vegetazione lussureggiante, attraversando boschi, prati e radure, passando poi in prossimità di siti di grande interesse storico, come l’area archeologica di Muggia Vecchia e il Castelliere di Elleri, o le cave di arenaria, fronte estrattivo in funzione da migliaia d’anni. Il punto di arrivo o partenza è un’oasi faunistica riqualificata in anni recenti.POI44.586548Traversata MuggesanaPercorso: Lazzaretto (Punta Sottile), Chiampore, Muggia, Santa Barbara, Valico di Rabuiese, Valle delle Noghere.La Traversata Muggesana è un percorso di circa 10 km che si snoda lungo tutta la penisola di Muggia e consente di ammirare ambienti differenti sia in prossimità della costa che nell'entroterra. Si consiglia di prestare attenzione alla segnaletica verticale, recentemente installata lungo tutto il percorso della traversata, per evitare di uscire dal tracciato e percorrere un altro sentiero che si incrocia in più punti: quello della Vertikala. Percorrendo la Traversata Muggesana ci si immerge in una vegetazione lussureggiante, attraversando boschi, prati e radure, passando poi in prossimità di siti di grande interesse storico, come l’area archeologica di Muggia Vecchia e il Castelliere di Elleri, o le cave di arenaria, fronte estrattivo in funzione da migliaia d’anni. Il punto di arrivo o partenza è un’oasi faunistica riqualificata in anni recenti.POI44.586548Santuario di Muggia Vecchia e area archeologicaTra le querce secolari che si stagliano sulla cima del colle di Muggia Vecchia si possono assaporare le atmosfere perdute di un borgo medioevale, di cui rimangono ancora i resti di alcune case e la chiesa di Santa Maria Assunta. Il colle, seppur già frequentato durante la protostoria e l’epoca romana, divenne il maggiore centro della zona tra VI e XV secolo, quando le genti locali trovano rifugio dentro alle possenti mura. Qui furono costruite delle piccole case addossate le une alle altre, con le botteghe artigiane al piano terra e l’abitazione al primo piano, con dei piccoli cortili interni dove trovavano alloggio gli animali domestici. Oggi rimangono le tracce di alcune di queste abitazioni e di parte delle mura e di due delle originarie tre porte d’accesso, mentre la chiesa di Santa Maria Assunta si erge ancora in tutto il suo splendore.I molti restauri che l’hanno interessata sono riusciti a far giungere fino a noi molti elementi architettonici e pittorici di estremo interesse, come una serie di plutei (pannelli in pietra) ornati da motivi risalenti alla scultura pre-romanica del VIII-IX sec, l’ambone circolare (il piccolo pulpito), con un leggio decorato da sculture e sorretto da colonnine e tutto l'interno…POI44.586548Porto San RoccoPorto San Rocco, a 3 miglia dalle acque slovene, si riconosce grazie ai moli color ocra. L’ingresso della marina è ampio e dispone di oltre 500 posti barca, senza problemi di fondali, con ormeggi per maxi yacht sino a 60 m.Il vicino complesso turistico dispone di 350 appartamenti, un albergo, uno yacht club, un centro congressi, palestra, ristorante, enoteca, piscina, solarium e negozi.POI44.586548Porto di MuggiaMuggia ha un piccolo porto interno che si insinua nel centro storico e localmente è conosciuto come il “Mandracchio”. Il luogo dove ora sorge il lungo molo era già utilizzato in epoca romana con lo stesso scopo di attracco in un punto di costa naturalmente riparato, e ai tempi della dominazione veneta accoglieva anche navi da carico di medie dimensioni. Ricordiamo l’importanza del commercio del sale, qui prodotto fino al 1829, per l’economia locale. Attualmente lungo il molo sono attraccate le barche dei pescatori muggesani che proprio sulla banchina hanno ricavato lo spazio per vendere al dettaglio il pesce fresco. Nell'edificio che costeggia il molo è stato allestito un ittiturismo dove assaporare le delizie del Golfo a prezzi contenuti.POI44.586548Laghetti delle NoghereNella prima periferia industriale di Muggia, seguendo le indicazioni per il centro commerciale Montedoro, la moderna segnaletica conduce fino ai Laghetti delle Noghere: un insieme di otto laghetti, profondi al massimo 7 metri. I laghi si sono formati dopo gli anni ’70 del Novecento, quando chiuse la fornace, attiva per circa un ventennio, e venne abbandonata la cava d’argilla presente lungo il corso del vicino Rio Ospo, e questa si riempì stabilmente d’acqua suddividendosi in più laghetti.L’area è divenuta “biotopo naturale”, inserita all’interno dei siti sottoposti a vincolo regionale per la tutela paesaggistica, e contestualmente è stato attrezzato il centro visite che permette di osservare, senza creare disturbo, uccelli e altri animali. Nell’area si incrociano vari sentieri, opportunamente protetti da parapetti in legno e appostamenti.I laghetti offrono ospitalità a anatre, aironi e cormorani minori durante le migrazioni, ma anche ad anfibi e rettili. Ad essi si affiancano pesci di acqua dolce e tartarughe europee e della Florida, razza liberata dai proprietari poco responsabili che prolifera così tanto da mettere a repentaglio l’esistenza della razza locale.POI44.586548Centro storico di MuggiaMuggia, unico paese istriano rimasto all’Italia, stupisce per la grazia e l’armonia del suo centro storico, con l’antico mandracchio (il porticciolo) che si protende verso il mare, il castello, le calli strette e le case di gialla arenaria. L’impronta lasciata dalla Repubblica di Venezia a Muggia è particolarmente evidente anche nella piazza principale su cui si affacciano il Duomo e Il Municipio. Il Duomo, consacrato nel 1263, ha la facciata in stile gotico-veneziano ricoperta da pietra d’Aurisina, con un rosone centrale risalente al 1450. Il Municipio è un edifico, risalente nella sua parte originaria al XII secolo, su cui sono stati operati numerosi cambiamenti nel corso dei molti restauri intercorsi. La facciata riporta tre altorilievi raffiguranti il Leone di San Marco, ed altri stemmi di antiche famiglie muggesane. Il Castello fu costruito alla fine 1300 dal Patriarca di Aquileia, allora signore del luogo contro il potere di Venezia che comunque conquistò Muggia nel 1420. Se si visita Muggia in estate, il modo migliore di concludere l’escursione è quella di tuffarsi in mare, vicino a Punta Sottile, ammirando così da vicino la costa slovena e l'antico Lazzaretto di San Bartolomeo, oggi base logistica militare.POI44.586548Centro storico di MuggiaMuggia, unico paese istriano rimasto all’Italia, stupisce per la grazia e l’armonia del suo centro storico, con l’antico mandracchio (il porticciolo) che si protende verso il mare, il castello, le calli strette e le case di gialla arenaria. L’impronta lasciata dalla Repubblica di Venezia a Muggia è particolarmente evidente anche nella piazza principale su cui si affacciano il Duomo e Il Municipio. Il Duomo, consacrato nel 1263, ha la facciata in stile gotico-veneziano ricoperta da pietra d’Aurisina, con un rosone centrale risalente al 1450. Il Municipio è un edifico, risalente nella sua parte originaria al XII secolo, su cui sono stati operati numerosi cambiamenti nel corso dei molti restauri intercorsi. La facciata riporta tre altorilievi raffiguranti il Leone di San Marco, ed altri stemmi di antiche famiglie muggesane. Il Castello fu costruito alla fine 1300 dal Patriarca di Aquileia, allora signore del luogo contro il potere di Venezia che comunque conquistò Muggia nel 1420. Se si visita Muggia in estate, il modo migliore di concludere l’escursione è quella di tuffarsi in mare, vicino a Punta Sottile, ammirando così da vicino la costa slovena e l'antico Lazzaretto di San Bartolomeo, oggi base logistica militare.POI44.586548Castelliere di ElleriSalendo per la stradina sterrata che si apre dietro la chiesetta di Santa Barbara si giunge sulla cima del Monte Castellier, dove si trova un castelliere protostorico di grande importanza. Il sito, attualmente diviso dalla linea di confine italo - slovena, fu frequentato per un periodo eccezionalmente lungo di 2000 anni, essendo stato costruito circa nel 1600 a.C. e abbandonato dopo il 350 d.C. I resti murari ancora presenti appartengono ad una parte del muro di cinta esterno, fortificato e riadattato più volte. Il castelliere è l’unico della provincia di Trieste ad essere costruito con la gialla pietra locale: l'arenaria. I resti più monumentali e importanti sono conservati presso il Civico Museo Archeologico di Muggia. Tra questi spicca per importanza la stele dedicata al dio Mithra. La presenza di questa stele confermerebbe come l’area fosse adibita in epoca romana al culto di una divinità di origini orientali particolarmente cara alle truppe, il cui culto era riservato solo a chi superava determinate prove d’iniziazione. Un’altra attestazione di questo culto l'abbiamo presso la Grotta del dio Mithra a San Giovanni al Timavo.POI44.586548Valico di Monrupino (SP 9)Da Monrupino una strada ombreggiata conduce fino al valico dismesso che in Slovenia incontra come primo paese Dol pri Vogljah, e da qui a Dutovlje. Prima di entrare in quest'ultimo paese si può visitare il cimitero dove sono sepolti i soldati di etnia ceca periti nel corso della I guerra mondiale. Per raggiungere il cimitero di guerra si può parcheggiare presso il paese attuale e da lì si segue la segnaletica che conduce fino alla vicina dolina.POI44.586548Valico di Fernetti (SS 58)Con l'apertura dei confini tra l'Italia e la Slovenia avvenuta il 21 dicembre del 2007 sono definitivamente scomparse le frontiere fra i due Paesi; permangono saltuariamente posti di blocco temporanei della polizia italiana e slovena. Il valico di Fernetti, uno dei più trafficati della Provincia, in particolare per il transito di mezzi pesanti, consente l'accesso diretto all'autostrada che collega la città di Trieste a Lubiana, capitale della Repubblica di Slovenia.L'accesso all'autostrada slovena è consentito ai possessori di "vignetta", un bollino autostradale in diversi tagli (settimanale, mensile, semestrale, annuale) da applicare al parabrezza del veicolo. La vignetta, che autorizza il transito in tutta la rete autostradale della Slovenia, può essere acquistata anche in Italia, in prossimità del confine. Le verifiche sono effettuate a campione da parte del personale autorizzato; qualora fosse riscontrata una irregolarità, l'autista è tenuto al pagamento della sanzione prevista. Per accedere alla normale viabilità è necessario, appena entrati in territorio sloveno (circa 200 m dal confine), svoltare immediatamente a destra e seguire le indicazioni per i distributori di benzina.POI44.586548Sentiero RiselcePercorso: percorso anulare a sud di Sgonico. Partendo dallo slargo davanti al Municipio di Sgonico ci si incammina sulla strada asfaltata verso il giardino botanico Carsiana, in direzione Prosecco, e da qui seguendo la segnaletica ben evidente si compie un viaggio alla scoperta dei fenomeni carsici e della flora del territorio di Sgonico.POI44.586548Sentiero RiselcePercorso: percorso anulare a sud di Sgonico. Partendo dallo slargo davanti al Municipio di Sgonico ci si incammina sulla strada asfaltata verso il giardino botanico Carsiana, in direzione Prosecco, e da qui seguendo la segnaletica ben evidente si compie un viaggio alla scoperta dei fenomeni carsici e della flora del territorio di Sgonico.POI44.586548Sentiero RiselcePercorso: percorso anulare a sud di Sgonico. Partendo dallo slargo davanti al Municipio di Sgonico ci si incammina sulla strada asfaltata verso il giardino botanico Carsiana, in direzione Prosecco, e da qui seguendo la segnaletica ben evidente si compie un viaggio alla scoperta dei fenomeni carsici e della flora del territorio di Sgonico.POI44.586548Santuario di MonrupinoLa cima della rocca di Monrupino è cinta da un possente muro di pietra a tratti alto anche 8 metri, interrotto da una porta, sulla cui sinistra si possono vedere i resti di un muraglione rozzo: il Tabor, di cui si vede anche un piccolo tratto di muro che si appoggia alla sacrestia, l’edificio a sinistra rispetto alla chiesa. I Tabor erano le cinte di difesa costruite dalle genti locali sul finire del 1400 per resistere alle invasioni dei turchi.La chiesa di Santa Maria Assunta è costruita interamente in pietra, come tutte le costruzioni tradizionali con tetto in lastre di calcare e il campanile addossato alla facciata, come accade in altre chiese dei paesi carsici italiani e sloveni. Le origini della chiesa, datata al 1512, sono mescolate alle leggende come l’esistenza di una precedente cappella dei Templari o come quella della lotta fra il Diavolo e la Madonna per la costruzione della chiesa, ostacolata dal primo e voluta dalla seconda che nel momento stesso in cui schiacciò il Diavolo lasciò la sua impronta su di una pietra che ora si trova alla base della Casa comunale, sulla sinistra della chiesa.POI44.586548Santuario di MonrupinoLa cima della rocca di Monrupino è cinta da un possente muro di pietra a tratti alto anche 8 metri, interrotto da una porta, sulla cui sinistra si possono vedere i resti di un muraglione rozzo: il Tabor, di cui si vede anche un piccolo tratto di muro che si appoggia alla sacrestia, l’edificio a sinistra rispetto alla chiesa. I Tabor erano le cinte di difesa costruite dalle genti locali sul finire del 1400 per resistere alle invasioni dei turchi.La chiesa di Santa Maria Assunta è costruita interamente in pietra, come tutte le costruzioni tradizionali con tetto in lastre di calcare e il campanile addossato alla facciata, come accade in altre chiese dei paesi carsici italiani e sloveni. Le origini della chiesa, datata al 1512, sono mescolate alle leggende come l’esistenza di una precedente cappella dei Templari o come quella della lotta fra il Diavolo e la Madonna per la costruzione della chiesa, ostacolata dal primo e voluta dalla seconda che nel momento stesso in cui schiacciò il Diavolo lasciò la sua impronta su di una pietra che ora si trova alla base della Casa comunale, sulla sinistra della chiesa.POI44.586548Grotta di Lazzaro o Grotta Meravigliosa di Lazzaro YerkoIn corrispondenza di una “fessura soffiante” sul fianco di una modesta dolina, alcuni speleologi con un’ardita esplorazione e tenaci scavi, hanno scoperto nel 1997 un ramo del fiume Timavo sotterraneo. L’abisso, profondo complessivamente 300 metri ed esteso quasi 1550 m, consiste in circa 200 metri di stretti pozzi e fessure che danno su alcune ampie sale e gallerie ingombre di crolli e sabbie sul cui fondo, a quota circa 12 m s.l.m. scorre un ramo del mitico fiume carsico. Nell'acqua, che anche in regime di magra fluisce vorticosamente, sono stati visti nuotare protei e pesci. La cavità è di proprietà (www.boegan.it): la sua esplorazione, resa talora impossibile dalle acque di piena, non è agevole e quindi per soli speleologi esperti.POI44.586548Grotta di Lazzaro o Grotta Meravigliosa di Lazzaro YerkoIn corrispondenza di una “fessura soffiante” sul fianco di una modesta dolina, alcuni speleologi con un’ardita esplorazione e tenaci scavi, hanno scoperto nel 1997 un ramo del fiume Timavo sotterraneo. L’abisso, profondo complessivamente 300 metri ed esteso quasi 1550 m, consiste in circa 200 metri di stretti pozzi e fessure che danno su alcune ampie sale e gallerie ingombre di crolli e sabbie sul cui fondo, a quota circa 12 m s.l.m. scorre un ramo del mitico fiume carsico. Nell'acqua, che anche in regime di magra fluisce vorticosamente, sono stati visti nuotare protei e pesci. La cavità è di proprietà (www.boegan.it): la sua esplorazione, resa talora impossibile dalle acque di piena, non è agevole e quindi per soli speleologi esperti.POI44.586548Monte LanaroLa Riserva Naturale Regionale del monte Lanaro-Volnik, la cui cima ne rappresenta il punto centrale a 541 m di altitudine, è caratterizzata da aree di notevole interesse naturalistico e, data l’alta biodiversità, è entrata a far parte delle aree Natura 2000. Estese fioriture caratterizzano la Riserva con la presenza di specie rare o di specie che si trovano al loro limite di distribuzione come la Satureja subspicata ssp. liburnica. La vegetazione lungo i percorsi che conducono in vetta al monte è formata sia dalla boscaglia carsica a carpino nero e roverella mista a pino nero, sia da formazioni boschive formate da rovere, cerro e carpino bianco. In prossimità della vetta, dove è stata realizzata una nuova vedetta panoramica in legno che spazia dall’Istria al Carso Classico e alle Alpi, si attraversa una zona di landa carsica in fase di incespugliamento. In questi ambienti la fauna è ben rappresentata, anche con specie di interesse nazionale come ad esempio la raganella centroeuropea, presente in Italia oltre che in questa zona del Carso anche nel Tarvisiano.POI44.586548Monte LanaroLa Riserva Naturale Regionale del monte Lanaro-Volnik, la cui cima ne rappresenta il punto centrale a 541 m di altitudine, è caratterizzata da aree di notevole interesse naturalistico e, data l’alta biodiversità, è entrata a far parte delle aree Natura 2000. Estese fioriture caratterizzano la Riserva con la presenza di specie rare o di specie che si trovano al loro limite di distribuzione come la Satureja subspicata ssp. liburnica. La vegetazione lungo i percorsi che conducono in vetta al monte è formata sia dalla boscaglia carsica a carpino nero e roverella mista a pino nero, sia da formazioni boschive formate da rovere, cerro e carpino bianco. In prossimità della vetta, dove è stata realizzata una nuova vedetta panoramica in legno che spazia dall’Istria al Carso Classico e alle Alpi, si attraversa una zona di landa carsica in fase di incespugliamento. In questi ambienti la fauna è ben rappresentata, anche con specie di interesse nazionale come ad esempio la raganella centroeuropea, presente in Italia oltre che in questa zona del Carso anche nel Tarvisiano.POI44.586548Castelliere di MonrupinoIl castelliere di Monrupino era il tipico abitato carsico costruito a metà del secondo millennio avanti Cristo difeso da due cinte di muraglioni costruiti a secco, sulla sommità di un’altura, a diversi livelli di altitudine. Il primo vallo, quello posto più in alto e quindi più stretto, si sviluppava per circa 150 metri, mentre il muro più basso aveva un perimetro di circa 280 metri. Il castelliere è stato scavato negli anni Settanta e in quell’occasione si è notata la presenza di un focolare: elemento indispensabile alla vita delle genti che abitavano l’altura, sia per la cottura dei cibi, sia per l’esecuzione di svariati mestieri, come ad esempio la trasformazione del latte in formaggio, cibo che ben si presta ad essere conservato anche per i periodi di minori disponibilità.POI44.586548Casa carsicaAl numero 31 di Repen (già Rupingrande) si trova una casa di pietra, cinta da alte mura con il pozzo al centro per la raccolta dell’acqua piovana, con scale esterne e ballatoio di pietra e di legno. La casa è oggi un museo capace di farci immaginare come dovessero essere la maggior parte delle case tipiche del Carso: abitazioni essenziali, ma solide e robuste, una sorta di microcosmo difeso dalla bora dalla possente recinzione esterna. All’interno sono conservati gli arredi e gli oggetti della vita quotidiana, per lo più ottocenteschi.Ogni due anni si celebrano le Nozze Carsiche, manifestazione folcloristica ispirata a un cerimoniale del 1800 che ripropone rituali e pietanze di un tempo in un paese addobbato a festa.POI44.586548Borgo di RepenIl borgo carsico di Repen dista 11 Km da Trieste, è posto a 309 metri s.l.m. Monrupino, è uno dei luoghi più caratteristici dell’altipiano carsico, nonostante esso sia il comune più piccolo dell’intera provincia di Trieste ed è composto da tre frazioni: Fernetti/Fernetiči, Col (già Zolla, sede comunale) e Repen (già Rupingrande).Il nome Repen è citato già nei documenti di inizi 1300 e comprendeva un territorio oggi suddiviso tra Sgonico, nel quale territorio si trova Rupinpiccolo, e Monrupino, con la frazione di Repen. La distinzione tra Piccolo e Grande risale ad un documento in tedesco del 1494 ed è rimasta in uso fino ad oggi. Per rivivere le atmosfere di un tempo possiamo visitare il museo realizzato all’interno della Casa Carsica, oppure assistere alle nozze carsiche che si tengono alla fine di agosto degli anni dispari. In quel momento il paese è addobbato a festa e tutte le persone vestono i costumi tradizionali e ripropongono riti secolari. Il matrimonio viene celebrato nella chiesa della Beata Vergine Assunta, sulla rocca di Monrupino. La rocca, tabor in sloveno, è un sistema di fortificazione diffuso dal Carso all’Istria dal tardo medioevo all’età moderna.Precedettero la costruzione della rocca un castelliere preistorico, un castrum romano e infine…POI44.586548Vedetta Tiziana WeissLa vedetta è posta in un punto particolarmente panoramico del ciglione carsico, a 159 m slm, a nord-ovest della località Aurisina Cave, ed è composta da una semplice terrazza da cui si abbraccia con lo sguardo il Castello di Duino, e il panorama verso Grado da un lato e verso l’Istria dall'altro. La vedetta è dedicata ad una giovane alpinista triestina che perse la vita mentre scalava le Pale di San Martino.Per raggiungere la vedetta, si esce da Aurisina e si segue il “Sentiero dei pescatori”, costeggiando il ciglione carsico, dopo aver girato a destra e aver superato la ferrovia. Arrivati nelle vicinanze della zona artigianale si sale di pochi metri e seguendo il sentiero n. 1 si giunge alla vedetta.POI44.586548Vedetta SlataperA sud dell’abitato di Santa Croce, sulla cime del monte San Primo a 278 m slm si trova la vedetta dedicata ad uno dei più importanti intellettuali italiani degli inizi del Novecento: Scipio Slataper. Dalla sommità della vedetta, costruita nel 1956, si può ammirare il panorama lato mare, visto che la vegetazione rigogliosa ostruisce la vista verso settentrione. Sulla terrazza è posta una rosa dei venti. Si raggiunge la vedetta a piedi percorrendo una stradina che parte dall’angolo di sud-est di Santa Croce, o dal sentiero 1.POI44.586548Vedetta per la pesca del tonnoPosta a sud-est dell’abitato di Santa Croce, la vedetta per la pesca del tonno ricorda l'attività economica tipica svolta dalla gente del luogo. La pesca era infatti un’attività di gruppo poiché i pescatori impegnati nelle loro imbarcazioni nei pressi del porticciolo di Santa Croce erano guidati da dei compagni posti a varie altezze del ciglione carsico. Questo allo scopo di avvistare dall'alto i banchi di tonni e indirizzare così i pescatori.Si raggiunge la vedetta a piedi percorrendo una stradina che parte dall'angolo di sud-est di Santa Croce.POI44.586548Vedetta LiburniaDurante la costruzione della linea ferroviaria meridionale gli ingegneri decisero di sfruttare le sorgenti d’acqua presenti sotto il paese di Aurisina e costruire una torre alta 18 metri, posta a 178 m slm. La torre aveva lo scopo di conferire sufficiente pressione all’acqua tanto da riuscire a farla arrivare fino alla stazione di Aurisina per servire le locomotive a vapore e tutte le altre necessità della stazione, una tra le più importanti del territorio. La torre piezometrica fu realizzata tra il 1854 e il 1856 secondo il progetto dell’ingegnere viennese Carl Junker, successivamente chiamato a progettare il Castello di Miramare. La potenza della sorgente permise di erogare acqua non solo alla stazione, ma anche all’acquedotto di Trieste e a quello di Aurisina, dove rimase in funzione fino al secondo dopoguerra.Dal 1985 la torre fu riadattata a vedetta, attrezzandola con una scala interna metallica che consente di arrivare fino alla sommità da cui si gode di un panorama a 360°, così da essere una delle vedette più belle dell’intera provincia di Trieste … quando la vegetazione lo consente!POI44.586548Valico di San Pelagio (SP 6)Dall'abitato di San Pelagio (Šempolaj in sloveno), centro agricolo del Comune di Duino Aurisina, si prosegue lungo la Strada Provinciale n. 6, in direzione nord nord-est, svoltando a destra all'incrocio con la strada che conduce alla località di Precenico Inferiore. A poche centinaia di metri si incontra il valico di frontiera con la Repubblica di Slovenia. A seguito degli accordi di Schengen e del crollo dei confini avvenuto nel dicembre 2007, il vecchio posto di blocco permanente è stato ormai smantellato; a testimonianza dei vecchi confini rimangono i ruderi delle installazioni militari che sono ormai in via di smantellamento. Dal valico di San Pelagio si raggiunge in pochi minuti la nota località fossilifera di Komen. Qui, all'interno di strati di roccia calcarea, è stato scoperto un importante giacimento fossilifero. I resti fossili di vertebrati appartengono a rettili e antichi pesci vissuti in quest'area alla fine del Cretacico, quasi in corrispondenza del periodo in cui si estinsero i dinosauri. Alcuni reperti sono ora conservati presso il Museo di Storia Naturale di Trieste (via Tominz, 5 - Trieste).POI44.586548Torre piezometricaUscendo da Trieste e percorrendo la Strada Costiera, poco prima dell’ingresso in autostrada sul ciglione carsico sulla destra si scorge un’alta torre piezometrica grigia. La costruzione risale al 1929, ed aveva la funzione di rifornire Trieste con l’acqua prelevata dal Timavo. La torre continua ancora oggi a servire l’acquedotto triestino, anche se in anni recenti le sono state affiancate anche altre strutture per il pompaggio idrico. Ogni anno attraverso queste strutture scorrono 39 milioni di metri cubi di acqua. POI44.586548Stazione ferroviaria di Sistiana - VisoglianoStazione ferroviaria sulla linea Trieste - Udine - VeneziaPOI44.586548Stazione ferroviaria di Bivio di AurisinaStazione ferroviaria sulla linea Trieste - Udine - Venezia nei pressi della Cava Romana.Le linee ferroviarie che fanno tappa in questa stazione sono la Trieste-Venezia e la Udine-Trieste.POI44.586548Stazione ferroviaria d'AurisinaNella seconda metà dell’Ottocento l’Impero Asburgico decise la costruzione di una doppia linea di binari per collegare Trieste a Vienna, in modo da poter esportare in tutto l’impero le merci provenienti dal porto franco di Trieste e le pietre estratte dalle cave di Aurisina. Per questo motivo la località fu dotata di una grande stazione, originariamente arricchita da una pensilina in ferro battuto e vetro, e dalla presenza di un bar e due ristoranti. Anche al giorno d’oggi all’interno dei locali quasi deserti della stazione si possono assaggiare le pietanze tipiche della Mitteleuropa, osservare le foto d’epoca appese sui muri e farsi raccontare dal simpatico oste le storie di un borgo che anche nelle semplici case residenziali rimanda in modo chiaro alle costruzioni tipiche dell’Impero Asburgico, che poco hanno in comune con gli altri tipici borghi carsici.Al giorno d’oggi non c’è più alcun treno che fermi in questa stazione.POI44.586548Sentiero RilkeIl più bel sentiero panoramico della città è dedicato a Rainer Maria Rilke, poeta e scrittore austriaco di origine boema che, a inizio Novecento, fu ospite a Duino nel castello della Principessa Maria della Torre e Tasso. Il percorso, di circa 2 km, corre lungo il costone tra la baia di Sistiana e Duino e si sviluppa costeggiando le spettacolari formazioni rocciose (falesie) che dominano 80 metri di altezza a strapiombo sul mare. Uno scenario emozionante che include il Golfo di Trieste, lo straordinario ambiente costiero caratterizzato dalle falesie e una particolare commistione botanica. Qui la flora continentale confina con quella mediterranea, tenacemente abbarbicata alle rocce. Lungo il percorso, sempre ben segnalato, si incontrano anche diverse postazioni belliche aperte sul mare. Le rocce che caratterizzano le falesie sono calcari formatisi in un mare antico tra i 70 milioni di anni fa (Cretacico superiore) e 55 milioni di anni fa (Paleocene) quando la configurazione dei continenti era differente dall’attuale. In quest'area è ben visibile il fenomeno del carsismo che si manifesta sulla superficie delle rocce attraverso una molteplicità di forme. Tale processo di dissoluzione carsica che prende il nome proprio da questo territorio consiste nella messa in soluzione di roccia da parte dell'acqua…POI44.586548Sentiero RilkeIl più bel sentiero panoramico della città è dedicato a Rainer Maria Rilke, poeta e scrittore austriaco di origine boema che, a inizio Novecento, fu ospite a Duino nel castello della Principessa Maria della Torre e Tasso. Il percorso, di circa 2 km, corre lungo il costone tra la baia di Sistiana e Duino e si sviluppa costeggiando le spettacolari formazioni rocciose (falesie) che dominano 80 metri di altezza a strapiombo sul mare. Uno scenario emozionante che include il Golfo di Trieste, lo straordinario ambiente costiero caratterizzato dalle falesie e una particolare commistione botanica. Qui la flora continentale confina con quella mediterranea, tenacemente abbarbicata alle rocce. Lungo il percorso, sempre ben segnalato, si incontrano anche diverse postazioni belliche aperte sul mare. Le rocce che caratterizzano le falesie sono calcari formatisi in un mare antico tra i 70 milioni di anni fa (Cretacico superiore) e 55 milioni di anni fa (Paleocene) quando la configurazione dei continenti era differente dall’attuale. In quest'area è ben visibile il fenomeno del carsismo che si manifesta sulla superficie delle rocce attraverso una molteplicità di forme. Tale processo di dissoluzione carsica che prende il nome proprio da questo territorio consiste nella messa in soluzione di roccia da parte dell'acqua…POI44.586548Sentiero RilkeIl più bel sentiero panoramico della città è dedicato a Rainer Maria Rilke, poeta e scrittore austriaco di origine boema che, a inizio Novecento, fu ospite a Duino nel castello della Principessa Maria della Torre e Tasso. Il percorso, di circa 2 km, corre lungo il costone tra la baia di Sistiana e Duino e si sviluppa costeggiando le spettacolari formazioni rocciose (falesie) che dominano 80 metri di altezza a strapiombo sul mare. Uno scenario emozionante che include il Golfo di Trieste, lo straordinario ambiente costiero caratterizzato dalle falesie e una particolare commistione botanica. Qui la flora continentale confina con quella mediterranea, tenacemente abbarbicata alle rocce. Lungo il percorso, sempre ben segnalato, si incontrano anche diverse postazioni belliche aperte sul mare. Le rocce che caratterizzano le falesie sono calcari formatisi in un mare antico tra i 70 milioni di anni fa (Cretacico superiore) e 55 milioni di anni fa (Paleocene) quando la configurazione dei continenti era differente dall’attuale. In quest'area è ben visibile il fenomeno del carsismo che si manifesta sulla superficie delle rocce attraverso una molteplicità di forme. Tale processo di dissoluzione carsica che prende il nome proprio da questo territorio consiste nella messa in soluzione di roccia da parte dell'acqua…POI44.586548Sentiero RilkeIl più bel sentiero panoramico della città è dedicato a Rainer Maria Rilke, poeta e scrittore austriaco di origine boema che, a inizio Novecento, fu ospite a Duino nel castello della Principessa Maria della Torre e Tasso. Il percorso, di circa 2 km, corre lungo il costone tra la baia di Sistiana e Duino e si sviluppa costeggiando le spettacolari formazioni rocciose (falesie) che dominano 80 metri di altezza a strapiombo sul mare. Uno scenario emozionante che include il Golfo di Trieste, lo straordinario ambiente costiero caratterizzato dalle falesie e una particolare commistione botanica. Qui la flora continentale confina con quella mediterranea, tenacemente abbarbicata alle rocce. Lungo il percorso, sempre ben segnalato, si incontrano anche diverse postazioni belliche aperte sul mare. Le rocce che caratterizzano le falesie sono calcari formatisi in un mare antico tra i 70 milioni di anni fa (Cretacico superiore) e 55 milioni di anni fa (Paleocene) quando la configurazione dei continenti era differente dall’attuale. In quest'area è ben visibile il fenomeno del carsismo che si manifesta sulla superficie delle rocce attraverso una molteplicità di forme. Tale processo di dissoluzione carsica che prende il nome proprio da questo territorio consiste nella messa in soluzione di roccia da parte dell'acqua…POI44.586548Sentiero natura n. 9Percorso: Contovello, Castello di Miramare. Dallo Stagno di Contovello un sentiero scende passando tra vigneti, slarghi da cui si possono ammirare suggestivi panorami su tutto il golfo, resti di architettura rurale, come un pozzo o una scalinata che scende verso il mare. Da qui si arriva fino alla Stazione di Miramare e poi proseguendo ancora si può giungere fino al porticciolo di Grignano.POI44.586548Sentiero natura n. 9Percorso: Contovello, Castello di Miramare. Dallo Stagno di Contovello un sentiero scende passando tra vigneti, slarghi da cui si possono ammirare suggestivi panorami su tutto il golfo, resti di architettura rurale, come un pozzo o una scalinata che scende verso il mare. Da qui si arriva fino alla Stazione di Miramare e poi proseguendo ancora si può giungere fino al porticciolo di Grignano.POI44.586548Sentiero natura n. 9Percorso: Contovello, Castello di Miramare. Dallo Stagno di Contovello un sentiero scende passando tra vigneti, slarghi da cui si possono ammirare suggestivi panorami su tutto il golfo, resti di architettura rurale, come un pozzo o una scalinata che scende verso il mare. Da qui si arriva fino alla Stazione di Miramare e poi proseguendo ancora si può giungere fino al porticciolo di Grignano.POI44.586548Sentiero GeminaPercorso: Malchina, San Pelagio, Prepotto, Grotta Azzurra, Prepotto, Ternova piccola, Samatorza, Sales, Sgonico.Recentemente è stato riattivato, anche grazie al contributo dell'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU, un percorso antico che attraverso strade poderali e sentieri carsici ripercorre il tracciato della via romana che congiungeva Aquileia all’antica Tergeste, e poi proseguiva per Tarsatica, l’odierna Rijeka - Fiume. Questo percorso è citato anche nell'Itinerarium Antonini e nella Tabula Peutingeriana, due guide di viaggio di epoca romana che accompagnavano i viaggiatori lungo tutte le strade dell’impero. Il sentiero Gemina può essere percorso a piedi, in bicicletta o a cavallo, e offre lungo il suo tracciato moltissimi luoghi di ristoro: le osmize. Si tratta di semplici case che si aprono per antica tradizione al visitatore servendo alimenti da loro stessi prodotti. I cartelli segnaletici, gialli e marrone, posti lungo la via, suggeriscono sempre quali locali di ristorazione ci sono nelle vicinanze oppure dove trovare le specialità artigianali o i luoghi d’interesse da visitare.POI44.586548Sentiero GeminaPercorso: Malchina, San Pelagio, Prepotto, Grotta Azzurra, Prepotto, Ternova piccola, Samatorza, Sales, Sgonico.Recentemente è stato riattivato, anche grazie al contributo dell'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU, un percorso antico che attraverso strade poderali e sentieri carsici ripercorre il tracciato della via romana che congiungeva Aquileia all’antica Tergeste, e poi proseguiva per Tarsatica, l’odierna Rijeka - Fiume. Questo percorso è citato anche nell'Itinerarium Antonini e nella Tabula Peutingeriana, due guide di viaggio di epoca romana che accompagnavano i viaggiatori lungo tutte le strade dell’impero. Il sentiero Gemina può essere percorso a piedi, in bicicletta o a cavallo, e offre lungo il suo tracciato moltissimi luoghi di ristoro: le osmize. Si tratta di semplici case che si aprono per antica tradizione al visitatore servendo alimenti da loro stessi prodotti. I cartelli segnaletici, gialli e marrone, posti lungo la via, suggeriscono sempre quali locali di ristorazione ci sono nelle vicinanze oppure dove trovare le specialità artigianali o i luoghi d’interesse da visitare.POI44.586548Sentiero GeminaPercorso: Malchina, San Pelagio, Prepotto, Grotta Azzurra, Prepotto, Ternova piccola, Samatorza, Sales, Sgonico.Recentemente è stato riattivato, anche grazie al contributo dell'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU, un percorso antico che attraverso strade poderali e sentieri carsici ripercorre il tracciato della via romana che congiungeva Aquileia all’antica Tergeste, e poi proseguiva per Tarsatica, l’odierna Rijeka - Fiume. Questo percorso è citato anche nell'Itinerarium Antonini e nella Tabula Peutingeriana, due guide di viaggio di epoca romana che accompagnavano i viaggiatori lungo tutte le strade dell’impero. Il sentiero Gemina può essere percorso a piedi, in bicicletta o a cavallo, e offre lungo il suo tracciato moltissimi luoghi di ristoro: le osmize. Si tratta di semplici case che si aprono per antica tradizione al visitatore servendo alimenti da loro stessi prodotti. I cartelli segnaletici, gialli e marrone, posti lungo la via, suggeriscono sempre quali locali di ristorazione ci sono nelle vicinanze oppure dove trovare le specialità artigianali o i luoghi d’interesse da visitare.POI44.586548Riparo di VisoglianoSul lato sud di una dolina posta non lontano dall'abitato di Visogliano si apre un riparo sottoroccia scoperto nel 1972. Gli scavi effettuati hanno evidenziato dei depositi interni di terra rossa, al disotto dei quali è presente uno strato di pietre concrezionate, frammiste a ossa fossili di rinoceronte e cavallo e una cinquantina di strumenti di pietra datati al Paleolitico inferiore (450.000-80.000 a.C.).La scoperta più interessante è sicuramente quella dei resti ossei di Homo erectus e di Homo sapiens arcaico. Il riparo è un sito importantissimo, l'unico che ci documenta la vita sul Carso in un'epoca così lontana.POI44.586548Baia di SistianaIncastonata tra le alte pareti bianche della ex cava, oggi divenuta palestra di roccia per alpinisti, e delle falesie tutelate dal Parco Naturale di Duino, la baia di Sistiana apre un varco tra la continuità di scogliera che si affaccia sul mare. Un tempo rinomato luogo di villeggiatura austroungarico, ha mantenuto la propria vocazione balneare e offre la possibilità di scegliere tra curati stabilimenti privati o spiagge libere, caratterizzate da piccoli ciottoli adatti anche ai più piccoli. La baia è accessibile in macchina o via mare grazie ai numerosi moli di attracco per imbarcazioni da diporto. Non mancano chioschi e discoteche, ristorantini e locali in riva al mare che attirano in questa verde e assieme rocciosa insenatura una variegata umanità. Dal bagnante tranquillo con famiglia al giovane tuffatore spericolato, dallo sportivo al buongustaio, dal romantico camminatore meravigliato di fronte allo splendido scenario naturale all’amante della movida notturna e del divertimento, nessuno rimane deluso.POI44.586548Baia di SistianaIncastonata tra le alte pareti bianche della ex cava, oggi divenuta palestra di roccia per alpinisti, e delle falesie tutelate dal Parco Naturale di Duino, la baia di Sistiana apre un varco tra la continuità di scogliera che si affaccia sul mare. Un tempo rinomato luogo di villeggiatura austroungarico, ha mantenuto la propria vocazione balneare e offre la possibilità di scegliere tra curati stabilimenti privati o spiagge libere, caratterizzate da piccoli ciottoli adatti anche ai più piccoli. La baia è accessibile in macchina o via mare grazie ai numerosi moli di attracco per imbarcazioni da diporto. Non mancano chioschi e discoteche, ristorantini e locali in riva al mare che attirano in questa verde e assieme rocciosa insenatura una variegata umanità. Dal bagnante tranquillo con famiglia al giovane tuffatore spericolato, dallo sportivo al buongustaio, dal romantico camminatore meravigliato di fronte allo splendido scenario naturale all’amante della movida notturna e del divertimento, nessuno rimane deluso.POI44.586548Porticciolo di DuinoIl porticciolo di Duino diviene meta ogni estate degli appassionati della tintarella e dei tuffi: dalla scogliera posta in direzione del castello non mancano mai i ragazzi intenti in tuffi acrobatici. Duino è anche amata dai canoisti e dall’associazione sportiva dilettantistica del Circolo velico, oltre che dai diportisti in generale. Nei giorni d’inverno il porticciolo cambia volto e diviene patria indiscussa dei pescatori e dei gatti che li accompagnano nella fase di pulizia delle reti. La pesca è una cifra storica del porticciolo, oltre che per i deliziosi piatti serviti nei due ristoranti della baia: qui infatti nell’Ottocento aveva sede uno stabilimento di piccole dimensioni per la salatura del pesce.POI44.586548Porticciolo di Canovella de' ZoppoliL’attuale spiaggetta di Canovella de’ Zoppoli è stata per secoli un luogo dove i contadini e i pescatori carsici riparavano le robuste imbarcazioni tipiche scavate in un unico tronco di legno: gli zoppoli appunto.Ora è invece un porticciolo dove si può godere di una natura incontaminata, una spiaggia sassosa, un’acqua limpida, un punto di ristoro e le docce. Per raggiungere la spiaggia bisogna percorre l’antico sentiero dei pescatori che parte da Aurisina, o dalla strada Costiera, e da qui scendere per circa trecento gradini che passano attraverso un paesaggio rimasto immutato nel tempo, composto da terrazzamenti e vigneti.POI44.586548Monte ErmadaDagli abitati di Ceroglie, Medeazza e Duino si possono scalare le pendici del monte Ermada: un insieme di colline, con altezza massima di 323 metri, che chiudono l’altopiano carsico e formano uno sbarramento naturale sull’unica via italiana che conduce a Trieste. Proprio questa caratteristica di controllo territoriale, ha fatto sì che sulle pendici di questa altura fosse combattuta una delle pagine più cruente della I Guerra Mondiale. L’Ermada era il baluardo austriaco posto a difesa di Trieste, città d’importanza fondamentale dell’Impero per il suo porto. Nel 1917 alcuni reparti del I Battaglione della Brigata Trapani, seguiti dai reparti 77 e 78 del I Reggimenti della Brigata Toscana, combatterono dietro la spinta patriottica di Giovanni Randaccio che qui perse la vita.Le perdite furono pesantissime per entrambi gli schieramenti ma le opere austriache, formate da oltre 30 tra trincee scavate nella roccia, grotte attrezzate, bunker nidi di artiglieri e postazioni per le mitragliatrici, fermarono i tentativi di sfondamenti delle truppe italiane, fiaccate anche dalla mancanza di rinforzi. Oggi lungo la statale che conduce a Trieste sono visibili alcuni monumenti, tra cui quello ai Lupi di Toscana, a memoria dello sforzo estremo compiuto da tanti uomini.POI44.586548Monte ErmadaDagli abitati di Ceroglie, Medeazza e Duino si possono scalare le pendici del monte Ermada: un insieme di colline, con altezza massima di 323 metri, che chiudono l’altopiano carsico e formano uno sbarramento naturale sull’unica via italiana che conduce a Trieste. Proprio questa caratteristica di controllo territoriale, ha fatto sì che sulle pendici di questa altura fosse combattuta una delle pagine più cruente della I Guerra Mondiale. L’Ermada era il baluardo austriaco posto a difesa di Trieste, città d’importanza fondamentale dell’Impero per il suo porto. Nel 1917 alcuni reparti del I Battaglione della Brigata Trapani, seguiti dai reparti 77 e 78 del I Reggimenti della Brigata Toscana, combatterono dietro la spinta patriottica di Giovanni Randaccio che qui perse la vita.Le perdite furono pesantissime per entrambi gli schieramenti ma le opere austriache, formate da oltre 30 tra trincee scavate nella roccia, grotte attrezzate, bunker nidi di artiglieri e postazioni per le mitragliatrici, fermarono i tentativi di sfondamenti delle truppe italiane, fiaccate anche dalla mancanza di rinforzi. Oggi lungo la statale che conduce a Trieste sono visibili alcuni monumenti, tra cui quello ai Lupi di Toscana, a memoria dello sforzo estremo compiuto da tanti uomini.POI44.586548Mansio Romana, Chiesa di San Giovanni in Tuba e risorgive del TimavoIl fiume Timavo, considerato il più corto d’Italia, nasce in Slovenia, s’inabissa nelle Škocjanske jame (Grotte di San Canziano) e riemerge, dopo un percorso sotterraneo di circa 20 km, a San Giovanni di Duino. Frequentata sin dalla preistoria, l’area delle Risorgive, di alto pregio sia naturalistico che storico, era considerata luogo sacro, come conferma anche la lapide romana dedicata al “Nume Timavo”. Sorge qui la chiesa di San Giovanni in Tuba, raro esempio di architettura gotica presente nel Carso, risalente al XV secolo ma con origini ben più lontane, come testimoniano i mosaici del V secolo visibili all’interno. Nell’abside, dietro l’altare, si vede la zona degli scavi dove sono venute alla luce le vestigia di una piccola basilica paleocristiana. La prima risorgiva si trova nelle immediate vicinanze della chiesa, ma la folta vegetazione non permette di avere una visione completa degli altri due rami del fiume, poco distanti, che si riuniscono prima di arrivare al mare, a soli 2 km.A un centinaio di metri a monte, sulla sinistra, si trovano la mansio, stazione di sosta di epoca Imperiale, e i solchi dell’antica Strada Romana che da Aquileia, passando per il Carso, arrivava sino a Trieste.POI44.586548Centro di Promozione Territoriale di SistianaL'ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – Julijska MTU, nell’ambito del progetto denominato "Marketing del Carso", volto al miglioramento dell'attrattività turistica, agroalimentare ed escursionistica del Carso triestino, intende valorizzare il territorio attraverso l'organizzazione di iniziative promozionali volte a favorirne la conoscenza, anche avvalendosi della degustazione dei suoi prodotti tipici. A tal fine, grazie a un contratto di comodato con TurismoFVG, ha ristrutturato la sede dell’ex Aiat di Sistiana, ora ridenominata Centro di Promozione Territoriale di Sistiana (Loc. Sistiana 56/b). Il Centro dispone di una moderna sala polifunzionale, attrezzata con dispositivi multimediali, che può essere concessa in uso temporaneo a soggetti pubblici o privati che ne facciano richiesta, per attività aventi caratteristiche no profit legate alla promozione e valorizzazione del territorio con valenza turistica.Nel corso del 2016, con la normativa di riordino del sistema Regione - Autonomie locali nel Friuli Venezia Giulia, il sito è passato alla proprietà della Promoturismo FVG – Regione Friuli Venezia Giulia, Villa Chiozza Via Carso 3 Cervignano del Friuli, UD 33052 - info@promuturismo.fvg.it
POI44.586548Grotta Torri di SliviaAlla grotta nota da sempre per l'ampiezza la considerevole estensione e le grandiose formazioni colonnari a cui deve il nome, si accede attraverso l'ingresso artificiale creato nella prima metà degli anni '60, fino ad allora si accedeva soltanto dal spettacolare pozzo naturale profondo circa una trentina di metri.La visita della grotta è adatta a persone di tutte le età,ed è molto interessante per la varietà di concrezioni e morfologie degli ambienti. Raggiunge i 102 metri di profondità con un cunicolo finale lungo 120 metri che si allaga durante le piene del Timavo.Le visite guidate a cura dell'agriturismo Torri di Slivia in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Trieste sono possibili tutto l'anno negli orari che trovate sul sito www.letorridislivia.net.POI44.586548Grotta PocalaLa grotta è protetta in quanto grotta preistorica con reperti eccezionali. Lunga quasi 140 metri e profonda una trentina, consta di un'ampia galleria il cui pavimento conteneva, e probabilmente contiene ancora, abbondantissimi resti di animali pleistocenici e scarsi manufatti. Particolarmente numerosi gli ossami di Ursus spelaeus, attraverso i quali già nell'altro secolo era stata possibile la ricostruzione di varie decine di scheletri interi, tutt'ora visibili in musei italiani ed esteri. La grotta, in passato, era indicata con i nomi di Fovea del Campo Rosso e Caverna degli Orsi; più diffuso è invece attualmente il nome di Caverna Pocala, derivante dall'indicazione dei villici "Pod-Kalam", che significa "ai piedi delle rocce".POI44.586548Grotta PocalaLa grotta è protetta in quanto grotta preistorica con reperti eccezionali. Lunga quasi 140 metri e profonda una trentina, consta di un'ampia galleria il cui pavimento conteneva, e probabilmente contiene ancora, abbondantissimi resti di animali pleistocenici e scarsi manufatti. Particolarmente numerosi gli ossami di Ursus spelaeus, attraverso i quali già nell'altro secolo era stata possibile la ricostruzione di varie decine di scheletri interi, tutt'ora visibili in musei italiani ed esteri. La grotta, in passato, era indicata con i nomi di Fovea del Campo Rosso e Caverna degli Orsi; più diffuso è invece attualmente il nome di Caverna Pocala, derivante dall'indicazione dei villici "Pod-Kalam", che significa "ai piedi delle rocce".POI44.586548Grotta Antonio Federico LindnerTre sono gli ingressi naturali di questa interessante ed estesa cavità profonda 329 metri per quasi un km di sviluppo. Gli ingressi sono protetti, i due pozzetti da griglie, la caverna iniziale, che si apre sul fondo di una dolina, da una porta progettata per permettere il passaggio ad animali, troglobi e pipistrelli. La cavità è in pratica un’ampia galleria inclinata una trentina di gradi, riccamente concrezionata, con interessanti morfologie lungo le pareti ed il soffitto e splendidi gours sul pavimento. Un ramo laterale porta ad una sala occasionalmente riempita dalle acque di fondo carsiche, un altro prosegue chiudendosi man mano raggiungendo la quota di soli 9,5 m s.l.m. La cavità è caratterizzata dall'innalzamento del livello delle acque di fondo durante le piene del fiume Timavo sotterraneo: nei periodi di maggiore piovosità si formano estesi laghi temporanei in corrispondenza di entrambi i fondi della grotta.Nelle vicinanze uno dei più interessanti ed estesi campi solcati del Carso.POI44.586548Grotta Antonio Federico LindnerTre sono gli ingressi naturali di questa interessante ed estesa cavità profonda 329 metri per quasi un km di sviluppo. Gli ingressi sono protetti, i due pozzetti da griglie, la caverna iniziale, che si apre sul fondo di una dolina, da una porta progettata per permettere il passaggio ad animali, troglobi e pipistrelli. La cavità è in pratica un’ampia galleria inclinata una trentina di gradi, riccamente concrezionata, con interessanti morfologie lungo le pareti ed il soffitto e splendidi gours sul pavimento. Un ramo laterale porta ad una sala occasionalmente riempita dalle acque di fondo carsiche, un altro prosegue chiudendosi man mano raggiungendo la quota di soli 9,5 m s.l.m. La cavità è caratterizzata dall'innalzamento del livello delle acque di fondo durante le piene del fiume Timavo sotterraneo: nei periodi di maggiore piovosità si formano estesi laghi temporanei in corrispondenza di entrambi i fondi della grotta.Nelle vicinanze uno dei più interessanti ed estesi campi solcati del Carso.POI44.586548Grotta DoriaE’ un breve tratto, circa 400 metri, di un’estesa galleria suborizzontale, riccamente e variamente concrezionata, situata a poca profondità. Vi si accede da un pozzetto di una ventina di metri: il pozzetto è armato con scale e gradini, perché l’ingresso della grotta, di proprietà ed un tempo “cavità laboratorio” sede di studi climatologici e geologici (www.boegan.it), è protetto da una botola.POI44.586548Grotta dell'AcquaGalleria suborizzontale lunga circa 200 metri, il cui ingresso si trova in prossimità del confine italo-sloveno e il cui interesse risiede nelle abbondanti concrezioni e nelle vasche spesso piene d’acqua di stillicidio. Gli ambienti sono relativamente spaziosi e consentono di ammirare i gours e i gruppi colonnari e stalagmitici. Il nome indigeno (Vodnica Jama - Grotta dell'Acqua) suggerisce l'ipotesi che gli abitanti dei vicini paesi vi si recassero ad attingere le fresche ed abbondanti acque delle vasche.POI44.586548Grotta del PettirossoLa caverna, un vano di poche decine di metri quadrati, si apre sul fianco di una spettacolare dolina di crollo, denominata Aisa, dai fianchi subverticali e profonda una decina di metri. Un muraglione sorregge la Strada Statale 202 che sfiora il fianco settentrionale della dolina proprio sopra l’antro. Il suolo si presenta costellato di buche e fosse e tra la terra di scarto non è difficile raccogliere qualche coccio o pezzi di selce lavorata.Accessibile a tutti.POI44.586548Grotta del PettirossoLa caverna, un vano di poche decine di metri quadrati, si apre sul fianco di una spettacolare dolina di crollo, denominata Aisa, dai fianchi subverticali e profonda una decina di metri. Un muraglione sorregge la Strada Statale 202 che sfiora il fianco settentrionale della dolina proprio sopra l’antro. Il suolo si presenta costellato di buche e fosse e tra la terra di scarto non è difficile raccogliere qualche coccio o pezzi di selce lavorata.Accessibile a tutti.POI44.586548Falesia di DuinoLa Falesia di Duino è l'unico esempio di falesia calcarea dell'Alto Adriatico italiano, per questa ragione ha dato il nome anche all'omonima Riserva Naturale Regionale delle Falesie di Duino.La falesia è costituita da imponenti blocchi di roccia calcarea strapiombanti a picco sul mare verticalizzati a seguito delle spinte tettoniche, le stesse che in milioni di anni hanno portato alla formazione delle catene montuose. Le rocce che costituiscono la falesia sono calcari con una grande abbondanza di resti fossili di organismi vissuti sulla terra oltre 80 milioni di anni fa (tra i principali ricordiamo le rudiste, i gasteropodi e bivalvi in genere).Non è difficile scorgere i gusci fossili di questi organismi in diversi punti sulle rocce poiché essi appaiono in rilievo e con forme facilmente riconoscibili.La falesia raggiunge i 90 metri di altezza e si sviluppa dalla Baia di
Sistiana al porticciolo di Duino. L'orlo può essere in gran parte
percorso seguendo il Sentiero Rilke, lungo quella che tradizionalmente
si vuole fosse la passeggiata che il poeta tedesco Rainer Maria Rilke
compiva abitualmente durante il suo soggiorno al Castello di Duino
(1911-12), ospite della principessa Maria della Torre e Tasso.POI44.586548Cimitero Austroungarico - AurisinaLasciato il paese di Aurisina, e dopo aver oltrepassato il sottopassaggio dell’autostrada si costeggia un dolina carsica, e nelle vicinanze si apre un cimitero immerso nel silenzio e nella natura. All’interno della dolina Šišček, la più ampia del Carso triestino, cinte da un recinto bianco, si stagliano quasi 1000 semplici croci; un piccolo monumento posto ad una delle estremità riporta la scritta bilingue italo-tedesca: “Qui riposano 1934 soldati austro-ungarici”. Ogni croce reca scritti i nomi di due caduti. La zona fu teatro di aspri scontri durante l’undicesima battaglia sull’Isonzo nel 1917, quando le truppe italiane provarono a sfondare, senza riuscirci, la linea austriaca che aveva come baluardo difensivo il Monte Ermada. I paesi del circondario furono tutti distrutti e le perdite umane furono estremamente pesanti per entrambe i fronti. Anche il Castello di Duino fu pesantemente colpito durante questi scontri.POI44.586548Castelliere di TernovaSito archeologico costruito nel II millennio avanti Cristo con funzioni di difesa e controllo territoriale, composto originariamente da uno o più muraglioni di grandi dimensioni costruiti a secco che cingevano la cima dell’altura. I castellieri sono i siti protostorici più diffusi su tutto il territorio carsico, Istria compresa, ed offrivano riparo al loro interno a uomini e animali. Del castelliere di Ternova inferiore rimangono solo resti molto labili.POI44.586548Castelliere di Slivia IDal centro del paese si vede già il primo dei due castellieri di Slivia, e lo raggiunge seguendo il sentiero n. 47 che attraversa prati dedicati alla produzione di fieno. La cima, posta a 199 m s.l.m., è cinta tutta da un muraglione imponente, alto fino a 5 metri, contraddistinto dalla presenza di un varco di accesso. Il vallo interno, di forma circolare, era ulteriormente difeso da un altro più esterno di forma semicircolare. Il castelliere fu utilizzato, con buona probabilità, dal 1500 al 400 a.C. Le pietre oggi sparse in modo talvolta confuso provengono molto probabilmente sia dal muraglione perimetrale sia dalle costruzioni protostoriche che trovavano spazio all’interno dei ripiani interni. Scarsi resti dimostrano come il castelliere fu frequentato in modo sporadico anche in età romana.L’importanza strategica dell’altura per il controllo del territorio circostante è stata notata anche in epoca ben più recente: sul lato di nord-est sono infatti ancora visibili le baracche e le trincee scavate a protezione del Monte Ermada durante la I Guerra Mondiale. Il castelliere per l’imponenza dei resti e per la bontà delle ricerche qui condotte è stato intitolato al più grande studioso locale dei castellieri: Carlo Marchesetti.POI44.586548Castelliere di Slivia IDal centro del paese si vede già il primo dei due castellieri di Slivia, e lo raggiunge seguendo il sentiero n. 47 che attraversa prati dedicati alla produzione di fieno. La cima, posta a 199 m s.l.m., è cinta tutta da un muraglione imponente, alto fino a 5 metri, contraddistinto dalla presenza di un varco di accesso. Il vallo interno, di forma circolare, era ulteriormente difeso da un altro più esterno di forma semicircolare. Il castelliere fu utilizzato, con buona probabilità, dal 1500 al 400 a.C. Le pietre oggi sparse in modo talvolta confuso provengono molto probabilmente sia dal muraglione perimetrale sia dalle costruzioni protostoriche che trovavano spazio all’interno dei ripiani interni. Scarsi resti dimostrano come il castelliere fu frequentato in modo sporadico anche in età romana.L’importanza strategica dell’altura per il controllo del territorio circostante è stata notata anche in epoca ben più recente: sul lato di nord-est sono infatti ancora visibili le baracche e le trincee scavate a protezione del Monte Ermada durante la I Guerra Mondiale. Il castelliere per l’imponenza dei resti e per la bontà delle ricerche qui condotte è stato intitolato al più grande studioso locale dei castellieri: Carlo Marchesetti.POI44.586548Castelliere di CeroglieSito archeologico costruito nel II millennio avanti Cristo con funzioni di difesa e controllo territoriale, composto originariamente da uno o più muraglioni di grandi dimensioni costruiti a secco che cingevano la cima dell’altura. I castellieri sono i siti protostorici più diffusi su tutto il territorio carsico, Istria compresa, ed offrivano riparo al loro interno a uomini e animali. Del Castelliere di Ceroglie rimane una parte molto modesta, a causa dei lavori agricoli e dei combattimenti intercorsi durante la I Guerra Mondiale sul Monte Ermada.POI44.586548Castelliere dell'Ermada superioreSito archeologico costruito nel II millennio avanti Cristo con funzioni di difesa e controllo territoriale, composto originariamente da uno o più muraglioni di grandi dimensioni costruiti a secco che cingevano la cima dell’altura. I castellieri sono i siti protostorici più diffusi su tutto il territorio carsico, Istria compresa, ed offrivano riparo al loro interno a uomini e animali. Del Castelliere dell’Ermada superiore rimangono solo resti molto labili, anche a causa delle molte opere militari costruite dai soldati austriaci durante la I Guerra Mondiale.POI44.586548Castelliere dell'Ermada inferioreSito archeologico costruito nel II millennio avanti Cristo con funzioni di difesa e controllo territoriale, composto originariamente da uno o più muraglioni di grandi dimensioni costruiti a secco che cingono la cima dell’altura. I castellieri sono i siti protostorici più diffusi su tutto il territorio carsico, Istria compresa, ed offrivano riparo al loro interno a uomini e animali. Del Castelliere dell'Ermada inferiore rimangono solo resti molto labili, anche a causa delle molte opere militari costruite dai soldati austriaci durante la I Guerra Mondiale.POI44.586548Castello di DuinoSu un alto sperone roccioso, a picco sul mare, è arroccato il castello di Duino, residenza storica dei principi della Torre e Tasso (Thurm und Taxis). L’antico castello, di cui oggi rimangono soltanto pochi resti, sorgeva sul promontorio adiacente. Il nucleo centrale della nuova fortezza, più volte ristrutturato e ampliato nei secoli, fu costruito nel Trecento, sulle rovine di un avamposto romano, inglobando i resti di una torre del XVI secolo ancora oggi visibili nel corpo del moderno edificio. Dalle numerose terrazze e dagli interni della residenza, aperti al pubblico, si gode un panorama meraviglioso sull'intero Golfo, apprezzato anche da molti personaggi illustri.Statue antiche, reperti archeologici e un pozzo scolpito con lo stemma di famiglia impreziosiscono il parco circostante, dove prosperano diverse specie mediterranee e dal quale si accede a un bunker costruito nella roccia durante la II Guerra Mondiale, divenuto un piccolo museo con cimeli d’epoca, esposti in una grande sala scavata a 18 metri di profondità. POI44.586548Bosco della CernizzaTra il castello dei principi della Torre e Tasso di Duino e il Villaggio del Pescatore è localizzato, in prossimità del mare, il Bosco della Cernizza: una lecceta di una ventina di ettari che si differenzia dai vicini boschi mediterranei della Costiera triestina. Si tratta di un’antica pertinenza del Castello, già conosciuta come “Parco dei Cervi”, “Thiergarten” o “Bosco Nigriano”. Il bosco, pesantemente danneggiato dalle vicende belliche della zona, è percorso da un dedalo di stradine che si diffondono a raggiera e sul perimetro sono ancora visibili alcuni tratti della muraglia che nel passato delimitava tutto il parco. Il Bosco della Cernizza rappresenta l’espressione più settentrionale dei boschi di carpinella diffusi in Istria e Dalmazia sulle terre rosse carsiche, mentre verso occidente la carpinella è assente su tutta la sponda dell’alto Adriatico fino al bosco della Mesola. Oltre al leccio e alla carpinella troviamo in minor misura il carpino nero, il terebinto, la fillerea, l’acero trilobo e l'orniello.POI44.586548Villaggio del PescatoreIl Villaggio del Pescatore dista 22 km da Trieste, è posto a 2 metri s.l.m. ed ha 342 abitanti. Agli inizi degli anni '50 in una piccola insenatura posta tra Monfalcone e Duino, vicino alle foci del fiume Timavo, si decise di fondare un piccolo borgo per ospitare gli esuli istriani e dalmati dopo l’esodo dalle loro terre d’origine. Le persone che si insediarono qui erano per lo più pescatori, come lo testimonia la struttura del villaggio stesso, interamente affacciato sul canale dove attraccano ancora i pescherecci che forniscono di pesce fresco i ristoranti della zona. In anni recenti nella vicina cava sono stati rinvenuti resti fossili di più dinosauri, di uno si è conservato l’intero scheletro, ora visibile presso il Civico Museo di Storia Naturale di Trieste. Mostra permanente "Storia e Preistoria attorno al Timavo"Nei pressi dello squero, all'inizio del porto canale è sita dal 2005 la mostra permanente "Storia e Preistoria attorno al Timavo". Gestita dal gruppo speleologico Flondar, espone pannelli e oggettistica che trattano principalmente dei siti di epoca romana, della I Guerra Mondiale nonché della storia del borgo. Nei pressi della stessa ha inizio il suggestivo sentiero storico naturalistico di punta Bratina che percorrendo le trincee…POI44.586548Borgo di SliviaIl borgo carsico di Slivia dista 19 km da Trieste, è posto a 154 metri s.l.m.L’odierno abitato di Slivia presenta i tratti caratteristici di molti borghi carsici, con case in pietra, abbeveratoi per gli animali e pozzi per gli uomini, ma a differenza di altri luoghi in questo territorio si sono conservati in modo eccezionale due castellieri. Si tratta del castelliere Marchesetti: un sito di difesa del II millennio avanti Cristo fortificato con due muraglioni di pietre giustapposte a secco, uno dei quali alto fino a 5 metri. Accanto a questo castelliere, ma meno studiato e quindi meno conosciuto, vi è il castelliere posizionato sull’altura Podgrešc, frequentato sia nel I millennio avanti Cristo che nel I e V secolo dopo Cristo. Si suppone che in epoca romana nei dintorni di Slivia vi fosse un tempio dedicato alla dea Minerva, come indicherebbe anche l’iscrizione rinvenuta nei pressi di Prepotto.POI44.586548Borgo di SistianaIl borgo carsico di Sistiana dista 18 km da Trieste ed è posto a 80 metri s.l.m. Sistiana è oggi conosciuta per la sua baia, luogo di svago dal fascino d’antan che in estate attira a sé tutti gli amanti del mare. Qui trovano spazio pescatori, bagnanti, amanti di buoni piatti di pesce, ma anche giovani a caccia di una sfavillante vita notturna. La baia, ben collegata a Trieste con diversi mezzi pubblici tra cui un traghetto, è raggiungibile anche a piedi tramite i gradini che partono dal centro del paese, o dall'ufficio di informazioni turistiche. In passato, nel II millennio avanti Cristo furono predilette le alture carsiche circostanti per la costruzione di alcuni castellieri, mentre in epoca romana nella baia di Sixtilianum, originario nome latino della località, trovavano spazio una villa, probabilmente arricchita da strutture termali, e il suo molo di approdo, un po’ come le ville che ancor oggi punteggiano la costa. La baia era inoltre sfruttata dai romani come cava di pietra da costruzione; attività che venne praticata anche nel Settecento, per procurare la materia prima necessaria all’interramento delle saline dell’attuale Borgo Teresiano. Nell’Ottocento invece la baia divenne sede di abitazioni di lusso per i triestini abbienti.…POI44.586548Borgo di San PelagioIl borgo carsico di San Pelagio dista 18 km da Trieste, è posto a 225 metri s.l.m. A San Pelagio si può ammirare nella tranquillità più assoluta un’abitazione carsica di tipo tradizionale recentemente restaurata e adibita a centro civico. La casa risale al 1566, e in origine doveva fungere da canonica. È costruita tutta con la pietra locale e anche il tetto è realizzato con scandole di calcare, così come avveniva per tutte le costruzioni carsiche antiche. Poco lontano, da un punto panoramico da cui si scorge il mare, si apre la chiesa del paese, risalente almeno al XV secolo, con portale barocco sormontato da un bifora. Sulla destra si erge il campanile culminante con una guglia aguzza, insolitamente realizzata in stile veneto; viene considerato uno dei più bei campanili del Carso. Tra gli alberi posti lungo il sagrato si scorge inoltre il pozzo datato al 1811; si tratta di un elemento architettonico tipico e insostituibile di tutti i borghi dell’altipiano che non potevano approvvigionarsi altrimenti d’acqua, visto che non ci sono fiumi superficiali sul Carso.POI44.586548Borgo di PrepottoIl borgo carsico di Prepotto dista 18 km da Trieste, è posto a 251 metri s.l.m. Posto su un pendio assolato che guarda il mare, il borgo di Prepotto è caratterizzato dalla coltivazione delle viti e dall’allevamento di bovini, mentre un tempo una delle attività economiche più importanti era l’allevamento dei bachi da seta. Il territorio di Prepotto era già conosciuto nell’antichità, quando, durante la protostoria, nel II millennio avanti Cristo, gruppi umani fortificarono l’altura di Gričič con un castelliere, e in epoca romana frequentarono il luogo, come lo testimoniano i resti di un’iscrizione dedicata a Minerva, di cui molto probabilmente esisteva un tempio a Slivia. Il nome del borgo viene riportato per la prima volta in un documento del 1316, e deriverebbe dal termine botanico sloveno praprot-felce.POI44.586548Borgo di PrecenicoIl borgo carsico di Precenico Superiore dista 20 km da Trieste, è posto a 231 metri s.l.m. Il borgo carsico di Precenico Inferiore dista 19 km da Trieste, è posto a 221 metri s.l.m.Viaggiando da Malchina verso San Pelagio si incontrano i nuclei di Precenico Inferiore e Superiore. Raggiungendoli si possono ammirare le tipiche costruzioni carsiche e un monumento ai caduti per la Resistenza al nazifascismo.POI44.586548Borgo di MedeazzaIl borgo carsico di Medeazza dista 24 km da Trieste, è posto a 149 metri s.l.m.Dall’alto delle pendici del Monte Ermada il piccolo borgo di Medeazza offre al visitatore varie possibilità di ristoro e di assaporare i prodotti locali, vi è inoltre l’opportunità di scoprire la storia di un borgo, anticamente conosciuto come “Medja vas”, che ha vissuto in modo intenso gli eventi bellici del Novecento. Durante la I Guerra Mondiale il Monte Hermada era l’estremo baluardo austroungarico posto a difesa di Trieste e per questo qui si combatterono due tra le dodici battaglie del fronte dell’Isonzo, la decima e l’undicesima. Medeazza venne travolta dagli eventi e nel 1917 il paese venne raso al suolo.Tra le due guerre il borgo fu ricostruito, ma durò poco: un incendio nella notte del 16 agosto del 1944 fu appiccato dai nazifascisti per vendicare un assalto alla ferrovia ad opera dei partigiani che si rifugiavano in tutti i paesini del circondario.POI44.586548Borgo di MalchinaIl borgo carsico di Malchina dista 21 km da Trieste, è posto a 181 metri s.l.m. Il paese dalla storia millenaria offre oggi al turista una piacevole sosta grazie alla presenza di ottime osmize poste in giardini ombreggiati, imperdibili luoghi tipici per degustare i prodotti carsici. La prima attestazione dell’esistenza del paese è del 1113, citato con il nome di chiara derivazione slovena Malchinasella. Nei secoli successivi il paese compare ancora nelle cronache locali, ma è con il Novecento che si registrano gli eventi più disastrosi, causati nella I Guerra Mondiale dalla postazione di un corpo d’artiglieria austroungarico in paese e dalla vicinanza con il Monte Ermada, teatro di violentissimi scontri, e nella II Guerra Mondiale dalla distruzione operata dalle forze nazifasciste. Questo evento viene ricordato da due lapidi poste su un edificio realizzato con la tipica pietra locale, posto nella piazzetta del borgo.POI44.586548Borgo di DuinoIl borgo carsico di Duino dista 20 km da Trieste, è posto a 39 metri s.l.m.Le risate e le chiacchiere multilingue dei ragazzi del Collegio del Mondo Unito si alternano al passaggio di bagnanti diretti al porticciolo e di turisti che si immergono nella visita ai due castelli: questa è oggi Duino. Il paese ha però una storia millenaria: frequentato infatti già dal III millennio a.C., divenne sede del primo castello, oggi ridotto a suggestive rovine, nel XII secolo. Il castello nuovo fu costruito nel XIV secolo come residenza per i principi di allora Torre-Hofer Valsassina, e ancor oggi abitato dai successori, principi della Torre e Tasso. Il castello nacque come stanziamento militare, ma si trasformò dall’Ottocento in una corte di tipo umanistico: qui soggiornarono Johann Strauss, Franz Liszt, Mark Twain, Paul Valéry, Hugo Hoffmansthal e Reiner
Maria Rielke, che vi compose le Elegie duinesi.Il paese è un ottimo punto partenza per passeggiate ed escursioni: la più panoramica è il sentiero Rilke, che corre sopra le falesie e congiunge Duino a Sistiana, offrendo un panorama degno di omerici sogni.POI44.586548Borgo di CeroglieIl borgo carsico di Ceroglie dista 20 km da Trieste, è posto a 147 metri s.l.m. ed ospita una comunità di circa 150 persone. Il piccolo borgo si offre in modo silenzioso e affascinante al visitatore, incantandolo con le produzioni locali, gli ortaggi, i mieli e i formaggi delle pecore allevate in loco. Le case sono per lo più recenti anche a seguito di un attacco nazifascista che bruciò il vecchio paese, reo di aver ospitato i partigiani che attaccarono la vicina linea ferroviaria.Il borgo, il cui nome deriva dal toponimo latino
cerrus, ha origini molto lontane e viene citato per la prima volta in un contratto di compravendita del 1305. Già nel II
millennio avanti Cristo vi sono però testimonianze di frequentazione per la presenza di castellieri carsici distribuiti su quasi tutte le alture del
circondario.I segni lasciati dalla storia si scorgono in vari punti del paese. Una casa posta ai confini dell'abitato, lungo la via che conduce a Malchina, ad esempio, riporta una scritta inneggiante al maresciallo Tito.All’ingresso del borgo si trova il classico pozzo da cui oltre agli abitanti hanno attinto l'acqua anche i soldati austriaci nel periodo degli appostamenti di trincee del Monte Ermada, durante la…POI44.586548Borgo di Aurisina StazioneIl borgo carsico di Aurisina Stazione dista 16 km da Trieste, è posto a 155 metri s.l.m. Il fulcro del piccolo borgo è la vecchia e imponente stazione della ferrovia Meridionale che domina un piazzale quasi deserto, emanando un fascino lontano e proclamando l’importanza, ormai perduta, di questa tratta ferroviaria. Nella seconda metà dell’Ottocento l’Impero Asburgico decise la costruzione di una doppia linea di binari per collegare Trieste a Vienna, in modo da poter esportare in tutto l’impero le merci provenienti dal porto franco di Trieste e le pietre estratte dalle cave di Aurisina. Per questo motivo la località fu dotata di una grande stazione, originariamente arricchita da una pensilina in ferro battuto e vetro, e dalla presenza di un bar e due ristoranti. Anche al giorno d’oggi all’interno dei locali quasi deserti della stazione si possono assaggiare le pietanze tipiche della Mitteleuropa, osservare le foto d’epoca appese sui muri e farsi raccontare dal simpatico oste le storie di un borgo che anche nelle semplici case residenziali rimanda in modo chiaro alle costruzioni tipiche dell’Impero Asburgico, e che poco hanno in comune con gli altri tipici borghi carsici.POI44.586548Sito paleontologico del Villaggio del PescatoreL’ex cava calcarea situata tra Duino e il Villaggio del Pescatore è un
sito fossilifero di interesse mondiale. Nel 1994 è stato qui trovato lo
scheletro completo di un dinosauro adulto perfettamente conservato.
Alto quasi 1 metro e lungo 4, del peso di 700 kg, è il più completo
dinosauro di dimensioni medio-grandi mai rinvenuto in Europa dal 1878 e
rappresenta un nuovo genere di dinosauro adrosauroide il cui nome
scientifico, Tethyshadros insularis, significa dinosauro adrosauroide
insulare della Tetide. La testa dell’animale, un vegetariano simpaticamente battezzato Antonio, è allungata e dotata di un curioso
becco con punte sporgenti. Negli stessi strati rocciosi, in una spessa (11 m) lente di calcari
laminati inglobata in una breccia calcarea databile a circa 70 milioni
di anni fa (Cretacico superiore), sono stati recuperati resti fossili di
pesci, gamberetti, coccodrilli, pterosauri e di un altro dinosauro
(Bruno).Il fossile di dinosauro è esposto nelle sale del Museo di Storia Naturale di Trieste.Una curiosità: si parla di dinosauro vegetariano e non erbivoro poiché la sua dieta era principalmente a base di vegetali; l'erba, così come noi la conosciamo attualmente, circa 70 milioni di anni fa non aveva ancora fatto la sua comparsa sulla terra.POI44.586548Castello di San GiustoSulla cima del colle di San Giusto si erge il castello che dalla sua posizione domina la città, il golfo e l’altipiano carsico. La costruzione del castello ha una lunga storia in cui si alternano due attori principali, la Repubblica di Venezia e l’Impero Austriaco, e riflette quelle che sono state le principali dominazioni succedutesi in città. I primi episodi edificatori si registrano nel 1363, ad opera dei veneziani. L’impianto della struttura attuale lo si deve però agli austriaci, che verso la fine del 1400 realizzarono anche la torre quadrata, l’abitazione del capitano e il cortile interno. Il bastione rotondo è invece datato 1508, quando la città ritornò in mano ai veneziani. Già l’anno successivo la città passò agli austriaci che contribuirono all’edificazione del castello, aggiungendo lo sperone quadrangolare di Sud-Est. Attualmente all’interno del castello, nella Casa del Capitano, è stato creato un museo che raccoglie una collezione di armi bianche e da fuoco, dai cannoni alle armi d’asta dei secoli XVI e XVII. La collezione, qui ospitata dagli anni ’30, è un esempio dell’evoluzione delle armi italiane ed europee dal XII al XIX secolo.POI44.586548Castello di San GiustoSulla cima del colle di San Giusto si erge il castello che dalla sua posizione domina la città, il golfo e l’altipiano carsico. La costruzione del castello ha una lunga storia in cui si alternano due attori principali, la Repubblica di Venezia e l’Impero Austriaco, e riflette quelle che sono state le principali dominazioni succedutesi in città. I primi episodi edificatori si registrano nel 1363, ad opera dei veneziani. L’impianto della struttura attuale lo si deve però agli austriaci, che verso la fine del 1400 realizzarono anche la torre quadrata, l’abitazione del capitano e il cortile interno. Il bastione rotondo è invece datato 1508, quando la città ritornò in mano ai veneziani. Già l’anno successivo la città passò agli austriaci che contribuirono all’edificazione del castello, aggiungendo lo sperone quadrangolare di Sud-Est. Attualmente all’interno del castello, nella Casa del Capitano, è stato creato un museo che raccoglie una collezione di armi bianche e da fuoco, dai cannoni alle armi d’asta dei secoli XVI e XVII. La collezione, qui ospitata dagli anni ’30, è un esempio dell’evoluzione delle armi italiane ed europee dal XII al XIX secolo.POI44.586548Castello di San GiustoSulla cima del colle di San Giusto si erge il castello che dalla sua posizione domina la città, il golfo e l’altipiano carsico. La costruzione del castello ha una lunga storia in cui si alternano due attori principali, la Repubblica di Venezia e l’Impero Austriaco, e riflette quelle che sono state le principali dominazioni succedutesi in città. I primi episodi edificatori si registrano nel 1363, ad opera dei veneziani. L’impianto della struttura attuale lo si deve però agli austriaci, che verso la fine del 1400 realizzarono anche la torre quadrata, l’abitazione del capitano e il cortile interno. Il bastione rotondo è invece datato 1508, quando la città ritornò in mano ai veneziani. Già l’anno successivo la città passò agli austriaci che contribuirono all’edificazione del castello, aggiungendo lo sperone quadrangolare di Sud-Est. Attualmente all’interno del castello, nella Casa del Capitano, è stato creato un museo che raccoglie una collezione di armi bianche e da fuoco, dai cannoni alle armi d’asta dei secoli XVI e XVII. La collezione, qui ospitata dagli anni ’30, è un esempio dell’evoluzione delle armi italiane ed europee dal XII al XIX secolo.POI44.586548Cattedrale di San GiustoLa Cattedrale di San Giusto è il cuore della storia religiosa dell’intera città: la sua fabbrica è rimasta attiva per oltre un millennio. In origine sul luogo si ergeva una chiesa paleocristiana del V secolo di cui rimane qualche traccia dei pavimenti, probabilmente distrutta durante l’invasione longobarda, e sostituita da due basiliche parallele, una dedicata a Santa Maria Assunta e l’altra a San Giusto, costruite tra IX e XI secolo. Agli inizi del XIV secolo le due chiese furono unite congiungendole con una navata centrale, così che la chiesa divenne a cinque navate, in modo da dare alla città un luogo di culto di maggiori dimensioni. Le unioni di epoche successive si possono leggere anche sulla facciata a capanna fortemente asimmetrica, in cui portale, rosone e colmo non sono allineati. Sul lato sinistro si erge il campanile trecentesco, decorato, come il portale, da sculture romane riutilizzate. All’interno si possono ammirare i mosaici dell’abside di sinistra con la Madonna tra gli Arcangeli del XII secolo e di quella di destra con il mosaico di Cristo tra San Giusto e San Servolo del XIII secolo. Il mosaico della navata centrale è invece del 1932. Sulla sinistra si apre la Cappella del Tesoro.POI44.586548Cattedrale di San GiustoLa Cattedrale di San Giusto è il cuore della storia religiosa dell’intera città: la sua fabbrica è rimasta attiva per oltre un millennio. In origine sul luogo si ergeva una chiesa paleocristiana del V secolo di cui rimane qualche traccia dei pavimenti, probabilmente distrutta durante l’invasione longobarda, e sostituita da due basiliche parallele, una dedicata a Santa Maria Assunta e l’altra a San Giusto, costruite tra IX e XI secolo. Agli inizi del XIV secolo le due chiese furono unite congiungendole con una navata centrale, così che la chiesa divenne a cinque navate, in modo da dare alla città un luogo di culto di maggiori dimensioni. Le unioni di epoche successive si possono leggere anche sulla facciata a capanna fortemente asimmetrica, in cui portale, rosone e colmo non sono allineati. Sul lato sinistro si erge il campanile trecentesco, decorato, come il portale, da sculture romane riutilizzate. All’interno si possono ammirare i mosaici dell’abside di sinistra con la Madonna tra gli Arcangeli del XII secolo e di quella di destra con il mosaico di Cristo tra San Giusto e San Servolo del XIII secolo. Il mosaico della navata centrale è invece del 1932. Sulla sinistra si apre la Cappella del Tesoro.POI44.586548Cattedrale di San GiustoLa Cattedrale di San Giusto è il cuore della storia religiosa dell’intera città: la sua fabbrica è rimasta attiva per oltre un millennio. In origine sul luogo si ergeva una chiesa paleocristiana del V secolo di cui rimane qualche traccia dei pavimenti, probabilmente distrutta durante l’invasione longobarda, e sostituita da due basiliche parallele, una dedicata a Santa Maria Assunta e l’altra a San Giusto, costruite tra IX e XI secolo. Agli inizi del XIV secolo le due chiese furono unite congiungendole con una navata centrale, così che la chiesa divenne a cinque navate, in modo da dare alla città un luogo di culto di maggiori dimensioni. Le unioni di epoche successive si possono leggere anche sulla facciata a capanna fortemente asimmetrica, in cui portale, rosone e colmo non sono allineati. Sul lato sinistro si erge il campanile trecentesco, decorato, come il portale, da sculture romane riutilizzate. All’interno si possono ammirare i mosaici dell’abside di sinistra con la Madonna tra gli Arcangeli del XII secolo e di quella di destra con il mosaico di Cristo tra San Giusto e San Servolo del XIII secolo. Il mosaico della navata centrale è invece del 1932. Sulla sinistra si apre la Cappella del Tesoro.POI44.586548Grotta AzzurraE’ un'ampia galleria poco inclinata verso l'interno, sul cui fondo massi crollati dal soffitto coprono depositi argillosi e si addossano alle poche concrezioni. Si apre sul fianco di un’ampia dolina, è profonda appena 46 metri, ha uno sviluppo planimetrico di circa 225 m. La dolina e la grotta risultano utilizzate fin dalla preistoria, tanto che nei depositi di fondo si sono rinvenuti resti di animali preistorici, di attrezzi e di vasellame preistorici e storici.Accessibile a tutti.POI44.586548Grotta AzzurraE’ un'ampia galleria poco inclinata verso l'interno, sul cui fondo massi crollati dal soffitto coprono depositi argillosi e si addossano alle poche concrezioni. Si apre sul fianco di un’ampia dolina, è profonda appena 46 metri, ha uno sviluppo planimetrico di circa 225 m. La dolina e la grotta risultano utilizzate fin dalla preistoria, tanto che nei depositi di fondo si sono rinvenuti resti di animali preistorici, di attrezzi e di vasellame preistorici e storici.Accessibile a tutti.POI44.586548Grotta del Dio MithraScoperta nel 1963 è un modesto vano (circa 15 x 15 m) residuo di una cavità ben più ampia riempita completamente da detriti. L’interesse della cavità è legato al ritrovamento di numerosi resti archeologici tardoromani, tra i quali un pilastrino con un'iscrizione incompleta, frammenti di bassorilievo, resti di vasellame, lucernette, monete e una pietra cubica di 50 cm di lato che è un'ara sulla quale avevano luogo sacrifici. Gli oggetti messi in luce hanno permesso di stabilire che la cavità ospitava un tempietto ipogeo dedicato al Dio Mithra il cui culto era diffuso nell'Impero tra la metà del III e la fine del IV secolo. Al di sotto dello strato romano si trova un deposito preistorico: i residui del cocciopesto che costituiva la pavimentazione inglobano infatti resti ceramici dell'età dei castellieri. La cavità è stata sistemata ricostruendo il tempietto con i calchi delle lapidi, delle are e dei banconi laterali.POI44.586548Grotta del Dio MithraScoperta nel 1963 è un modesto vano (circa 15 x 15 m) residuo di una cavità ben più ampia riempita completamente da detriti. L’interesse della cavità è legato al ritrovamento di numerosi resti archeologici tardoromani, tra i quali un pilastrino con un'iscrizione incompleta, frammenti di bassorilievo, resti di vasellame, lucernette, monete e una pietra cubica di 50 cm di lato che è un'ara sulla quale avevano luogo sacrifici. Gli oggetti messi in luce hanno permesso di stabilire che la cavità ospitava un tempietto ipogeo dedicato al Dio Mithra il cui culto era diffuso nell'Impero tra la metà del III e la fine del IV secolo. Al di sotto dello strato romano si trova un deposito preistorico: i residui del cocciopesto che costituiva la pavimentazione inglobano infatti resti ceramici dell'età dei castellieri. La cavità è stata sistemata ricostruendo il tempietto con i calchi delle lapidi, delle are e dei banconi laterali.POI44.586548Cimitero Austroungarico - ProseccoIn una quieta dolina ai margini dell’abitato di Prosecco, in direzione di Campo Sacro e quasi di fronte al parco dei daini si trova un cimitero immerso nel verde. Qui sono stati sepolti oltre 5000 soldati che combatterono durante la I Guerra Mondiale appartenenti alle molte etnie che componevano l’impero austroungarico e che si affrontarono sul tratto di fronte dal Timavo al Carso. Le croci sono tutte uguali e su ognuna di esse sono riportati i nomi di quattro soldati. Ogni anno in novembre vengono celebrate delle cerimonie commemorative che rispettano le molte etnie e i diversi credi religiosi dei soldati che riposano in questo luogo.POI44.586548Vedetta di San Lorenzo La vedetta di San Lorenzo è il miglior punto di osservazione del lato meridionale della Val Rosandra, per il lato opposto la migliore è quella di Moccò.Da qui la vista può spaziare su tutta la Val Rosandra: dal piccolo centro di Bottazzo, all’estremità nord, fino a Sant’Antonio in Bosco, limite a sud. Da questa vedetta si può ammirare l’effetto dell’erosione dell’acqua del torrente Rosandra, operata sulle rocce carsiche, la Chiesetta di Santa Maria in Siaris, il Cippo Comici e la temuta sella della bora dove il vento si incanala e attraversa tutta la Valle.POI44.586548Museo Revoltella - Galleria d'Arte ModernaIl barone Pasquale Revoltella (1795-1869), figura di spicco della vita triestina, lasciò il suo palazzo e gli arredi originari alla città; inoltre, sempre per sua volontà, fu fondata nel 1872 una galleria d'arte moderna. La sede museale fu ampliata nel 1963, estendendola al vicino Palazzo Basevi, ristrutturato da Carlo Scarpa. Oggi è possibile visitare tanto la residenza baronale, quanto la galleria d’arte moderna dove meglio si vedono gli interventi operati da Scarpa.POI44.586548Grotta GiganteLa Grotta Gigante è uno degli emblemi del “Carso Classico”, area ove i
calcari danno luogo a tutte le forme carsiche epigee ed ipogee
possibili, sempre con densità e ampiezza tali da averne fatto il simbolo
universale del carsismo. Lo sviluppo planimetrico è di 719 m, la
profondità di 252 m. Si compone di una grande sala (lunga 168 m, alta 99
m, larga 76 m, volume circa 365.000 mc) e due ampie gallerie. La grotta
è la cavità turistica più vasta al mondo secondo il Guinnes dei
primati.Venne parzialmente esplorata nel 1840 durante le ricerche
volte a reperire l’acqua per l’acquedotto di Trieste, ma per le tecniche
esplorative dell’epoca una caverna così profonda era un ostacolo
insormontabile e solo cinquant’anni dopo si ebbero le prime vere
esplorazioni. L’ingresso venne allargato nel 1904 e la grotta aperta al
pubblico nel 1908: una scalinata di 150 gradini in calcare congiungeva
la galleria d’ingresso con la maestosa sala centrale. Negli anni ’90
venne realizzato un sentiero che risale lungo la parete e raggiunge
l’uscita.Sito webPOI44.586548Museo d'Antichità J.J. WinckelmannIl museo conserva i materiali archeologici della preistoria e storia locale, una collezione egizia, una tarentina, una cipriota e una collezione di vasi greci e maya. L’orto lapidario raccoglie epigrafi e sculture romane, fra tutte la più famosa è il tempietto neoclassico con il Cenotafio di Winckelmann.POI44.586548Museo del Castello di San GiustoIl Civico Museo del Castello conserva una raccolta d'armi provenienti da collezioni qui raccolte agli inizi del Novecento. Il nuovo Lapidario Tergestino è ospitato nel Bastione Lalio e conserva iscrizioni e sculture di epoca romana.POI44.586548Museo di Storia NaturaleLo scheletro dell’adrosauro Antonio, il più completo dinosauro di dimensioni medio-grandi mai rinvenuto in Europa dal 1878, è il reperto che maggiormente attira l’attenzione di chi visita il Museo di Storia Naturale. Il museo offre una panoramica completa sulla storia delle esposizioni museali e sulle particolarità naturalistiche e faunistiche della nostra area.POI44.586548Aquario MarinoL’aquario marino ospita a piano terra gli acquari e una vasca di circa 10.000 litri contenente squali e razze, e al primo piano un vivarium con terrari e una vasca in cui sono stati ricreati i biotopi degli stagni carsici. Il Civico Aquario Marino è attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione.POI44.586548Museo Joyce MuseumIl museo raccoglie tutti i materiali che riguardano il periodo che lo scrittore James Joyce trascorse a Trieste. Il museo è temporaneamente chiuso per trasferire la collezione al Museo della Letteratura di Trieste – LETS.POI44.586548Museo del MareIl Museo del Mare offre una panoramica sulla marineria e sulle tecniche di pesca tipiche del golfo triestino. Alcune sale sono dedicate a grandi personaggi o ad avvenimenti particolari. POI44.586548Museo SartorioLa villa settecentesca appartenuta alla famiglia Sartorio conserva ancora gli arredi originari e le collezioni di disegni del Tiepolo, del pittore triestino Arturo Fittke e la collezione Rusconi – Opuich, composta da 2.500 oggetti, tra quadri, disegni, stampe, gioielli, mobili, tessuti ed arredi preziosi. POI44.586548Biblioteca Civica Attilio HortisLa biblioteca dedicata ad Attilio Hortis è la maggiore biblioteca civica della città.POI44.586548Biblioteca Statale La maggior biblioteca statale della città.POI44.586548Biblioteca dell'Università degli Studi di Trieste La maggiore tra le biblioteche universitarie cittadine.POI44.586548Teatro Verdi TriesteIl teatro di Trieste, dedicato a Giuseppe Verdi, è uno tra i più antichi teatri lirici in attività, costruito tra il 1798 e il 1801 dagli architetti Matteo Pertsch e Gian Antonio Selva (autore anche della Fenice di Venezia). Attualmente la programmazione si modula tra tradizione e innovazione.POI44.586548Rossetti - Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Dal 1954 ad oggi il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha prodotto più di duecento spettacoli e ha ospitato migliaia di altri spettacoli.POI44.586548Azienda Agricola-Kmetija- Damir POI44.586548Al Selvadigo POI44.586548Al Selvadigo POI44.586548Metlika TomažPOI44.586548Vidali LenardPOI44.586548Puress.Oil - Malalan MartinaPOI44.586548Furlan LuigiPOI44.586548Kocman GiovanniPOI44.586548Zigon MartaPOI44.586548Milič MarkoPOI44.586548Šavron RobertoPOI44.586548Azienda Agricola-Kmetija MILIČ POI44.586548Azienda Agricola-Kmetija MILIČ POI44.586548Azienda Agricola-Kmetija MILIČ POI44.586548Gruden StanislavPOI44.586548Žužek SonjaPOI44.586548Da Cvetko e Zmaga – Gherlani Colja VittoriaPOI44.586548Sardo DavidPOI44.586548Sardo DavidPOI44.586548Gruden Žbogar Società Agricola-KmetijaPOI44.586548Gruden Žbogar Società Agricola-KmetijaPOI44.586548Doljak ErvinPOI44.586548Azienda Agricola Colja Jozko di Vesnaver NorisPOI44.586548Azienda Agricola Colja Jozko di Vesnaver NorisPOI44.586548Azienda Agricola Colja Jozko di Vesnaver NorisPOI44.586548Vidoni Pipan SerenaPOI44.586548Pri Trčunvh – Dolliani BorisPOI44.586548Milič Ladi - Milič RadoPOI44.586548Skerk GiuseppePOI44.586548Stolfa - Santini RobertoPOI44.586548Škerli Azienda Agricola-KmetijaPOI44.586548Škerli Azienda Agricola-KmetijaPOI44.586548Cesarjevi - Grilanc Janos, Lokar FedericaPOI44.586548Fabjan Just - N'Puljh POI44.586548Fabjan Just - N'Puljh POI44.586548Bajta Fattoria Carsica-Kraška domačijaPOI44.586548Bajta Fattoria Carsica-Kraška domačijaPOI44.586548Casa Klarčeva - Klarčeva hiša - FabecPOI44.586548Azienda Agricola-Kmetija Ostrouška POI44.586548Azienda Agricola-Kmetija Ostrouška POI44.586548Besednjak CristinaPOI44.586548Besednjak CristinaPOI44.586548ApiWine – Castellani BogdanPOI44.586548Skupek – Beltram AlenkaPOI44.586548Šuc ErikaPOI44.586548Šuc ErikaPOI44.586548Zahar StevoPOI44.586548Zahar StevoPOI44.586548Zahar David e GiordanaPOI44.586548Petaros GlaucoPOI44.586548Da Milio – Cherin EmilioPOI44.586548Mahnič AleksejPOI44.586548Corbatti ZoranPOI44.586548Zerjal ErikPOI44.586548Zerjal ErikPOI44.586548Zerjal ErikPOI44.586548De Dario e Jelka – Succi MariaPOI44.586548Mocor MarisaPOI44.586548Crepaldi AlicePOI44.586548Bandi DavorinPOI44.586548Fior Rosso - Zeriul AdrianaPOI44.586548Kočijančič BorisPOI44.586548Zobec MitjaPOI44.586548Da Mario e Onorina – Serli MarioPOI44.586548Komar – Purger RossanaPOI44.586548Bandi PierinaPOI44.586548Azienda Agricola- Racman Kmetija Mihalic BernardaPOI44.586548Abrami VilmaPOI44.586548Abrami VilmaPOI44.586548Azienda Agricola-Kmetija - Kosmac AndrejPOI44.586548Laurica – Graziola Carmen MilenaPOI44.586548Da Oscar – Visintin MilenaPOI44.586548Da Žorko - Giorgi AlbinoPOI44.586548Sancin AziendaPOI44.586548Pangerc BorisPOI44.586548Kocjančič Rado Azienda Agricola-KmetijaPOI44.586548Salvi SilvaPOI44.586548Pri Ulčer – Parovel PaoloPOI44.586548Slavec BrankoPOI44.586548Parovel EuroPOI44.586548Parovel EuroPOI44.586548Starec ErikPOI44.586548Starec ErikPOI44.586548Starec ErikPOI44.586548Zobec EdiPOI44.586548KaucicPOI44.586548Il Principe delle Maree - La Nuova Luna POI44.586548Stefani FlavioPOI44.586548LenardonPOI44.586548Dieclich PietroPOI44.586548Ittiturismo La Terrazza - Cooperativa Pescatori BetaPOI44.586548Nicolini GiorgioPOI44.586548Nicolini GiorgioPOI44.586548Nicolini GiorgioPOI44.586548LeuzPOI44.586548Scheriani Azienda AgricolaPOI44.586548Vigna Sul MarPOI44.586548Na Oresju – Hrovatič GiovannaPOI44.586548Čeldin've - Milič DarmaPOI44.586548Pr' Branvh - Skabar MilošPOI44.586548Pri Žštk'veh - Tavčar RenzoPOI44.586548Gomizelj Damijana - BatkviPOI44.586548Pri Olgi – Škabar EdoardoPOI44.586548Pri Stršin've – Guštin NivesPOI44.586548Pri Zgončanu – Pernarcich IvanPOI44.586548Pri Zgončanu – Pernarcich IvanPOI44.586548Pri Zgončanu – Pernarcich IvanPOI44.586548Al PescaturismoPOI44.586548Ternova Piccola – Lozej MariaPOI44.586548Škerk Berto POI44.586548Švara Martina Azienda AgricolaPOI44.586548Rebula MarcoPOI44.586548Pahor MiriamPOI44.586548Peric IztokPOI44.586548Società Agricola-Kmetija Kerin - Cherin Erika & C. POI44.586548Praselj Michela Azienda Agricola-KmetijaPOI44.586548Stubelj IvanaPOI44.586548Lovrecich SusannaPOI44.586548Farma Jakne - Peric DavidePOI44.586548Zidarič DarioPOI44.586548Zidarič DarioPOI44.586548Zidarich Beniamino Azienda AgricolaPOI44.586548Zidarich Beniamino Azienda AgricolaPOI44.586548Zidarich Beniamino Azienda AgricolaPOI44.586548ŠkerkPOI44.586548ŠkerkPOI44.586548Gabrovec IvanPOI44.586548Lupinc MatejPOI44.586548Lupinc MatejPOI44.586548Kante Azienda Agricola-KmetijaPOI44.586548Kante Azienda Agricola-KmetijaPOI44.586548Šemec RadovanPOI44.586548Pernarčič BorisPOI44.586548Pernarčič BorisPOI44.586548Pernarčič BorisPOI44.586548Ferfoglia PaoloPOI44.586548Pernarcich PaoloPOI44.586548Pernarcich PaoloPOI44.586548Legiša NadjaPOI44.586548Pahor LucianaPOI44.586548Radetič SidonjaPOI44.586548Radetič SidonjaPOI44.586548Radetič SidonjaPOI44.586548Marussi NatuscaPOI44.586548Pipan Klarič – Družina Pipan Adriana Silvia POI44.586548Pipan Klarič – Družina Pipan Adriana Silvia POI44.586548La Mezzaluna – Diego MusizzaPOI44.586548Fabec FrancPOI44.586548Lisjak Terčon MarijaPOI44.586548Pipan VasilijPOI44.586548Angelini NormaPOI44.586548Paulina SergioPOI44.586548Pirc Sonja – AntonicPOI44.586548Štoka AndreaPOI44.586548Štoka AndreaPOI44.586548Štoka AndreaPOI44.586548Terčon MartinPOI44.586548Terčon MartinPOI44.586548Terčon MartinPOI44.586548Società agricola-Kmetija Pacor - Rebula BozkaPOI44.586548Le Torri di Slivia – Greco CorradoPOI44.586548Le Torri di Slivia – Greco CorradoPOI44.586548Azienda Agricola-Kmetija Carso – Quadracci Aila, DoroteaPOI44.586548Usai MartinPOI44.586548Usai MartinPOI44.586548Azienda Agricola Stanissa WalterPOI44.586548Radovič NevoPOI44.586548Radovič NevoPOI44.586548Zandomeni GiorgiaPOI44.586548Pertot GabrielPOI44.586548Grgic DasaPOI44.586548Kndleitvi - Daneu VasilijPOI44.586548Repa – Križman DušanPOI44.586548Trattoria Sociale di Contovello - Drustvena GostilnaPOI44.586548Kamence – Praselj AndrejPOI44.586548Stoka ElvianaPOI44.586548Lisjak HenrikPOI44.586548U Šeginovci – Verginella DeanPOI44.586548Antico Caffè TorinesePOI44.586548Grmek ErikaPOI44.586548Grgič Igor Azienda Agr. - KmetijaPOI44.586548Grgič Igor Azienda Agr. - KmetijaPOI44.586548Caffè degli SpecchiPOI44.586548Ex UrbanisPOI44.586548Bar CattaruzzaPOI44.586548Caffè TommaseoPOI44.586548Ristorante Bar Harry's GrillPOI44.586548Košuta SilvanoPOI44.586548Košuta MartinPOI44.586548Košuta MartinPOI44.586548Alle Botti - Glavina DamianoPOI44.586548Cernigoj GabrielPOI44.586548Cacovich IgorPOI44.586548Coretti IvanPOI44.586548Ruzzier FabioPOI44.586548Ristoro Agrituristico Azienda Agricola Odoni DanielePOI44.586548Settimi & Ziani POI44.586548Roncelli ElioPOI44.586548Antico Caffè San MarcoPOI44.586548Buffet da PepiPOI44.586548Antica Trattoria SubanPOI44.586548De Kus – Coslovich EldaPOI44.586548Caffè Stella PolarePOI44.586548Giovannini SergioPOI44.586548Ferluga SilvanoPOI44.586548Ferfoglia ErikaPOI44.586548Ferfoglia ErikaPOI44.586548Ferfoglia ErikaPOI44.586548Wild Soul - Carboni Irina, Jacopo, Shaula POI44.586548Nadlisek MargaretPOI44.586548Trattoria Al MoroPOI44.586548Azienda Agricola Biologica Il PucinoPOI44.586548Antica trattoria MenarostiPOI44.586548Pri Štorki - Suber MarcoPOI44.586548Panificio SircelliPOI44.586548Fonda DavidPOI44.586548Zagar PeterPOI44.586548Zagar PeterPOI44.586548Da Stanko – Horvatin SlanislaoPOI44.586548Enoteca BischoffPOI44.586548Schiozzi NeddaPOI44.586548Libreria Antiquaria Umberto SabaPOI44.586548Merlak DenisPOI44.586548Osteria Ai GiardinieriPOI44.586548Bole Andrej Azienda AgricolaPOI44.586548Debelis KristianPOI44.586548Debelis KristianPOI44.586548Debelis KristianPOI44.586548Pasticceria La BombonieraPOI44.586548Sfecci InesPOI44.586548Pescheria DavidePOI44.586548Gelateria ArnoldoPOI44.586548Società Agricola Kaucic - Matteo KaucicPOI44.586548COOP DEL PESCE S.R.L.S.POI44.586548Škabar Martina - VolnikPOI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI44.586548POI